Chiara Rai riporta in scena “Officina Stampa”: focus su medicina e casi irrisolti

Una puntata ricca di spunti e riflessioni su temi che toccano profondamente la nostra società: in diretta a partire dalle ore 19

https://youtu.be/Fr1luPdMHio

Il programma giornalistico di approfondimento Officina Stampa, condotto dalla giornalista Chiara Rai, torna oggi, 26 settembre, con una nuova puntata che promette contenuti di grande interesse. Il format, noto per affrontare temi di cronaca, politica e attualità con ospiti di rilievo, si ripresenta con un ricco parterre di protagonisti che contribuiranno a un dibattito stimolante e variegato.

Tra gli ospiti principali della puntata di oggi ci sarà Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella Gregori, la ragazza misteriosamente scomparsa nel 1983 in circostanze mai del tutto chiarite. La sua testimonianza rappresenta un’importante occasione per mantenere viva la memoria di un caso ancora irrisolto che ha segnato profondamente l’opinione pubblica italiana.

Un altro ospite d’eccezione sarà la biologa e genetista forense Marina Baldi, esperta nel campo delle indagini scientifiche applicate alla criminologia, che offrirà il suo contributo nella comprensione dei casi più complessi legati alla genetica e alla scienza forense.

Non mancheranno temi di grande impatto anche dal punto di vista medico-scientifico: il dottor Franco Arrigoni, Dirigente Responsabile della Chirurgia vitreo-retinica presso l’Ospedale dei Castelli, parlerà degli avanzamenti della chirurgia alla cornea. Arrigoni è autore di numerosi interventi innovativi che hanno permesso a molte persone di recuperare la vista dopo anni di cecità, un tema che rappresenta una speranza concreta per migliaia di pazienti in Italia e nel mondo.

Tra gli interventi in programma, che arricchiranno la discussione, quelli dell’opinionista Azzurra Marinelli per cogliere le sfumature dei casi più complessi, interpretando la realtà con equilibrio tra sensibilità e rigore, del blogger Massimiliano Baglioni, noto per i suoi interventi puntuali sui temi di attualità, e di Ginevra Galea, studentessa che porterà il punto di vista delle nuove generazioni su tematiche di rilievo.

Officina Stampa è pronta a tornare con forza nel panorama dell’informazione, offrendo uno spazio di confronto unico e autorevole, con un mix di temi che spaziano dalla cronaca nera alla politica, passando per scienza e medicina.

La nuova stagione, sotto la guida esperta di Chiara Rai, promette di essere ancora una volta un punto di riferimento per chi cerca informazione e approfondimento di qualità.

Non perdete l’appuntamento con Officina Stampa, oggi, 26 settembre, per una puntata ricca di spunti e riflessioni su temi che toccano profondamente la nostra società.




Putin: “Armi Nucleari pronte in caso di aggressione” – Rischio escalation con l’Ucraina

La nuova dottrina russa minaccia una risposta nucleare anche contro attacchi convenzionali sostenuti da Stati nucleari come gli USA. L’Occidente reagisce con fermezza

Vladimir Putin ha nuovamente alzato il livello della tensione nel conflitto tra Russia e Ucraina, minacciando il possibile utilizzo di armi nucleari. Durante un incontro con il Consiglio di sicurezza russo, Putin ha dichiarato che la Russia si riserva il diritto di ricorrere al nucleare in caso di aggressione contro la Federazione Russa o la Bielorussia, anche se l’attacco fosse condotto con armi convenzionali. Il messaggio non è rivolto solo a Kiev e al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma anche agli Stati Uniti e al presidente Joe Biden, principali sostenitori dell’Ucraina nella guerra.

Putin ha inoltre esplicitato che anche un’aggressione compiuta da uno Stato non nucleare, ma con il sostegno di una potenza nucleare, sarà considerata un attacco congiunto contro la Russia. Questo è un chiaro riferimento agli Stati Uniti, che continuano a inviare massicci aiuti militari all’Ucraina, come il nuovo pacchetto da 375 milioni di dollari recentemente approvato.

La nuova dottrina nucleare di Mosca

La modifica della dottrina nucleare russa include anche un’ulteriore ipotesi che potrebbe portare al ricorso alle armi atomiche: se la Russia rilevasse un attacco massiccio di missili, aerei o droni contro il proprio territorio. Questa è una diretta allusione alla crescente capacità militare dell’Ucraina, che negli ultimi mesi ha guadagnato terreno, controllando porzioni della regione russa di Kursk e potendo lanciare attacchi in profondità sul territorio russo, danneggiando infrastrutture militari cruciali.

Messaggio agli Stati Uniti e all’Occidente

La minaccia di Putin è anche indirizzata a Washington, che finora non ha dato l’ok all’Ucraina per l’uso dei missili a lungo raggio Atacms contro la Russia. “La situazione politico-militare sta cambiando rapidamente e dobbiamo adattarci. Nuove minacce emergono contro la Russia e i suoi alleati”, ha dichiarato Putin, nel tentativo di scoraggiare un’escalation del sostegno militare occidentale a Kiev.

Negli ultimi mesi, Mosca ha ripetutamente sottolineato la superiorità del suo arsenale nucleare tattico rispetto a quello presente in Europa, sostenendo che l’Europa sarebbe vulnerabile in caso di conflitto nucleare. Il messaggio di Putin giunge a meno di tre mesi dalle sue precedenti dichiarazioni, in cui aveva ricordato la capacità russa di sopraffare qualsiasi difesa europea.

Reazioni internazionali

Le minacce nucleari del Cremlino non hanno mancato di scatenare reazioni da parte della comunità internazionale. Il presidente ucraino Zelensky, che si trova a New York per presentare il suo piano per la vittoria, ha ricevuto il sostegno del capo del suo staff, Andriy Yermak, il quale ha dichiarato: “La Russia non ha più i mezzi per intimidire il mondo, se non attraverso il ricatto nucleare. Ma questi strumenti non funzioneranno”.

Dall’altra parte dell’Atlantico, l’amministrazione Biden mantiene una posizione ferma. Bill Burns, direttore della CIA, ha recentemente ridimensionato le minacce nucleari di Putin, invitando i Paesi occidentali a non cedere al ricatto: “Non possiamo permetterci di farci intimidire da questo rumore di sciabole”, ha dichiarato Burns.

