Cynthialbalonga (calcio, serie D), Bensaja: “C’è un po’ di delusione, la dobbiamo trasformare in rabbia”

Genzano (Rm) – La Cynthialbalonga è ancora a bocca asciutta dopo due giornate. Una situazione strana, frutto di due sconfitte di misura con squadre campane. Nel match di domenica sul campo della Puteolana, gli azzurri hanno incassato la rete del 3-2 in pieno recupero. “In questo momento veniamo castigati al primo errore – dice il centrocampista classe 1995 Nicholas Bensaja – A mio parere domenica scorsa non abbiamo sbagliato l’approccio, ma ci siamo trovati sotto di due reti per due errori. La squadra, però, è stata molto brava a reagire e si è dimostrata viva, rimettendo il risultato in equilibrio. Nel finale, però, è arrivata una grandissima giocata da parte di un avversario che ci è costata la seconda sconfitta consecutiva. Forse il pareggio sarebbe stato più giusto, ma hanno vinto loro e quindi va dato merito ai campani. Zero punti in due giornate? Ovviamente non era la situazione che ci aspettavamo, ma di solito guardo al bicchiere mezzo pieno e quindi al fatto che mancano altre 32 partite e può succedere di tutto. Inoltre non c’è nemmeno una squadra a punteggio pieno, segno di un girone difficile ed equilibrato. Abbiamo affrontato due avversari importanti, anche se questo non dev’essere un alibi. Sappiamo che possiamo e dobbiamo fare di più”. Bensaja, che ha indossato la fascia di capitano domenica scorsa, parla dell’umore del gruppo: “Ovviamente c’è un po’ di delusione, ma bisogna trasformarla in rabbia. Nessuno di noi crede che siano questi i valori della Cynthialbalonga. Obiettivi? Non mi è mai piaciuto parlarne, penso sempre ad affrontare partita dopo partita”. Il calendario propone ai castellani la sfida interna con l’Atletico Uri: “Le squadre sarde sono sempre fastidiose, ma dobbiamo guardare in casa nostra e cercare di dare il massimo”. La chiusura di Bensaja, centrocampista da oltre 200 presenze nei professionisti, riguarda il suo approdo alla Cynthialbalonga: “Per me è stato semplice dire sì a una società che da tantissimi anni ha la stessa presidenza, segno di stabilità e serietà che sono rari da trovare nel Lazio e anche in alcune società professionistiche. Per me non è stato affatto un passo indietro, quando ho ricevuto la chiamata del presidente Bruno Camerini e del ds Giordano Moroncelli sono stato molto felice e ho accettato la loro proposta molto rapidamente”.





Volley Club Frascati, la serie C maschile a Sbacco: “Gruppo giovane, ma possiamo fare bene”

Frascati (Rm) – Il Volley Club Frascati ha affidato la panchina della serie C maschile ad Alessandro Sbacco. All’ex tecnico di Marino e Tor Sapienza anche la guida dell’Under 17 e la direzione tecnica del settore giovanile maschile. “L’accordo è nato grazie al tramite di Raffaele Pelosi, dirigente storico che segue il nostro gruppo da tempo e farà lo stesso anche a Frascati. Successivamente ci siamo conosciuti col presidente Massimiliano Musetti ed ho avuto subito sensazioni positive. Inoltre ho apprezzato il grande impegno che il massimo dirigente ha investito negli ultimi anni per riportare il settore maschile del Volley Club Frascati a ottimi livelli con numeri importanti che, anche grazie alla vetrina delle Olimpiadi, sono in continua crescita”. Sbacco parla del gruppo che avrà a disposizione per questa stagione: “Abbiamo costruito una rosa sfidante: siamo partiti dai validi giovani promettenti della società ed abbiamo integrato con alcuni ragazzi che allenavo la scorsa stagione a Marino ed un paio di innesti esterni con esperienze in campionati nazionali. Ho anche ritrovato atleti già allenati al Tor Sapienza: rispetto alle scorse stagioni abbiamo una rosa sempre più “verde”, completata anche da alcuni elementi del settore giovanile del Volley Club Frascati, per un’età media che si aggira sui 21 anni. Vogliamo promuovere un percorso di crescita e specializzazione dei giovani elementi del nostro gruppo, ma al tempo stesso ci sono ottime basi per navigare nella prima parte di classifica. Il 13 ottobre esordiremo in casa del San Paolo”. La squadra, intanto, ha cominciato la quarta settimana di lavoro: “Le prime sono state molto intense tra la parte atletica, su cui ci ha seguito una professionista molto valida e conosciuta come Ilda Paiella, e quella tecnica. In estate avevamo già fatto qualche seduta per velocizzare la nascita del giusto spirito di squadra, anche se molti ragazzi già si conoscevano”. Lo staff della prima squadra maschile del Volley Club Frascati sarà completato da Nicoletta Montani, che sarà secondo allenatore, e Davide Nucera, che si occuperà di scouting.





