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Politica

Lazio, Fabio De Lillo: la scommessa sul turismo. Ecco i punti del cambiamento in Regione

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REGIONE LAZIOFabio De Lillo è candidato nella lista di Forza Italia alla Regione Lazio per Stefano Parisi Presidente. A fronte dei suoi cinque anni nelle file dell’opposizione al Governo regionale di Zingaretti, ha un’idea molto precisa di come dovrà essere il Lazio dei prossimi anni. Lo abbiamo interpellato per capire quali sono le priorità della sua azione politica e cosa vuol fare se eletto….

De Lillo, è stato il primo ad aprire la campagna elettorale lo scorso 30 gennaio. Forte dell’esperienza di questi ultimi anni come consigliere regionale uscente, che idea si è fatto delle problematiche del Lazio? In una ipotetica graduatoria dove collocherebbe la nostra regione?
Cinque anni di totale latitanza da parte dell’amministrazione di centro sinistra rischiano di far “saltare” il Lazio. Sui rifiuti abbiamo dovuto assistere ad un penoso teatrino di rimpallo di responsabilità tra Zingaretti e la sindaca Raggi. Per non parlare della sanità: gli abitanti del Lazio si fanno curare fuori regione. Un fallimento che ci dice che medici e infermieri sono sfiniti e che i cittadini non ritengono più affidabili i servizi erogati. Insomma, se volessi inserire il Lazio in una ipotetica graduatoria, direi che abbiamo toccato il fondo.

Rifiuti, qual è la ricetta che propone De Lillo e una regione a trazione centrodestra?
La bacchetta magica non esiste, e Zingaretti e soci sono dei cantastorie. Sui rifiuti la questione sarebbe più semplice di quanto si immagina. Non c’è il coraggio di prendere decisioni su dove e come debba avvenire lo smaltimento, che da tutte le altre parti, tranne che nel Lazioo, è un guadagno per l’amministrazione. E abbiamo la Tari più alta d’Italia..

 

Sulla sanità, anche questo un capitolo spinoso… Quasi che chiunque si accinga ad aprirlo rischi di
pungersi…
L’immobilismo non porta da nessuna parte e infatti siamo fermi al palo. Pensi che solamente potenziando le strutture territoriali e aumentando le ore di utilizzo dei macchinari diagnostici potremmo abbattere del 50% le liste di attesa. E invece gli abitanti del Lazio sono costretti a farsi curare fuori regione. Il blocco del turn over – 10mila assunti in meno – ha fatto scoppiare gli ospedali pubblici mentre vanno stabilizzati 3000 operatori sanitari che sono precari da moltissimi anni. Diversamente da quanto accade oggi, la nostra Regione, forte dei suoi professionisti in ambito sanitario, deve tornare ad essere attrattiva per tanti pazienti che provengono dalle altre regioni. C’è poi tanto da fare per la realizzazione del fascicolo elettronico e della Telemedicina che sono la nuova frontiera della tecnologia applicata al settore.
Certo che se i pazienti che vengono da altre regioni si trovano a dover prendere un treno o un autobus che non passa, la questione si complica ulteriormente..

 

Che cosa ritiene debba essere fatto per migliorare il trasporto regionale?
Serve un servizio di trasporto intermodale. Se ne parla da un decennio ma Cotral e Regione non lo fanno. Un servizio che rispetti i tempi di attesa e che garantisca tutti i collegamenti. E’ ora di costruire infrastrutture strategiche per la mobilità e per lo sviluppo della Regione Lazio come il Corridoio tirrenico settentrionale e meridionale, il completamento della Civitavecchia – Orte, la realizzazione tratto Cisterna di Latina-Valmontone, con il completamento un secondo raccordo autostradale di Roma. Noi investiremo per creare nuove metropolitane a Roma, per incrementare il trasporto ferroviario e il completamento dell’anello ferroviario di Roma. E non in ultimo è essenziale il potenziamento dei Porti della Regione Lazio che tanto possono rappresentare da un punto di vista commerciale e turistico.