Anche in Europa, i toni sono stati duri. Il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, ha commentato: “Le minacce nucleari di Putin sono irresponsabili e pericolose. Non ci lasceremo intimidire. La comunità internazionale deve rimanere unita nel condannare qualsiasi uso di armi di distruzione di massa”. In Francia, il presidente Emmanuel Macron ha ribadito l’impegno della NATO e dell’Unione Europea a sostenere l’Ucraina: “Non permetteremo che la sicurezza europea sia minata dalle minacce di Putin. La risposta a qualsiasi attacco sarà ferma e collettiva”.

Nel frattempo, la diplomazia statunitense e europea sta cercando di evitare che la situazione degeneri ulteriormente, ma il clima di tensione resta altissimo. Con il conflitto che si intensifica e l’Ucraina che continua a guadagnare terreno, il rischio di un’escalation nucleare diventa una minaccia sempre più concreta, rendendo ancora più cruciale il ruolo delle istituzioni internazionali e dei leader mondiali nella ricerca di una soluzione diplomatica che scongiuri scenari catastrofici.




Amatrice, 7 anni dopo il sisma: la Polizia Stradale ancora nei container. L’appello del SAP e le reazioni politiche

Tra promesse di ricostruzione e ritardi burocratici, le forze dell’ordine continuano a operare in condizioni precarie

A sette anni dal devastante terremoto che ha sconvolto il Centro Italia nella notte del 24 agosto 2016, la ricostruzione di Amatrice procede con lentezza esasperante, lasciando ancora aperte numerose ferite. Tra queste, spicca la condizione in cui versano le forze dell’ordine, costrette a operare in un container, lontano da una sede adeguata.

Ricostruzione dei fatti: Il sisma del 2016 ha raso al suolo gran parte del centro storico di Amatrice, causando 239 vittime solo in questa località. Nei giorni immediatamente successivi al terremoto, le forze dell’ordine si sono trovate a operare in condizioni di emergenza, utilizzando strutture provvisorie per garantire la sicurezza in un territorio devastato. Quello che doveva essere un arrangiamento temporaneo si è però protratto per anni, nonostante le ripetute promesse di una rapida ricostruzione.

“È inaccettabile che, a distanza di così tanto tempo, i poliziotti di Amatrice siano ancora costretti a lavorare in un container”, denuncia Maurizio Nicoli, segretario provinciale del SAP (Sindacato Autonomo di Polizia di Stato). “Capisco le difficoltà legate alla ricostruzione, ma la presenza di un Distaccamento della polizia funzionale è fondamentale per garantire la sicurezza di un territorio che sta cercando di risorgere.”

Maurizio Nicoli, segretario provinciale del SAP

Nicoli sottolinea come la sede di polizia sia un punto di riferimento essenziale per la comunità, soprattutto in un momento delicato come quello della ricostruzione. “È difficile svolgere un servizio efficiente in condizioni di precarietà”, afferma il sindacalista, “e questo si riflette inevitabilmente sulla qualità della vita dei cittadini.”

Reazioni politiche: Il sindaco di Amatrice, Giorgio Cortellesi, ha espresso solidarietà alle forze dell’ordine: “Condividiamo pienamente le preoccupazioni espresse dal SAP. La situazione della Polizia Stradale è emblematica dei ritardi che ancora affliggono la ricostruzione. Stiamo facendo pressione su tutti i livelli istituzionali per sbloccare questa situazione.”

Il consigliere regionale del Lazio, Eleonora Berni, ha dichiarato: “La Regione ha già stanziato i fondi necessari per la nuova sede della Polizia Stradale. È inaccettabile che la burocrazia rallenti un’opera così importante. Chiederemo un’audizione urgente in commissione per capire dove si è arenato l’iter.”

Il deputato locale, Marco Fioravanti, ha annunciato un’interrogazione parlamentare: “Porterò la questione all’attenzione del Ministro dell’Interno. Non possiamo permettere che chi garantisce la nostra sicurezza lavori in condizioni così precarie.”

Prospettive future: Nonostante le difficoltà, sembra esserci una luce in fondo al tunnel. “Ho appreso che il progetto per il nuovo Distaccamento è stato approvato e che i fondi sono stati stanziati”, spiega Nicoli. “Ora manca solo che qualcuno dia il via ai lavori. Ovviamente, non chiediamo privilegi, ma semplicemente le condizioni necessarie per svolgere al meglio il nostro lavoro.”

L’appello del sindacato di polizia si inserisce in un contesto più ampio, quello di una comunità che attende con ansia il completamento della ricostruzione. Molti cittadini, infatti, vivono ancora in condizioni di precarietà, tra case inagibili e strutture provvisorie.

“Quello che chiediamo è un’accelerazione dei lavori”, conclude Nicoli. “Non solo per i poliziotti, ma per tutta la comunità di Amatrice. È ora di voltare pagina e di guardare al futuro con rinnovata speranza.”

La vicenda della Polizia Stradale di Amatrice è diventata simbolo di una ricostruzione che, nonostante gli sforzi e le promesse, fatica ancora a decollare. Mentre le istituzioni si rimbalzano le responsabilità, la comunità locale continua a guardare con speranza, ma anche con crescente frustrazione, a un futuro che tarda ad arrivare.




Scandalo a New York: Il Sindaco Eric Adams al centro di un’indagine Federale

Accuse di corruzione e legami sospetti con la Turchia scuotono l’amministrazione della “Grande Mela”

Il sindaco di New York, Eric Adams, si trova al centro di una bufera giudiziaria senza precedenti. Fonti autorevoli rivelano che il primo cittadino della metropoli statunitense è stato formalmente incriminato per almeno un reato federale, in seguito a un’indagine condotta dalla procura di Manhattan.

L’inchiesta, durata diversi mesi, ha puntato i riflettori sui presunti legami di Adams con funzionari e imprenditori turchi, nonché su alcune donazioni ricevute durante la sua campagna elettorale. Nonostante le specifiche accuse non siano ancora state rese pubbliche, la notizia ha scosso profondamente l’opinione pubblica newyorkese.