Tweener Padel Club Frascati, Marzo e Ligori hanno vinto il torneo Platinum di sabato scorso

Frascati (Rm) – Il Tweener Padel Club Frascati ha riaperto la stagione dei tornei. L’evento denominato “Back to the padel, back to the Tweener”, organizzato sabato scorso sui campi del circolo di via delle Cisternole e dedicato alle coppie maschili, è stato subito un grande successo. A parlarne è il direttore generale Luca Mandoj: “Un successo al di sopra delle attese, abbiamo anche dovuto dire di no ad alcune coppie per non andare troppo “lunghi” col programma. Il torneo è cominciato alle 13 e si è chiuso attorno alle 19, quando poi è seguito un ricchissimo aperitivo-buffet per tutti”. La struttura ha visto un torneo Platinum dedicato ad 8 coppie di alto livello, mentre le altre 20 hanno fatto un torneo amatoriale. Entrambe le competizioni hanno visto la disputa di un set unico a nove game nella fase a gironi a cui sono seguite le fasi finali. Nel Platinum il torneo è stato vinto dai giovani Francesco Marzo e Alessio Ligori che nell’atto conclusivo hanno avuto la meglio su Gabriele Ognibene e Manuel Fiaschetti. Il torneo amatoriale, invece, dopo la prima fase si è suddiviso in un livello Gold (con le prime classificate della prima fase e le tre migliori seconde), un livello Silver (le due restanti seconde e quattro migliori terze) e un livello Bronze (la peggiore delle terze e le cinque quarte). Nel livello Gold a spuntarla sono stati Furio Coloni e Lorenzo Valentini, mentre nel Silver ha vinto la coppia composta da Matteo Campobasso ed Emiliano Brugnetti. Infine Mirko Giovannini e Paolo Chianta hanno avuto la meglio nel livello Bronze. “Siamo molto contenti di come sono andate le cose in questo primo torneo stagionale – dice Mandoj – Ora la nostra attenzione è già rivolta al torneo di sabato prossimo (21 settembre) denominato “Bye bye Summer” che stavolta sarà dedicato al misto. Avremmo voluto replicare l’organizzazione di sabato scorso, ma probabilmente “raddoppieremo” i tornei: ce ne sarà uno al pomeriggio “open” con 28 coppie e uno al mattino dedicato alle “entry level” (principianti, ndr) per cui abbiamo già 8 coppie iscritte, ma che possiamo allargare ancora viste le tante richieste di informazioni”.





Tivoli, uccisa sulle strisce: preso il pirata della strada

Identificato e arrestato un 26enne grazie alle immagini acquisite da 19 telecamere

Un drammatico caso di omicidio stradale ha scosso la comunità di Tivoli lo scorso 9 settembre, quando Daniela Circelli, imprenditrice e madre di due figli, è stata tragicamente investita e uccisa mentre attraversava la via Tiburtina. Dopo giorni di intense indagini, i carabinieri e la Procura di Tivoli hanno finalmente fatto luce su questo terribile episodio, smantellando l’ipotesi iniziale di una corsa clandestina e rivelando una verità ancora più scioccante.

Il principale sospettato, un cittadino egiziano di 26 anni, è stato arrestato con l’accusa di omicidio stradale, omissione di soccorso e calunnia. L’uomo era alla guida di una Volkswagen Golf quando ha compiuto un sorpasso fatale che è costato la vita a Daniela Circelli.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Tivoli, hanno beneficiato dell’acquisizione di immagini da 19 telecamere di sorveglianza disseminate lungo la via Tiburtina. Questi occhi elettronici, insieme a numerosi accertamenti tecnici e testimonianze raccolte, hanno permesso di ricostruire nel dettaglio la dinamica dell’incidente.

Secondo quanto emerso, il 26enne, a bordo della Golf e in compagnia di un amico, procedeva a velocità sostenuta su via Tiburtina. In prossimità delle strisce pedonali, un’auto si era fermata per consentire l’attraversamento di Daniela Circelli. Il giovane egiziano, invece di rallentare, ha effettuato un sorpasso azzardato, complice anche l’asfalto bagnato. L’impatto con la donna è stato violentissimo, tanto da scaraventarla per ben 40 metri.

Dopo l’incidente, il conducente non si è fermato a prestare soccorso, dandosi alla fuga. Un dettaglio cruciale per le indagini è stato il ritrovamento dello stemma frontale della Golf, perso nell’impatto e rinvenuto sul luogo dell’incidente. L’auto è stata localizzata il giorno successivo dai carabinieri.

Ma le azioni del giovane egiziano non si sono limitate alla fuga. Quando i carabinieri lo hanno rintracciato, hanno scoperto che aveva già preparato una borsa, pronto a lasciare il paese. In un disperato tentativo di eludere le proprie responsabilità, ha persino cercato di accusare l’amico che era con lui in auto al momento dell’incidente.

