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Macerata, Mastropietro e Traini: quali sono i fili conduttori che incrociano i due casi?

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MACERATA – La città di Macerata si è nuovamente svegliata sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori e l’assedio di giornalisti e telecamere a seguito della tentata strage accaduta ieri, 3 febbraio, per mano del 28enne Luca Traini. L’uomo si trova adesso nel carcere di Montacuto, accusato di aver tentato una strage di stampo razzista poiché ha  ferito a colpi d’arma da fuoco sei stranieri. Una strage avvenuta a pochi giorni dal macabro rinvenimento dei resti della giovane Pamela Mastropietro, 18enne romana uccisa, fatta a pezzi e occultata all’interno di due trolley abbandonati nelle campagne del Maceratese: è possibile che vi sia un filo conduttore, anche flebile, tra le due vicende?

Sembrerebbe infatti che la morte di Pamela Mastropietro sarebbe il fulcro della tentata strage

Luca Traini avrebbe raccontato agli inquirenti: “ero in auto e stavo andando in palestra quando ho sentito per l’ennesima volta alla radio la storia di Pamela. Sono tornato indietro ho aperto la cassaforte e ho preso la pistola”. Dalle indagini non è emerso nessun collegamento tra Luca Traini e Pamela Mastropietro, dagli accertamenti è stato appurato che i due non si conoscevano. La famiglia di Pamela ha precisato “non aveva mai conosciuto Traini”. Il 28enne adesso si trova rinchiuso nel carcere di Montecuto, stessa struttura in cui è rinchiuso il nigeriano Innocent Oseghale, presunto assassino della 18enne. Due vicende geograficamente vicine, accomunate dalla stessa brutalità ed efferatezza ingiustificata, ma al contempo così lontane sotto il profilo criminologico.

Quali sono i fili conduttori che incrociano i due casi?

Al di là dell’ideologia politica supportata da Traini, quali possono essere le ragioni che lo hanno indotto a compiere un gesto così folle? Interrogativi che troveranno certamente risposta nelle indagini in corso in mano agli inquirenti.

Proseguono senza sosta, e in parallelo, le indagini sulla morte di Pamela Mastropietro

Il gip ha convalidato l’arresto di Innocent Oseghale, accusato di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere. E’ stata disposta la custodia in carcere, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Numerosi gli indizi a suo carico del 29enne nigeriano con alle spalle precedenti per droga: in Via Spalato, dove viveva da solo, sono stati rinvenuti i vestiti di Pamela sporchi di sangue e tracce sul balcone, si apprende inoltre che due testimoni lo avrebbero visto con la ragazza e successivamente con i due trolley.

E’ stato inoltre trovato lo scontrino di una farmacia, dove la vittima aveva comprato una siringa

Gli investigatori ritengono che probabilmente la giovane sia morta, proprio in quella casa, per overdose o uccisa. Si ritiene inoltre, che il suo corpo sia stato sezionato con strumenti meccanici o da taglio ma non elettrici, dato che nessuno avrebbe sentito rumori. Ma se il corpo fosse stato sezionato altrove? Sono soltanto ipotesi, certo, ma non bisogna escludere nulla. Numerosi sono gli interrogativi che si pongono gli inquirenti: come è avvenuto l’incontro tra la vittima e il carnefice e perché? Ci sono dei complici? Ma è possibile che tanta ferocia, brutalità e accuratezza nel sezionare il corpo e occultarlo sia opera di una sola persona? E’ possibile che vi possano essere altre persone coinvolte? Innocent nega di essere coinvolto nell’omicidio e dice “non l’ho uccisa io”, coinvolgendo altre persone che, sentite dagli inquirenti, risultano estranee ai fatti. L’uomo è un richiedente asilo con carta di soggiorno scaduta nel 2017, ha una figlia e una compagna ma non vivono con lui. All’interno del suo appartamento sono stati trovati 70 grammi di Hashish, ma non è stata trovata eroina. Come mai Pamela aveva una siringa? E se l’eroina non ce l’aveva Innocent, chi gliela doveva procurare? Forse qualcuno nel giro della droga conosce dettagli ulteriori sulla morte della giovane e preferisce tacere onde evitare ritorsioni? Dalle indagini è stato appurato che Oseghale ha chiesto ad un conoscente di accompagnarlo in campagna per abbandonare i due trolley. Il giorno dopo, a seguito del macabro ritrovamento, l’accompagnatore avrebbe ben compreso quanto accaduto.