Adams, ex capitano della polizia di New York, ha sempre respinto ogni addebito, dichiarando di aver sempre agito nella piena legalità. In una recente dichiarazione, il sindaco ha affermato: “Ho sempre saputo che difendere gli interessi dei newyorkesi mi avrebbe reso un bersaglio. Se venissi accusato, ribadisco la mia innocenza e combatterò con tutte le mie forze per dimostrarlo.”

Secondo quanto emerso, il sindaco avrà alcuni giorni per consegnarsi spontaneamente alle autorità. Nel frattempo, l’atmosfera a Gracie Mansion, residenza ufficiale del primo cittadino, è tesa ma determinata. Adams, apparentemente imperturbabile, continua a sostenere di voler “fare un passo avanti, non indietro” di fronte a questa crisi.

L’incriminazione rappresenta un duro colpo per l’immagine di Adams, che si era presentato come il volto nuovo del Partito Democratico, promettendo un approccio deciso contro il crimine e un rilancio della città dopo la pandemia. Tuttavia, le sue difficoltà nell’affrontare sfide cruciali come la crisi migratoria e la sicurezza nella metropolitana, unite a critiche sul suo stile di vita notturno e su alcune scelte di spesa pubblica, avevano già minato la sua popolarità.

L’indagine ha coinvolto anche figure chiave dell’amministrazione cittadina. Negli ultimi mesi, diversi collaboratori di Adams, tra cui vicesindaci e alti funzionari, sono stati oggetto di perquisizioni e sequestri di dispositivi elettronici da parte degli investigatori federali.

Il caso ha preso una svolta decisiva lo scorso anno, quando gli agenti dell’FBI hanno perquisito l’abitazione di Brianna Suggs, responsabile della raccolta fondi per la campagna di Adams. Successivamente, anche il sindaco stesso ha dovuto consegnare i propri dispositivi elettronici agli inquirenti.

L’indagine si è concentrata anche sui legami di Adams con la comunità turco-americana e sui suoi frequenti viaggi in Turchia. Il sindaco ha sempre sottolineato la trasparenza di questi rapporti, affermando di aver visitato il paese almeno sei o sette volte e di aver firmato accordi di gemellaggio durante il suo mandato come presidente del borough di Brooklyn.

Mentre la città attende sviluppi, cresce la pressione politica su Adams. Sebbene non sia legalmente obbligato a dimettersi, la sua posizione potrebbe diventare insostenibile. In caso di dimissioni, il ruolo di sindaco passerebbe temporaneamente al difensore civico della città, Jumaane Williams, in attesa di elezioni speciali.

Questo scandalo non solo mette in discussione il futuro politico di Eric Adams, ma getta un’ombra sull’intera amministrazione di New York, sollevando interrogativi sulla trasparenza e l’integrità del governo cittadino in uno dei centri finanziari e culturali più importanti del mondo.




“Stiamo Uniti”: La proposta di legge popolare per tagliare 500 miliardi di sprechi

Dal taglio dei costi della politica al sostegno ai malati: il Comitato presenta un piano ambizioso per rilanciare l’Italia, con Maria Grazia Cucinotta come madrina

Abbiamo seguito fin dall’inizio il progetto del Comitato Stiamo Uniti.
Una proposta di legge di iniziativa popolare per eliminare subito 500 miliardi di sprechi e di malapolitica presentata il 22 aprile 2024 dal comitato promotore costituito da Adusbef, Codacons, Comitato dei 500 e Unione Popolare.
“Nessuna bandiera di partito, ma solo donne, uomini, professionisti ed imprenditori, ci spiegano durante l’incontro presso la loro sede romana, che hanno le idee chiare sui mali endemici della nostra Repubblica”.

Venerdì 27 settembre alle ore 11,30 presso l’Hotel Hive a Roma, in via Torino, 6 ci sarà la conferenza stampa indetta dal comitato promotore e moderata dalla giornalista Maria Grazia Giordano.

Madrina d’eccezione sarà l’attrice Maria Grazia Cucinotta che sin dall’inizio ha partecipato all’iniziativa dando prova concreta del suo impegno sociale.
Quando la incontrammo nel giorno della presentazione della proposta alla Suprema Corte di Cassazione colpirono profondamente l’opinione pubblica le sue parole:
“Tocco ogni giorno con mano il dolore della gente. Vedo donne e uomini elemosinare la salute che deve essere la base del vivere civile”.

Gli obiettivi della Proposta di Legge di Iniziativa Popolare

Nello specifico l’azione della Legge di Iniziativa Popolare mira a tagliare i costi della politica nazionale e locale per almeno 13 miliardi, ad abolire gli Enti inutili (10 miliardi), a recuperare le risorse dei cittadini dalle Fondazioni bancarie (39 miliardi) a vendere parte degli immobili e dei terreni pubblici (60 miliardi), ad eliminare sprechi ed inefficienze nel trasporto pubblico locale (15,5 miliardi), a velocizzare la Giustizia (40 miliardi), ad adottare il criterio della meritocrazia nelle nomine nei CdA aziendali (12 miliardi), alla cartolarizzazione concordata per il recupero dei crediti dell’Agenzia delle Entrate (251 miliardi), alla restituzione da parte di Edizioni Holding degli importi dovuti agli italiani (4,7 miliardi), alla messa a terra di progetti per l’utilizzo dell’energia geotermica per un risparmio di 23 miliardi, al taglio degli sprechi della Pubblica Amministrazione (30 miliardi).
E sono proprio 40 i miliardi che l’ambizioso progetto del Comitato “Stiamo Uniti” vuole destinare ai malati in difficoltà economiche a riprova che il senso di questa proposta punta ad un rilancio concreto del nostro Paese.

