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Angelo Parca
Se vogliamo parlare di fine del mondo, black out, allineamento catastrofico di pianeti lo possiamo anche fare, ma rimane una chiacchiera seppur affascinante. La Nasa smentisce categoricamente tutto questo parlare. “Dec. 21, 2012 – si legge sul sito Nasa – won't be the end of the world as we know, however, it will be another winter solstice”. Non ci sarà la fine del mondo, comunque, ci sarà un’altro solstizio d’inverno.
Dunque per la Nasa non ci saranno allineamenti planetari nei prossimi decenni e anche se questi allineamenti dovessero verificarsi, i loro effetti sulla Terra sarebbero trascurabili. Un allineamento che maggiormente può essere ricordato c’è stato nel 1962, per esempio, e altri due successivamente nel 1982 e nel 2000.
Ogni dicembre la Terra e il sole si allineano con il centro approssimativo della Via Lattea, ma questo è un evento annuale di nessuna conseguenza.
Il ventuno di dicembre alle ore 11h11m18s UTC si verificherà il solstizio d’inverno. Il solstizio d’inverno segna il momento in cui il Sole, nel suo percorso apparente lungo l’eclittica, termina la fase di discesa, e pertanto raggiunge il punto più basso nel cielo (solstizio, dal latino “solis statio”: fermata, arresto del Sole).
Il ventuno dicembre sarà la giornata più corta dell’anno, e il sole raggiungerà al mezzogiorno la sua minima altezza nel cielo, che varierà in funzione della latitudine (per la nostra, l’altezza sarà pari a poco più di 25°30′).
Sin dall’antichità il solstizio d’inverno è visto come un momento particolare e magico, ricorrente in tutte le culture. Per molte divinità questo momento rappresentava la vittoria del Sole sulle tenebre.
Infine perché dare la caccia a questi poveri Maya ai quali gli si può attribuire precisione, lungimiranza ma affatto il calcolo e la predizione della fine del mondo. Il calendario Maya non finisce il 21 o 23 dicembre 2012. Sono gli stessi Maya a comunicarcelo. Il gruppo di ricerca di William Saturno, archeologo della Boston University, ha scoperto nel 2010 dei murali, semisepolti sotto 1200 anni di fango nella giungla in Guatemala, a Xultun, che sono stati portati integralmente alla luce di recente.
In questi murali c'è un calendario astronomico Maya, realizzato nell'813 o 814 dopo Cristo, che riporta calcoli di eventi collegati alle stelle fino a 7000 anni nel futuro. La fine del mondo nel 2012 non ha mai fatto parte della cultura Maya. Anzi, come spiega bene William Saturno nel suo articolo sulla scoperta (con immagini bellissime), "gli antichi Maya prevedevano che il mondo sarebbe continuato. Era quello il loro obiettivo. Non avevano previsto la fine del mondo. Ci sarebbero stati cicli, nuovi inizi – ma mai una fine […] I numeri sulle pareti sono calcoli per determinare quando sarebbe avvenuto di nuovo in futuro un certo evento cosmico.
I Maya, piuttosto cercavano la continuazione nel cambiamento. E il cambiamento ci sarà per coloro che vorranno vederlo e traghetteranno il bisogno di magia e fascino per il mistero nel 2013 con un vagone di desideri da realizzare.
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