 

A proposito di turismo. C’è una querelle in corso a livello nazionale sulle competenze tra Stato e Regioni in questa materia. Il turismo rappresenta a livello nazionale più del 10% (oltre 180 miliardi di euro) del PIL nazionale. Il Lazio, anche grazie a Roma, è una delle regioni più frequentate dal turismo nazionale e d’oltralpe.  Si può fare di più?

Si deve fare di più. Serve una valorizzazione turistica del patrimonio artistico, ambientale, enogastronomico della provincia di Roma, soprattutto attraverso l’attivazione di strumenti utili alla digitalizzazione e alla automazione del settore e di tutto l’indotto. Pensiamo solo al fatto che in Italia il contributo del turismo comprende oltre 2 milioni e mezzo di occupati. Un dato che da solo sottolinea la necessità di considerare il turismo un settore industriale a tutti gli effetti per il quale è necessaria una nuova governance.
A proposito di industria, anche il Lazio ha subìto gli effetti della crisi economica di questi ultimi anni e le imprese sono in grande difficoltà: un tessuto sociale fatto di tante piccole e medie imprese che fanno fatica a trovare un interlocutore che ascolti le loro problematiche e, soprattutto, che voglia risolverle.

Come pensa si possa riagganciare la crescita economica per chi vive questi disagi?
Basterebbero poco, ma che sia fatto. Si parla da anni di semplificazione e burocrazia zero. Ma grazie a Zingaretti nulla è stato fatto nei rapporti con la pubblica amministrazione. Il credito è solo per gli amici e invece va concesso a chi dimostra capacità e idee. Serve subito la riduzione dell’addizionale Irpef regionale, attualmente al 3,3%, la più alta d’Italia. E, non in ultimo, una rete di sostegno per l’accesso ai fondi europei regionali.

 

A proposito di questo, sappiamo dagli ultimi dati della Corte dei Conti che siamo una delle Regioni che spende poco e male i fondi europei. Eppure l’Italia in generale si è collocata al quinto posto tra i maggiori contribuenti netti dell’UE. Si può invertire la rotta?
I fondi europei sono il vero snodo per rimettere in moto l’economia di una regione, per imprese, associazioni e cittadini. Ma la regione non riesce a spenderli come dovrebbe e l’accesso ai bandi è riservato ancora oggi a pochi intimi. Immagino la creazione di un albo regionale di professionisti riconosciuti che sappia coadiuvare tutti i soggetti che non hanno gli strumenti per potervi accedere autonomamente. In questo modo non ci troveremmo più costretti a rimandare in Europa gran parte delle risorse che potremmo invece utilizzare per la nostra economia.

 

Un’ultima domanda. Quarto di sette fratelli, la provenienza da una famiglia numerosa e cresciuta nel solco dei valori cattolici ha segnato molta parte delle sue azioni politiche, dedicando particolare attenzione alla tutela della famiglia, al valore della vita e alla cura dei più fragili. C’è tanto da fare vista la soglia di povertà e di disagio così diffusa?
Sì, c’è ancora tanto da fare. Per alcuni versi, l’approccio laico verso tanto disagio e che va tanto di moda oggi non mi pare abbia prodotto risultati così esaltanti dal punto di vista sociale. Rivendico le mie radici e penso che vada fatto un grande lavoro per rimettere al centro la famiglia con azioni a sostegno della genitorialità e della vita, per contrastare la violenza di genere, per sostenere chi vive tutti i giorni a contatto con la disabilità. La Regione è il primo avamposto dello Stato e deve saper occuparsi anche di questi temi, diversamente non avrebbe senso di esistere. Questo è quello che penso e il motivo per il quale dedico ancora la mia quotidianità alla politica.