Nella foto l’architetto Roberto Mezzaroma, la dottoressa Maria Di Prato, Maria Grazia Cucinotta e l’avvocato Evandro Senatra presidente del Comitato Stiamo Uniti

Nelle parole dell’architetto Roberto Mezzaroma, noto imprenditore romano, già parlamentare europeo e da sempre impegnato nel mondo economico e sociale si legge la concretezza di questo proposta di Legge di Iniziativa Popolare che punta, entro il 31 ottobre 2024, a raggiungere le 50.000 firme:
“Abbiamo il dovere di rilanciare il nostro Paese in quanto quello che proponiamo, come già le dissi la volta scorsa, questa proposta che abbiamo messo in campo è solo un 10% di quello che il nostro Paese potrebbe risparmiare avendo la volontà di farlo”
Alla conferenza organizzata per venerdì prossimo 27 settembre presso l’Hotel Hive a Roma alle ore 11,30 saranno presenti:
l’architetto Roberto Mezzaroma, la dottoressa Maria Di Prato, l’Avvocato Evandro Senatra, il professor Antonio Gambino, il dottor Gianluca Di Ascenzo (Presidente del Codacons), il dottor Elio Lannutti (Presidente onorario di Adusbef), la dottoressa Barbara Mezzaroma e, come anticipavamo, Madrina d’eccezione l’attrice Maria Grazia Cucinotta.

Per sottoscrivere l’iniziativa si può accedere tramite ADN, SPID, CIE, CNS collegandosi al sito istituzionale del ministero della Giustizia alla pagina https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/1200000




Silent Party Letterario: Un’oasi di disconnessione nell’era digitale

Dai libri di carta alle conversazioni spontanee: come le librerie “unplugged” stanno riscoprendo il valore del silenzio e delle relazioni autentiche

Il silent party letterario è considerato un momento oramai lontano dai nostri tempi, poiché si tratta di una situazione che esclude totalmente l’uso degli apparecchi digitali per dedicarsi alla lettura o alla comunicazione con l’altro.

Sia in America che in Italia si sono istituiti questi luoghi per dare alle persone la possibilità di prendersi una pausa dal rapporto con il mondo tecnologico.

Gli studi hanno dimostrato che la possibilità di frequentare questi spazi, dove il cellulare viene consegnato all’ingresso della libreria, hanno consentito agli ospiti di godersi momenti di libertà dal digitale, ritornando, per qualche ora, alle abitudini di un passato che non tornerà più.

Ogni ospite può “rigustare” il silenzio, il mondo della comunicazione e della relazione di un tempo. La clientela dei silent party è il posto ideale di coloro che vogliono leggere un libro circondati dal silenzio, da quelle persone che desiderano riviver-si senza il digitale o i medium e da quegli individui che necessitano di parlare e costruire relazioni.

Questi luoghi, partendo da un esperimento Newyorkese, si è diffuso in Europa e quindi anche in Italia. I dati hanno rilevato percentuali positive sulla frequenza di questi ambienti, poiché rimettono in gioco la “libertà dalla dipendenza digitale, riecheggiano il desiderio di leggere un libro fatto di carta e consentono di comunicare senza la necessità di controllare se è arrivato un sms o una mail.

Sono spazi lontani dal digitale che “risentono l’eco dello sfogliare un libro”, di una parola detta sottovoce e di relazioni spontanee.

Rappresentano un ritorno al passato, alle “vecchie” discussioni nate tra amici senza essere costretti ad utilizzare la tecnologia. Si entra in una sorta di biblioteca, ma senza i cellulari, i computer e le cuffie.

È un’esperienza innovativa che toglie lo stress dell’attesa di un vocale su whatsapp, di un messaggio o di una telefonata.

Questa novità interrompe la routine dal quotidiano e dall’uso degli smartphone.
È un’opportunità per rivivere quello che il digitale ha portato via: la comunicazione verbale e non verbale, la gestualità, la prossemica, l’interesse e la socializzazione.

Tra un libro e l’altro, c’è chi scambia due chiacchere con il vicino, c’è chi si fa una risata e vive spensierato rispetto al legame artificiale creatosi con la tecnologia.
Chi entra in questi luoghi mette alla prova sé stesso, ma soprattutto rivive il piacere di un passato trascorso.

Non che la tecnologia sia sbagliata, ma, al giorno d’oggi, l’ossessione e l’abuso nell’utilizzo dei pc e degli smartphone ha “ucciso” la spontaneità, la leggerezza e l’indipendenza.
Pertanto, di fronte ai nuovi progetti, chi vuole sperimentare un mondo non digitalizzato può usufruire di questi spazi dove ritrovare la libertà dai vincoli tecnologici.




Harry Potter Campioni di Quidditch, sfide fra i cieli a caccia del boccino d’oro

Da sempre chi ama l’universo di Harry Potter sogna di poter prender parte a una partita di Quidditch, lo sport che vede maghi e streghe affrontarsi in una partita, simile a un misto di calcio e rugby, con la differenza che si “corre” a cavallo di un manico da scopa. Ebbens, grazie a Harry Potter Campioni di Quidditch, nuovo videogame per Pc, Switch, Xbox e Playstation, tutto questo è finalmente possibile. Annunciato nel 2023, il titolo si presenta principalmente come un gioco multiplayer competitivo basato sullo sport ideato da J.K. Rowling. Il gioco permette ai giocatori e alle giocatrici di sfidarsi in squadre, prendendo parte a partite di Quidditch nei diversi ruoli tradizionali del gioco: Cacciatore, Battitore, Portiere e Cercatore, e proprio come nei libri e nei film bisognerà schivare i bolidi, fare gol con la pluffa e acchiappare l’inafferrabile boccino d’oro. Ovviamente, trattandosi di un videogioco, per rendere l’esperienza più godibile sono state apportate alcune modifiche al regolamento: primo fra tutti il punteggio, la partita infatti non finisce automaticamente con la cattura del boccino d’oro, e quest’ultimo vale solo 30 punti, contro i 150 canonici. Inoltre, il boccino può apparire più volte durante una partita, in genere due o tre volte, trasformandolo sì in un momento di gioco entusiasmante, ma non così decisivo da ribaltare completamente le sorti di una partita con un singolo colpo di scena. Ciò conferisce ai Cacciatori un ruolo di maggiore importanza, permettendo loro di accumulare punti con costanza e di contribuire al risultato della squadra in modo sostanziale. Le partite durano solo 6 minuti e il cap del punteggio è fissato a 100. Anche la presenza di un solo Battitore per squadra, invece dei due canonici, è una modifica importante: il Battitore rimane una figura potente, in grado di mettere fuori gioco temporaneamente un avversario con un colpo ben assestato, ma senza monopolizzare la dinamica della partita. Questo consente agli altri ruoli di brillare maggiormente, rendendo ogni singola azione importante per aggiudicarsi la vittoria. Sicuramente, dal punto di vista del bilanciamento del gioco ai fini videoludici della competizione, questi cambiamenti non solo rendono le partite più bilanciate, ma evitano anche situazioni in cui una cattura del boccino annullerebbe tutto il lavoro fatto dalla squadra fino a quel momento. Insomma, il titolo è molto simile a quanto descritto nei romanzi e a quanto visto nei film, ma trattandosi di un videogame differisce in qualcosa.

