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Laura Boldrini attacca il Pd e la coalizione di centrosinistra. Nel mirino dell’esponente di Leu finiscono due donne, Emma Bonino, leader di +Europa, e Beatrice Lorenzin, che guida la lista Civica popolare, entrambe disponibili a dar vita a un governo di larghe intese. Il che tradotto, per Boldrini, significa aprire la strada a Silvio Berlusconi. Il quale, a sua volta, non disdegna i voti dei fuoriusciti o espulsi dal Movimento 5 Stelle in vista di un esecutivo targato centrodestra. A meno di due settimane dal voto, si alza ulteriormente il livello di scontro tra le forze politiche, con lo sguardo rivolto alle possibili soluzioni alternative, qualora nessun partito o coalizione ottenga i numeri necessari per poter governare.
La prima a disegnare un possibile scenario futuro è Bonino:
“Gentiloni è un premier che potrebbe restare”, spiega, alla guida di un governo da cui però sarebbero esclusi i 5 Stelle, Lega e Fratelli d’Italia. “Finalmente Emma Bonino ha avuto il coraggio di dire chiaramente qual è l’obiettivo della sedicente coalizione di centrosinistra: un bel governo delle larghe intese con Forza Italia in perfetto stile radicale”, attacca Arturo Scotto di Leu. E Boldrini rincara la dose: “Quello al Pd e ai suoi alleati è il voto utile per riabilitare Berlusconi”.
+Europa si difende e ribatte:
“È proprio il voto a Grasso quello pro-Salvini, pro-Cav e pro-Di Maio e ai loro candidati all’uninominale antieuropei, nazionalisti e xenofobi”, spiega Benedetto Della Vedova. La diatriba sul ‘voto utile’ coinvolge tutti i partiti: anche per i pentastellati il voto al centrosinistra – o al centrodestra – è un voto valido solo “per l’inciucio”, scandisce Alessandro Di Battista.
Di tutt’altro avviso Lorenzin:
“Al di là di quello che tutti dicono, vedo altissimo il rischio di un’alleanza tra Salvini e Di Maio”.
Il leader di Forza Italia, però, si dice convinto che sarà il centrodestra a vincere e lui sarà in campo:
“Io non so se entrerò nel governo, se arriverà in tempo la possibilità di farlo: farò l’allenatore, il regista”, garantisce Berlusconi, che apre agli ex grillini: i candidati che saranno eletti ma che sono già fuori dal Movimento per la vicenda rimborsopoli potrebbero essere i ‘responsabili’ della prossima legislatura, perché, spiega l’ex premier, “non si dice mai di no a chi dice ‘sottoscrivo il vostro programma’”.
Torna a farsi sentire anche il cofondatore del Movimento, Beppe Grillo
Rinviato di un mese lo spettacolo previsto a Roma, e che quindi si terrà proprio in concomitanza con la prima seduta delle nuove Camere, il 23 marzo. L’ex comico genovese sembra rivolgersi agli elettori, e in un post sul suo blog scrive: “Non arrendiamoci a questa stupida new age fatta di psiconani e telegiornali taroccati, perché la percezione della realtà sarà pure un argomento della neurofisiologia, ma non è un delirio da pubblicitari: la scelta è sempre vostra”.
Ai 5 Stelle e al loro fondatore replica Matteo Renzi:
“Ai grillini” che “dicono che loro sono il partito degli onesti, ricordo che il Pd non prende lezioni da nessuno. Non le prende soprattutto da un partito fondato da un pregiudicato, che ha qualche problema di troppo con l’evasione fiscale e che ha inventato la sceneggiata dei rimborsi ma dimentica di dire che i cinque stelle hanno rinunciato (forse) a 23 milioni in 6 anni”.
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