L’uomo nega di essere coinvolto nell’omicidio della giovane e avrebbe fatto i nomi di altre due persone estranee ai fatti

Ma è possibile che tanta ferocia, brutalità e accuratezza nel sezionare il corpo e occultarlo sia opera di una sola persona? E’ possibile che vi possano essere altre persone coinvolte? Tutto è possibile, gli inquirenti non escludono che possano emergere coinvolgimenti di terze persone, le indagini, quindi, sono ancora in corso. Pamela Mastropietro era ospite dal mese di ottobre presso la comunità di recupero “Pars”, dove stava lottando con la sua dipendenza dalle droghe. “Tutto passa” scriveva in calce sul suo profilo facebook, un messaggio di speranza scritto da una ragazza che amava la vita, stare con i suoi amici, con il suo ragazzo che l’amava tanto.

Una tranquillità che improvvisamente si è tramutata in angoscia e senso di vuoto quando il 29 gennaio, Pamela si era allontanata volontariamente dalla comunità, lasciando i documenti e il telefono ma portando con se soltanto un trolley: era forse lo stesso che pochi giorni dopo conteneva parti del suo corpo? Immediatamente sono scattate le ricerche ed è stato lanciato un appello dalla trasmissione “Chi l’ha visto?”. Non passava di certo inosservata Pamela, era una bella ragazza alta un metro e 65, aveva i capelli castani e occhi castani, che in passato aveva già tentato di andar via da un’altra comunità in cui era ospite. Il cadavere della giovane è stato rinvenuto mercoledì mattina da un automobilista che aveva notato i due trolley in via dell’Industria, nei pressi di una villetta. L’automobilista pensò inizialmente che all’interno dei trolley vi fosse droga o refurtiva, ma all’arrivo dei Carabinieri la macabra scoperta: il corpo della giovane era fatto a pezzi, privo di vestiti, resti perfettamente puliti e nessuna traccia ematica.

Chi ha ucciso Pamela? Perché?

Tante le ipotesi formulate in merito alla morte della giovane e tanti gli interrogativi che balenano nella mente degli investigatori. Gli inquirenti hanno acquisito i video del sistema di sorveglianza della villetta di fronte al luogo in cui sono stati abbandonati i due trolley, sono stati ascoltati i residenti  e i proprietari degli immobili. Dal modus operandi si evince che ci troviamo di fronte un killer abile, meticoloso e professionista, che non ha certamente lasciato nulla al caso. La vicenda riporta alla mente un caso analogo risalente al 4 novembre scorso. Siamo ad Alice Castello (Vercelli), località Sorti, alcuni cacciatori lombardi rinvengono una valigia chiusa e allarmati dall’odore forte decidono di aprire: al suo interno vi è un corpo in avanzato stato di decomposizione, in posizione fetale. Non vi erano scarpe né vestiti ma brandelli di tessuto. La valigia in cui è stato rinvenuto il corpo era di colore blu scuro. Non è stato possibile stabilire se si trattasse di un uomo o di una donna a causa dell’avanzato stato di decomposizione. Ma è stato realmente detto tutto sulla morte di Pamela Mastropietro? Dai primi riscontri investigativi pubblicati su “Il Tempo” sembrerebbe che la giovane, prima di essere fatta a pezzi sia stata sviscerata: sembra infatti che il suo cuore e le sue viscere sia state fatte sparire. Sembrerebbe infatti che l’assassino si sarebbe sciacquato le mani con la candeggina per far perdere le tracce del dna della giovane. Si ipotizza quindi un rito voodoo?

Angelo Barraco

 

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Macabro ritrovamento a Vignale: Il mistero dei resti di neonati in una villetta di Parma

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A Vignale di Traversetolo, Parma, la scoperta dei resti di un neonato e forse di un altro bambino ha sconvolto la tranquilla comunità. I corpi, rinvenuti in un giardino di una villetta abbandonata, hanno portato all’accusa di omicidio e occultamento di cadavere per una ragazza di 22 anni. L’autopsia sul primo neonato ha confermato che il piccolo era nato vivo, ma le cause del decesso restano ignote. Le indagini proseguono sotto il massimo riserbo, con i RIS sul posto e la villetta sotto sequestro.

A dare l’allarme è stato un vicino, e i resti sono stati ritrovati a distanza di un mese l’uno dall’altro. La comunità di Traversetolo, circa 10mila abitanti, è sotto shock, e i dettagli emersi non fanno che aumentare l’angoscia. Il sindaco Simone Dall’Orto ha descritto il quartiere come un’area benestante e tranquilla, dove nessuno si sarebbe aspettato una tragedia del genere.