Harry Potter: Campioni di Quidditch punta tutto sulle abilità con la scopa, esattamente come ci si aspetterebbe da un gioco dedicato allo sport ufficiale di maghi e streghe. La sensazione di librarsi in aria su una scopa è davvero sensazionale, e la precisione dei controlli è notevole. La velocità di volo è ben bilanciata, permettendo di sentirsi rapidi e agili senza mai perdere il controllo del personaggio, il che rende ogni partita dinamica e coinvolgente. Il boost poi è un’aggiunta graditissima, perfetta per sfrecciare a tutta velocità dietro alla pluffa o al Boccino d’Oro, mentre le schivate permettono di creare movimenti fluidi e coreografici che risultano davvero spettacolari, soprattutto quando si riesce a schivare un bolide all’ultimo secondo o ci si infila abilmente tra i difensori avversari mettendo a segno un punto. In Harry Potter: Campioni di Quidditch ogni ruolo ha una sua specifica funzione divertente e tendenzialmente utile. Tutto questo rende il gameplay divertente e vario, almeno per le prime ore di gioco. Giocare come cercatore, per esempio, rimane una delle esperienze più appaganti, soprattutto per chi ama la caccia al boccino d’oro. Anche se la piccola sfera è stata “depotenziata a livello di punti” rispetto alle versioni canoniche del Quidditch, il fascino di inseguire quella palla magica scintillante e velocissima rimane inalterato, e la sensazione di vittoria quando lo si afferra è impagabile. Ma anche gli altri ruoli sono interessanti: i cacciatori ad esempio hanno un compito dinamico e complesso, costantemente impegnati con gli avversari in scontri frenetici per rubarsi la pluffa, scattando avanti e indietro per il campo e ovviamente affrontando il Portiere con tiri precisi e potenti. E poi c’è il battitore, un ruolo sostanzialmente di controllo da non sottovalutare, perché può fare davvero la differenza: lanciare un bolide al momento giusto può interrompere l’azione del cercatore avversario proprio quando sta per catturare il boccino, può fermare un cacciatore o addirittura neutralizzare il portiere. Per quello che concerne la gestione del menù di gioco e delle meccaniche di progressione, Harry Potter: Campioni di Quidditch sembra seguire la scia dei titoli free-to-play, nonostante il prezzo di lancio sia di circa 40 euro. Questo si riflette soprattutto nella possibilità di sbloccare personaggi iconici del mondo magico come Harry, Ron, Draco Malfoy e Angelina Johnson, il che dà sicuramente una marcia in più al senso di immersione per i fan della saga. Tuttavia, il sistema di sblocco appare più vicino a quello di giochi con microtransazioni, e la progressione potrebbe risultare lenta per chi non è abituato a questo tipo di dinamica.

La modalità per giocatore singolo di Harry Potter: Campioni di Quidditch si presenta come un’esperienza piacevole, ma piuttosto breve e lineare. Diciamo che è come un lungo tutorial che prepara i giocatori al multiplayer, che è di fatto il cuore pulsante della produzione. La modalità permette di partecipare a quattro tornei, dove ogni competizione si articola in una serie di partite che culminano nella possibilità di vincere la tanto ambita coppa del mondo di Quidditch. Tuttavia, questa modalità di gioco è tutt’altro che un lungo e impegnativo viaggio verso la gloria sportiva, infatti, in una manciata di ore si diventerà già campioni. Letteralmente. Il ritmo incalzante delle partite e la semplicità con cui si possono superare gli avversari rendono questa modalità adatta a chi cerca un passatempo senza troppo impegno o a chi vuole imparare i rudimenti del gioco. Il cuore strategico del gioco risiede nella composizione della squadra, che è formata da sei giocatori, ognuno con le proprie abilità e peculiarità. Questo aspetto tattico offre delle possibilità interessanti per i match, ma è nel multiplayer 3 vs 3 che il gioco dà il meglio, con ogni giocatore che deve scegliere due ruoli tra i quattro disponibili (Cacciatore, Cercatore, Battitore, Portiere) e alternarsi tra essi durante la partita. In teoria, questo dovrebbe garantire varietà e frenesia nelle partite online, ma nella pratica non riesce a raggiungere quel livello di divertimento che ci si aspetterebbe da un titolo dedicato al Quidditch. Sebbene le partite siano frenetiche e competitive, manca quel qualcosa in grado di catturare l’attenzione del giocatore per ore. Un’altra nota dolente è l’assenza totale di una modalità 6 contro 6, una caratteristica che, per un gioco basato sul Quidditch, è una pecca piuttosto grave. La presenza di soli tre giocatori per squadra limita in parte il potenziale strategico e la complessità delle partite, riducendo anche il coinvolgimento che si potrebbe avere con una squadra in cui ogni ruolo è ricoperto da un giocatore umano. Questo potrebbe far storcere il naso ai fan più esigenti, che si aspettano di poter vivere una vera e propria esperienza da stadio, dove ogni ruolo è coperto e ogni azione ha un impatto diretto sull’esito del match. Speriamo che Unbroken Studios intervenga al più presto con aggiornamenti che possano risolvere queste mancanze, magari introducendo proprio la modalità 6 contro 6 tanto desiderata, perché al momento questa assenza si fa sentire e riduce il potenziale del titolo. A livello tecnico/grafico, Harry Potter Campioni di Quidditch riesce a valorizzare l’esperienza di gioco. Le animazioni dei giocatori mentre sfrecciano sulle scope, inseguono la pluffa o si scontrano coi bolidi sono fluide e convincenti, conferendo al gioco una dinamica visiva accattivante. I movimenti risultano naturali, e ogni azione sul campo di gioco ha una sua soddisfazione estetica. Anche il comparto sonoro è di buon livello: gli effetti sonori delle scope che sfrecciano, le magie e i rumori di fondo del pubblico riescono a dare vita a una partita di Quidditch entusiasmante. La colonna sonora, pur non essendo memorabile quanto quella presente nei film, accompagna efficacemente l’azione senza mai risultare invadente. Insomma, tirando le somme, se si è amanti dell’universo di J.K. Rowling e si è disposti ad accettare qualche compromesso, Harry Potter Campioni di Quidditch è un titolo che ha tutte le carte in regola per offrire forti emozioni e divertimento di alto livello.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8
Sonoro: 8
Gameplay:8
Longevità:8