Castelli Romani

Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

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“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

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Castelli Romani

Monte Compatri, è scontro a colpi di post tra il sindaco Francesco Ferri ed il consigliere Marco de Carolis

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Lo scontro monticiano all’indomani del Consiglio Comunale di venerdì prosegue serrato sempre a colpi di post su Fb.
Da una parte l’attuale sindaco, Francesco Ferri, dall’altra il consigliere Marco de Carolis, già sindaco di Monte Compatri.
Stavolta la “tenzone” si sposta su l’ex Centro Logistico dei Rifiuti che, con ordinanza sindacale n. 14 del 21 maggio 2024 il sindaco di Monte Compatri sceglie quale sede del Centro Operativo Comunale – C.O.C. (ricordiamo che trattasi dello stesso centro che con nota prot. 133430 portava la Tekneko a richiedere una “delocalizzazione del Centro Logistico di via delle Cannetacce in altra area, possibilmente nei pressi del Centro di Raccolta comunale sito in Pantano Borghese, in relazione all’esigenza di ottimizzare ed efficientare la gestione del Servizio di igiene urbana” confermata con delibera di giunta n. 64 del 9 maggio 2024, ed oggetto, successivamente al malore di Marco, il dipendente Tekneko licenziato, di verifica da parte dell’Ispettorato del Lavoro che stante alle parole del rappresentante sindacale Cobas “non idoneo”).

il post del sindaco di Monte Compatri, Francesco Ferri

Per primo, nelle prime ore del pomeriggio di domenica, il sindaco Francesco Ferri da “in pasto” alla rete la pec del consigliere de Carolis con un post titolato “Giù le mani dalla Protezione Civile”.

la pec del consigliere comunale, avvocato Marco de Carolis

Nella pec, datata 16 luglio 2024, il consigliere de Carolis chiede alla Polizia Locale ed ai Carabinieri di Monte Compatri di “accertare” che i lavori compiuti dentro tale struttura, tenuta in consegna da Tekneko, come indicato dalla PEC, fino al 27 giugno 2024 con la restituzione delle chiavi, fossero stati eseguiti “nel rispetto della normativa vigente urbanistica (ovvero fossero stati autorizzati dall’Ente preposto)”.
Il sindaco parla di “… lavori di “edilizia libera” indispensabili se si voleva fronteggiare con determinazione e immediatezza ogni possibile criticità. Vedi l’emergenza incendi che in queste ore sta affliggendo drammaticamente il nostro territorio …”, e prosegue indicando che “… lo stabile in prossimità del centro urbano, oltre ad essere strategico per la tempestività con cui si possono garantire i singoli interventi, riesce ad ospitare la vasca di oltre 20.000 litri a servizio degli elicotteri di Protezione Civile Regionale, non ultimo tutte quelle infrastrutture tecnologiche in grado di assolvere ad ogni risposta e comunicazione con la Sala Operatoria …”.
Nel concludere definisce la pec inviata dall’ex sindaco de Carolis “il tentativo di fuggire con un certo imbarazzo a quanto richiesto a Carabinieri e Polizia Locale” e la stessa ricalchi “… l’inadeguatezza di certi Consiglieri Comunali che preferiscono la guerriglia politica, anziché stringersi al prezioso lavoro dei Volontari …”.

il post del consigliere comunale, avvocato Marco de Carolis

Per tutta risposta, poche ore dopo, il consigliere de Carolis, con la sua “ironia proverbiale” risponde che “… sia nella mozione che nella PEC, non si menziona mai l’Associazione Beta 91 né la Protezione Civile. E non si menziona semplicemente perché la Protezione Civile non c’entra nulla …” e rincarando la dose aggiunge “… nell’intervallo temporale suddetto (dall’ordinanza sindacale del 12 maggio alla restituzione delle chiavi all’amministrazione comunale il 27 giugno nds), non c’è neanche l’ombra della Protezione Civile, nulla di nulla. Tirare in ballo il nostro Corpo di Volontari per farsene scudo a fronte di una condotta politico-amministrativa che andrebbe invece spiegata ai cittadini alimenta i dubbi, anziché fare luce su una vicenda a dir poco opaca.
Visto il precedente, con il malore di un dipendente completamente ignorato da sindaco e assessori, come consigliere di opposizione mi sembra il minimo assicurarmi della correttezza formale e sostanziale di interventi che possono incidere sulla sicurezza dei luoghi di lavoro …”
.
Quello che appare da un confronto dei due post è semplice:
Tekneko con nota 3385/24 del 12 maggio 2024 comunicava al Comune, stante la pec inviata dal consigliere de Carolis, che il Centro Logistico sarebbe rientrato nelle disponibilità del Comune ma, prosegue la PEC, “senza tuttavia procedere alla restituzione delle chiavi”;
il sindaco con ordinanza sindacale del 12 maggio destina i locali a Centro Operativo Comunale;
il 27 giugno la Tekneko restituisce le chiavi al comune e, all’ingresso nella struttura con sopralluogo da parte del Responsabile Ufficio Ambiente, Michela del Frate, l’amministrazione comunale sembrerebbe trovarsi di fronte a locali “oggetti di manutenzione straordinaria”, come indicato dalla pec a firma del consigliere de Carolis..
Una “battaglia di post” che sta portando diverse fazioni sulle opposte barricate dimenticando la necessità da parte dell’intera classe politica monticiana di dare risposte a quesiti posti e manifestati.
Quello che non è abbastanza chiaro dalle dinamiche e dalle risposte dei due post è chi sia l’autore di detti lavori e chi ne sia, chiaramente, il committente visto che il Comune rientra in possesso di detti locali solo alla data del 27 giugno 2024.