Gli inquirenti stanno interrogando la giovane e il suo fidanzato, cercando di capire se la ragazza abbia agito da sola o se ci siano stati complici. Il fidanzato, che ha dichiarato di non sapere nulla della gravidanza, ha affermato che la loro relazione si era raffreddata negli ultimi tempi. Un dettaglio significativo è che la giovane era appena tornata da un viaggio in America, postando foto sui social mentre emergevano le notizie sul ritrovamento del cadavere.

La vicenda è ancora avvolta nel mistero, e si attendono ulteriori sviluppi dalle indagini, che potrebbero portare alla scoperta di altri corpi e chiarire le dinamiche di questo oscuro dramma.

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Germania, stretta sui controlli ai confini: un esempio per l’Italia?

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Il governo tedesco introduce controlli rigorosi. Italia pronta a valutare la stessa via per la sicurezza nazionale

Il governo tedesco ha deciso di ripristinare i controlli alle frontiere per sei mesi, sospendendo temporaneamente l’accordo di Schengen. L’iniziativa, annunciata dal cancelliere Olaf Scholz e dal ministro dell’Interno Nancy Faeser, mira a combattere l’immigrazione clandestina e identificare potenziali estremisti islamici. Faeser ha dichiarato: “I controlli ci permetteranno di fermare i criminali e proteggere la sicurezza nazionale”.

In Italia, il governo osserva con attenzione. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha elogiato l’approccio tedesco, affermando che “l’Italia dovrebbe considerare misure simili per garantire il controllo dei flussi migratori e migliorare la sicurezza”.

Anche Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha espresso sostegno all’iniziativa, sottolineando la necessità di un rafforzamento delle frontiere esterne dell’UE.

Dall’opposizione italiana, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato la misura, sostenendo che “questo approccio può danneggiare la solidarietà europea”. Schlein ha insistito sulla necessità di politiche migratorie basate sulla condivisione delle responsabilità tra i paesi membri.

Sul fronte tedesco, i Verdi hanno espresso perplessità, ribadendo che i controlli non devono compromettere i diritti umani e chiedendo una maggiore attenzione agli aspetti umanitari della migrazione. Il partito di destra Alternativa per la Germania (AfD), invece, ha applaudito la decisione, richiedendo controlli ancora più severi.

Queste misure giungono in un momento in cui l’Europa è di fronte a una crescente pressione migratoria, e la cooperazione tra gli Stati membri appare cruciale. L’approccio della Germania, sebbene temporaneo, potrebbe fornire spunti per l’Italia, che sta cercando soluzioni a lungo termine per affrontare la gestione dei flussi migratori.

Meloni: Lavoriamo a soluzioni innovative sui migranti, occhi puntati sul modello Albania

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo l’incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer, ha ribadito la volontà di esplorare nuove strategie per la gestione dei migranti, con particolare attenzione al protocollo Italia-Albania. Meloni ha dichiarato che il progetto richiede ulteriore lavoro, ma potrebbe rappresentare un modello innovativo in Europa per processare le richieste d’asilo. Sottolineata anche la necessità di intensificare la lotta al traffico di esseri umani, unendo forze di sicurezza e intelligence.

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Tentato assassinio a Donald Trump: Fermato un 58enne armato di AK47 in Florida

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Un nuovo attentato contro Donald Trump è stato sventato mentre l’ex presidente giocava a golf nel suo club di West Palm Beach, Florida. Ryan Wesley Routh, 58 anni, proveniente dalle Hawaii, ha puntato un fucile contro Trump. Un agente del Secret Service ha individuato l’arma e aperto il fuoco, mettendo in fuga Routh, poi arrestato senza opporre resistenza. Il sospettato è ora sotto custodia della polizia.

L’FBI ha avviato un’indagine sul tentato omicidio, mentre il movente di Routh rimane oscuro. Tra i suoi post sui social, si evidenzia un forte interesse per la guerra in Ucraina, dove ha tentato di reclutare persone per la causa di Kiev.

L’ex presidente Trump, rassicurando i suoi sostenitori, ha dichiarato: “Sto bene, non mi arrenderò mai”. Questo è il secondo attentato nei suoi confronti in due mesi, aumentando le preoccupazioni per la sua sicurezza.

Il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris sono stati tempestivamente informati dell’episodio. Harris ha espresso sollievo dichiarando: “Sono felice che stia bene. La violenza non ha posto in America”. Anche Biden ha condannato l’episodio, sottolineando l’importanza della pace e della sicurezza nel paese.

Le misure di sicurezza attorno a Trump sono state intensificate, con la presenza di cecchini a protezione immediata durante l’evacuazione. Le indagini proseguono, mentre l’episodio aumenta la tensione in vista delle prossime elezioni, a soli 51 giorni dall’apertura dei seggi.

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