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise




iPhone 16 Plus, prestazioni di alto livello che si avvicinano al modello Pro

Negli ultimi anni, le versioni base degli iPhone sono rimaste più di un passo indietro rispetto alle più costose e prestanti versioni Pro. Bene, questo trend è destinato a cambiare in questo 2024, con la presentazione degli iPhone 16. Sia l’omonimo telefono che la variante Plus possono infatti contare su un comparto hardware in grado più di ieri di dare del filo da torcere ai top di gamma dell’azienda, votati ad un utilizzo da parte dei professionisti di foto e video. Di fatto, l’iPhone 16 Plus può rappresentare una valida alternativa, anche in termini di prezzo, ai modelli più costosi della Mela. Le funzionalità premium un tempo esclusive dei modelli iPhone Pro si concentrano sul pulsante Azione, la fotografia macro e il ray tracing per i giochi. Apple ha inoltre dato a iPhone 16 Plus nuove funzionalità e miglioramenti, come il pulsante “Controllo fotocamera” e la ricarica MagSafe più veloce. Non manca Apple Intelligence, con le funzionalità di intelligenza artificiale, che però non sono disponibili nel nostro Paese e nel resto d’Europa. La speranza è di vederle più avanti nel corso del 2025. In aggiunta a ciò, una fotocamera ultra-grandangolare migliorata e stili fotografici da aggiungere dopo aver scattato una foto, con i modelli base di iPhone 16 che continuano a sfumare il confine tra le opzioni entry-level e quelle Pro. Unico appunto è il display “obsoleto” da 60 Hz, visto che i pannelli ad alta frequenza restano una caratteristica dei modelli Pro. L’ iPhone 16 Plus ha un design più simile all’iPhone 15. Tuttavia, l’isola della fotocamera sul retro è ora un ovale a forma di pillola con due lenti che ricorda l’iPhone X e l’iPhone XS. Questo allineamento consente all’iPhone 16 di girare video spaziali stereoscopici per la visualizzazione con il visore Apple Vision Pro. Il colosso di Cupertino ha introdotto inoltre due nuovi pulsanti nei modelli base di iPhone 16: il pulsante Azione, adottato dai modelli Pro e che sostituisce l’interruttore suoneria/silenzioso, e un nuovissimo pulsante di controllo della fotocamera, presente in tutta la serie iPhone 16. Il pulsante Azione è una scorciatoia per funzioni e caratteristiche utili, come l’attivazione/disattivazione della torcia o una modalità Focus che limita le distrazioni. È più utile del vecchio interruttore Modalità silenziosa anche se può essere confuso con il pulsante di aumento del volume. Cuore pulsante dell’iPhone 16 Plus è il processore A18, che diventa “Pro” sulle versioni top di gamma. Cambia qualcosa ma non in maniera rivoluzionaria: le prestazioni sono tali da permettere di eseguire qualsiasi app o gioco senza alcun intoppo. Specialmente per il gaming, il processore A18 è abbastanza potente da supportare titoli di gioco di livello alto, in precedenza esclusivi dei modelli iPhone 15 Pro. Inoltre, iPhone 16 Plus è il primo telefono base di iPhone a supportare il ray tracing per una migliore grafica di illuminazione. Quelli fino ad ora elencati sono aggiornamenti interessanti ma, come anticipato, bisogna accontentarsi di uno schermo con una frequenza di aggiornamento di 60 Hz anziché 120 Hz, come i modelli iPhone 16 Pro e tutti gli iPhone Pro a partire dalla serie iPhone 13. C’è una differenza innegabile: le animazioni sono molto più fluide a 120 Hz e anche alcuni giochi che supportano 120 frame al secondo (fps) possono essere eseguiti in modo ottimale. In confronto, le animazioni su un display a 60 Hz sembrano discontinue, dando l’impressione che le prestazioni del telefono siano lente, il che non è assolutamente il caso dell’iPhone 16. Per quello che concerne le fotocamere, il sensore principale, da 48 megapixel dell’iPhone 16, è identico a quello dell’iPhone 15 ma c’è un dettaglio. Il sensore, ora chiamato Fusion, evidenzia l’opzione di zoom ottico 2x e la nuova funzione di filtri che regolano tinta e tonalità con consapevolezza contestuale. Ad esempio, uno stile vibrante potrebbe saturare profondamente i colori, ma lo farà in modo più delicato per i volti. Ci sono 11 nuovi stili e controlli migliorati per adattare ogni stile all’aspetto desiderato. La parte migliore di questo aggiornamento è l’opportunità di aggiungere e regolare stili fotografici dopo aver scattato una foto. Lo zoom 2x non è esteso quanto lo zoom 5x sui modelli iPhone 16 Pro, ma è comunque una buona opzione per avvicinarsi un po’ di più ai soggetti. L’iPhone 16 Plus ha inoltre una nuova fotocamera ultrawide che può catturare più luce rispetto ai precedenti iPhone, e si nota soprattutto negli scatti in condizioni di scarsa illuminazione. Il nuovo allineamento verticale consente all’iPhone 16 di scattare foto e video spaziali per la prima volta in un modello base. A livello di miglioramenti la novità clou è la ricarica MagSafe da 25 W più veloce con il nuovo caricabatterie MagSafe rispetto alle velocità da 15 W dell’originale. È più o meno veloce quanto la ricarica cablata con la porta Usb-c, con Apple che sottolinea come entrambe possano ricaricare l’iPhone 16 Plus al 50% in 35 minuti. L’azienda non ha aggiornato la porta di alimentazione per supportare velocità di trasferimento più elevate ma non un fattore decisivo, poiché il trasferimento di dati da e verso un altro dispositivo non è così comune come una volta. Tirando le somme possiamo dire che l’iPhone 16 Plus è portatore di diversi aggiornamenti chiave che lo rendono il migliore “melafonino” entry-level dell’azienda di Cupertino. Il pulsante Azione, il Camera Control, il processore A18 di nuova generazione, una fotocamera ultrawide migliorata, la fotografia macro sono solo alcuni. E quando arriverà Apple Intelligence, si aprirà un mondo ulteriore di possibilità creative e di ottimizzazione, grazie alle potenzialità dell’IA generativa. Insomma, mai come quest’anno è consigliabile acquistare una versione Plus.