Anche stavolta proveremo a chiedere anche noi all’amministrazione di Monte Compatri chi sia stato effettivamente il committente di detti lavori e quale sia stato il motivo della lunga attesa per la restituzione delle chiavi da parte di Tekneko.

nella foto di copertina dell’articolo l’ex Centro Logistico dei Rifiuti del Comune di Monte Compatri in via Fontana delle Cannetacce, oggi sede del Centro Operativo Comunale – C.O.C.

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Castelli Romani

Monte Compatri: non si placano le polemiche post Consiglio Comunale

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Non si placano le polemiche all’indomani del Consiglio Comunale di Monte Compatri del 26 luglio scorso (vedi nostro articolo https://www.osservatoreitalia.eu/monte-compatri-divampano-le-polemiche-dopo-il-consiglio-comunale-del-26-luglio/).

uno dei post del presidente della Protezione Civile Beta ’91 – Monte Compatri

Stavolta interviene sui social anche il presidente delle Protezione Civile Beta’91 – Monte Compatri, Andrea Sciacqua, responsabile del cantiere Tekneko sempre nello stesso comune, che, dopo un post in cui si rivolgeva in modo “ironico” ad un consigliere comunale non meglio identificato “e anche oggi siamo andati al mare consigliere …”, oggi pomeriggio, in un lunghissimo post di sfogo attacca alcuni consiglieri di minoranza del Comune di Monte Compatri, che, stante le sue parole, “agiscono di sponda servendosi di seconde o terze persone per colpirti nel tentativo subdolo di estrometterti da ogni ruolo o ambito.”.

l’inizio del lunghissimo post di sfogo di Andrea Sciacqua pubblicato su fb

Un’accusa forte all’indirizzo di alcuni consiglieri comunali di minoranza corredata da alcune fotografie che lo mostrerebbero lo stesso Sciacqua coinvolto in una ipotesi di reato ex art. 595, comma 3, e 612 c.p. (diffamazione a mezzo stampa e minaccia n.d.s.) ed una citazione per i fatti inerenti alla rimozione, il giorno 11 marzo 2024, del lucchetto del Centro Sportivo di Monte Compatri.

la citazione ex art. 161 comma 1 c.p.p. dove si informa Andrea Sciacqua delle ipotesi di reato
la citazione sui fatti occorsi l’11 marzo 2024 presso il Centro Sportivo di Monte Compatri

Lo stesso Andrea Sciacqua risulterebbe essere, poi, lo stesso responsabile del cantiere Tekneko che consegnò l’ordine di servizio a Marco, il lavoratore poi licenziato, che la mattina del 24 aprile rischiò di morire (leggi intervista completa al link www.osservatoreitalia.eu/monte-compatri-caso-tekneko-intervista-a-domenico-teramo-responsabile-cobas/).
Una situazione preoccupante perché mostra l’acuirsi di un confronto politico ben oltre le sale di Tinello Borghese ed evidenzia, con veemenza, come la situazione locale stia scemando in un confronto più personale che sui contenuti aggravato da risvolti giuridici che corrono il rischio di poter estromettere “sulla carta”, alcune figure coinvolte, da quel ruolo di “terzietà istituzionale” che dovrebbe appartenergli.

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