F.P.L.




Ace Attorney Investigation Collections, è ora di rimettere la toga

Dopo anni di attesa, arrivano finalmente entrambi gli Ace Attorney Investigations anche in occidente, grazie a un’interessante raccolta per Pc, Switch, Xbox e PlayStation. Questi due titoli hanno da sempre occupato un posto particolare nel cuore dei fan, ma fino ad ora era l’ultimo tassello mancante nel mosaico dei titoli della serie non ancora rimasterizzati per le console di attuale generazione. La sua assenza si faceva sentire, soprattutto considerando le difficoltà che accompagnarono il lancio originale su Nintendo DS: un rilascio che fu caratterizzato da diverse limitazioni, tra cui la scarsità di copie fisiche disponibili sul mercato e la mancanza di una localizzazione adeguata per diverse lingue, il che ne limitò fortemente l’accessibilità a un pubblico internazionale. Con questa Ace Attorney Investigations Collection, Capcom ha cercato di colmare queste lacune, offrendo finalmente una versione migliorata e accessibile di questi rari titoli a un pubblico più vasto e su piattaforme moderne. La raccolta, infatti, non si limita a essere una semplice operazione nostalgia, ma rappresenta un vero e proprio sforzo di rimasterizzazione e localizzazione, con l’obiettivo di restituire ai giocatori e alle giocatrici un’esperienza di gioco che rispetti la qualità e il fascino originali, arricchiti però da una veste grafica del tutto nuova e da alcune significative migliorie tecniche. Tuttavia, non tutto è privo di ombre: nonostante il notevole lavoro svolto per rendere questa collezione accessibile a un pubblico globale, i fan italiani potrebbero sentirsi delusi/e dalla mancanza dei sottotitoli nella loro lingua. Questa assenza rappresenta un limite significativo, soprattutto per coloro che non sono completamente a proprio agio con l’inglese e che avrebbero apprezzato la possibilità di godere appieno delle intricate trame e dei dialoghi ricchi di sfumature che da sempre caratterizzano questa serie. Pur trattandosi di spin-off, i due titoli della saga Investigations introducono alcune novità nella classica ricetta di Ace Attorney che riescono a movimentare un po’ le acque rispetto alla serie principale. La novità più rilevante sul piano delle meccaniche è il Logic System. Questa nuova modalità va ad affiancarsi alla classica raccolta di indizi sparsi per lo scenario da collegare tra di loro per tramutarli in prove. In questa occasione, durante i sopralluoghi sulla scena del crimine, il protagonista può rilevare anche fatti e situazioni fuori posto, che forniscono indicazioni sullo svolgersi degli eventi. Unendo tra loro due deduzioni logiche si possono dunque eliminare dal campo d’esame ricostruzioni incongruenti e far avanzare la trama lungo i giusti binari.

Questa nuova modalità di indagine si inserisce all’interno di un’altra novità per la serie, ovvero l’esplorazione tridimensionale degli ambienti. Se nei capitoli principali si dovevano esaminare nel dettaglio schermate statiche in cerca di elementi fuori posto, nei due episodi di Investigations questi momenti si affiancano ad altri in cui muovere Miles per lo scenario in cerca di punti di interesse. Dal punto di vista pratico non cambia molto, bisogna pur sempre esaminare il luogo del delitto e raccogliere elementi utili a incastrare il colpevole. L’esplorazione in terza persona, però, contribuisce ad aggiungere profondità narrativa al racconto grazie alle costanti interazioni tra i personaggi in scena che esaltano il pregio migliore della saga, ovvero quella capacità di mischiare dramma e commedia dell’assurdo, momenti di disperazione che si alternano a scenette comiche. Ulteriore aggiunta che fa la sua comparsa nel secondo episodio di Investigations e che lega insieme i due aspetti citati poc’anzi è il Mind Chess. Questa nuova meccanica fa la sua comparsa all’interno di alcuni dialoghi e gioca con la passione di Miles Edgeworth per gli scacchi, che il gioco furbescamente non perde occasione di ricordare. Essa non modifica il duello verbale e la sua evoluzione, ma sovrappone a questo un nuovo livello di lettura, con la schermata della scacchiera che appare a mostrare graficamente l’evoluzione del confronto. Una volta distrutti tutti i pezzi dell’avversario, il duello è vinto e la trama può procedere. Se poi si è stanchi di presentare prove durante la parte strutturalmente più ripetitiva, la Collection offre la possibilità di attivare una modalità storia che risolve automaticamente gli enigmi. Ovviamente tale feature non permette di ottenere achievement ed elimina ogni elemento di gameplay, ma almeno migliora lo scorrere delle fasi meno riuscite del primo gioco. Inoltre nel caso si voglia solo giocare specifiche parti di ogni caso, è possibile accedere ad ogni fase liberamente nella selezione capitoli. Insomma le opzioni aggiuntive a questa raccolta non mancano. E dal punto di vista tecnico? Beh, gli Ace Attorney Investigations erano giochi per Nintendo DS, quindi non bisogna attendersi miracoli: restano comunque giochi 2D, con artwork dei personaggi scarsamente animati durante i dialoghi e un quantitativo limitato di doppiaggi. Ciò nonostante, Capcom ha fatto un ottimo lavoro su questa collection, non solo riarrangiando la colonna sonora (l’originale è comunque selezionabile dalle opzioni), ma ridisegnando anche ogni singolo sprite con cura. Persino l’intervento del team sull’interfaccia risulta estremamente solido, cosa non scontata se si considera che in origine i due giochi facevano uso di uno schermo touch aggiuntivo. In parole povere, un ottimo lavoro generale, ben curato, con un po’ di sana “quality of life” aggiuntiva che non fa mai male. Peccato solo, come già detto, per la totale assenza della lingua italiana. Uno scoglio che per alcuni potrebbe tradursi nel mancato acquisto del titolo.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8
Sonoro: 7,5
Gameplay:7
Longevità: 7

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise




Frascati Scherma, Fabrizi e gli obiettivi del settore fioretto: “Consolidare i risultati e migliorarli”

Frascati (Rm) – E’ l’arma tradizionale del Frascati Scherma. Il fioretto riparte anche nella stagione 2024-25 con rinnovato entusiasmo e ambizione. A fare il quadro di inizio stagione è il maestro Tommaso Fabrizi: “Usciamo da una stagione molto positiva per tutte le categorie. Nello specifico del Gpg, che seguo da più vicino, siamo sulla buona strada e attendiamo di vedere come i ragazzi provenienti dal settore di base si possano misurare nella prima categoria Under 14, quella dei Maschietti e delle Bambine. Alcuni hanno qualità interessanti, ma in primis devono pensare a divertirsi e a crescere. In generale non è semplice alzare ulteriormente l’asticella visti i risultati degli ultimi anni, ma dobbiamo consolidare quanto ottenuto in passato e provare comunque a migliorare”. C’è curiosità anche per i ragazzi che dall’Under 14 passeranno ai Cadetti: “Alcuni ragazzi sono stati molto brillanti durante tutto il periodo nel Gpg, in particolare Riccardo Mancini e Leonardo Papi che si sono tolti parecchie soddisfazioni. Il salto nei Cadetti è tosto perché ci si confronta con ragazzi anche di due anni più grandi, poi in generale possono capitare anche prove con la categoria Giovani e addirittura con gli Assoluti e quindi questi ragazzi sanno che ci sarà da stringere i denti e che mentalmente devono farsi trovare pronti. Ma al Frascati Scherma, grazie al corposo numero di iscritti che ci sono, gli Under 14 sono abituati a confrontarsi con i Cadetti e con i Giovani durante gli allenamenti e quindi l’impatto può essere meno duro”. Per quanto riguarda le categorie superiori il Frascati Scherma si attende ulteriori risposte: “Ci sono alcuni ragazzi in odore di Nazionale sia nella categoria Cadetti che tra i Giovani, vediamo come si svilupperà la stagione. La prima gara è stata fatta nello scorso fine settimana con Giuseppe Franzoni che ha vinto un torneo satellite Assoluto a Bucarest (Romania), mentre Alessandro Stella ha chiuso 15esimo e Margherita Lorenzi 19esima. Nel prossimo week-end ci sarà una prova Cadetti a Varsavia (Polonia), ma quella “di interesse” sarà quella del circuito europeo Cadetti a Samorin (Slovacchia) dell’11 e 12 ottobre prossimi. Per gli Under 14 ci sarà più tempo considerando che il test d’esordio sarà la prima prova interregionale del 2 e 3 novembre”.





Tweener Padel Club Frascati, un pieno di presenze anche per il torneo misto. E sabato c’è il femminile

Frascati (Rm) – Il Tweener Padel Club Frascati già viaggia a pieno ritmo. In attesa dell’arrivo del mese di ottobre (che segnerà l’inizio dei lavori per le coperture di cinque dei sette campi di gioco), il circolo di via delle Cisternole a Frascati è un fiume di iniziative. Dopo il torneo maschile del 14 settembre, sabato scorso è stato organizzato un altro torneo stavolta dedicato al misto. Un’iniziativa talmente apprezzata che ha costretto gli organizzatori a “raddoppiare”: oltre al torneo del pomeriggio, infatti, ne è stato messo in piedi un altro al mattino dedicato agli “entry level”, ovvero quei giocatori ai primi passi nel mondo del padel. Otto coppie divise in due gironi con partite di 30 minuti a tempo giocate su quattro campi, poi quarti di finale, semifinali e finale. Alla fine a spuntarla sono stati Valeria Mandoj e Gabriele Dezzi che hanno dimostrato di sapere il fatto loro. Al pomeriggio c’è stato l’evento principale con 28 coppie che sono state divise in gironi da 4 giocando un singolo set. A seguire i migliori della fase a gironi hanno disputato il torneo Gold, mentre gli altri hanno fatto il Silver e il Bronze. A spuntarla nella categoria più importante sono stati Gabriele Saolini e Roberta Cerqueti che hanno dimostrato ottime qualità, mentre nel torneo Silver a trionfare sono stati Filippo Buonomini e Sonia Auciello. Nel Bronze, infine, l’hanno spuntata Alessandra e Gianluca Stella. La manifestazione, iniziata attorno alle 13, si è conclusa attorno alle 18,30 quando è scattato un ricchissimo apericena a cui hanno partecipato un centinaio di persone. Oltre ai tanti premi in materiale tecnico che sono stati consegnati, il Tweener Padel Club Frascati ha concesso anche la possibilità di una lezione di prova gratuita a tutte le donne che hanno preso parte alla manifestazione sia della mattina che del pomeriggio. La giornata è stata impreziosita dalla presenza del tecnico della Nazionale Saverio Palmieri e dei campioni italiani di padel Chiara Pappacena e Giulio Graziotti che si sono “esibiti” in un allenamento che ha incuriosito i tanti presenti. Ma siccome lo staff del Tweener Padel Club Frascati non si ferma mai, raccogliendo le richieste di alcune partecipanti del torneo misto e grazie all’impegno di Francesca Filippone (da poco entrata nello staff organizzativo del circolo tuscolano), è stato immediatamente organizzato per sabato il torneo “Wonder Woman” che inizierà alle 13 e sarà il primo interamente dedicato alle donne da quando c’è la nuova gestione affidata alla famiglia Giovannini.
Infine il circolo ha ideato l’originale iniziativa “Road to 1000”, la strada verso i mille partecipanti ai tornei organizzati dal Tweener Padel Club Frascati, ovviamente iniziando il conteggio da quelli di settembre a cui hanno preso parte già 128 persone (tra maschile e misto). Quando verrà superata la quota dei mille partecipanti, il circolo tuscolano organizzerà una sorta di Master (con in palio premio pazzeschi) con le migliori coppie.