L’analisi meticolosa dei filmati delle telecamere ha permesso agli investigatori di identificare con certezza il 26enne come il conducente dell’auto investitrice. Questi elementi, uniti alle altre prove raccolte, hanno portato il giudice a emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Il giovane è stato quindi arrestato e trasferito nel carcere di Rebibbia, considerato il concreto pericolo di fuga. Le accuse a suo carico sono gravissime: omicidio stradale, omissione di soccorso e calunnia.

Questa tragedia ha lasciato un vuoto incolmabile nella vita dei due figli di Daniela Circelli e ha scosso profondamente la comunità locale. L’arresto del responsabile, se da un lato non può cancellare il dolore per la perdita di una vita, dall’altro rappresenta un importante passo verso la giustizia.

Il caso solleva ancora una volta l’importanza del rispetto delle norme stradali e della prudenza alla guida. La tecnologia, in questo caso le telecamere di sorveglianza, si è rivelata fondamentale per ricostruire la verità e assicurare alla giustizia il responsabile di un atto così grave.

Mentre la comunità piange la perdita di Daniela Circelli, ci si augura che questa tragedia possa servire da monito per prevenire futuri incidenti e per sottolineare l’importanza della responsabilità alla guida.




Codice Rosso: un’arma spuntata contro la violenza? [SECONDA PARTE]

L’intervista a Rosy Andreacchio vicepresidente del Centro Antiviolenza Margherita di Frascati

Ieri abbiamo pubblicato la prima parte dell’intervista a Rosy Andreacchio, vicepresidente del Centro Antiviolenza Margherita, sezione Castelli Romani, di Frascati. https://www.osservatoreitalia.eu/codice-rosso-unarma-spuntata-contro-la-violenza/

Una analisi lucida sulle difficoltà che vengono incontrate dalle persone vittime di violenza, sia maschili che femminili.

Esiste una legge nazionale, il cosiddetto Codice Rosso, che stando alle prime risposte date dalla vicepresidente del Centro Antiviolenza Margherita di Frascati andrebbe, sempre ricollegandoci alle parole di Rosy Andreacchio, rivalutata ed integrata da alcune correzioni figlie di una esperienza che i Centri Antiviolenza vivono ogni giorno

Rosy Andreacchio, vicepresidente del Centro Antiviolenza Margherita di Frascati, insieme a don Franz Vicentini, parroco di Cocciano

Passiamo, ora Rosy, ad un altro discorso. Perché stiamo assistendo a situazioni di violenza che sempre più riempiono le pagine di giornali, televisioni, web. Il più “cliccato” in questi giorni è il caso del ragazzo che ha sterminato la propria famiglia. Vado diretto che sta succedendo?
C’è di sicuro una realtà sociale e di immagine che di sicuro è “complice” passami il termine di questa situazione. E poi, brutto da dire, è crollata la rete famigliare. Quella che un tempo era l’ancora di salvezza della nostra generazione, pur sempre con i suoi limiti e difficoltà, oggi è smantellata da una quotidianità sempre più propensa ad isolare ed a isolarsi anche nelle problematiche.

Quindi quel nucleo fondante la società civile, la famiglia appunto, oggi è sempre più assente. Il business a tutti i costi porta i genitori ad allontanarsi dai figli. Giusto?
Un tempo, neanche così lontano, i genitori davano regole ai proprio figli. Oggi li vedi fare con loro i balletti su Tik Tok e sono diventati i figli a dettare regole e tempi ai propri genitori. Oggi un genitore non è più una “autorità” per il proprio figlio ma è divenuto un loro “complice”. Un tempo un genitore indicava la strada da seguire ai propri figli mettendogli di fronte i rischi qualora avessero “deviato” la rotta. Oggi invece, molti genitori, sono i primi a dire ai propri figli di fare quello che vogliono senza porsi minimamente il problema delle conseguenze che tali azioni potrebbero poi generargli.

A tuo avviso questa situazione di mancanza di regole, specie per le nuove generazioni, non corre il rischio di generare una “generazione ancora più violenta” e più abituata a compiere violenza?
Certo che si. In fondo la mancanza di regole, di rispetto reciproco è la prima causa di quelle violenze che purtroppo come Centro Antiviolenza ci troviamo a combattere ogni giorno. E la cosa che preoccupa, te lo ripeto, è la mancanza di una rete di supporto post denuncia che metta nelle condizione la vittima, le vittime, di trovarsi al sicuro ed in una situazione che non generi ulteriori malesseri e problematiche, specie sui minori coinvolti in questi fatti.

Sempre nella telefonata che ha anticipato questa intervista abbiamo parlato di un aumento dei casi di uomini vittime di violenza. Quale è la situazione che tu hai sottomano oggi?
Beh più negativa di quella che vuole apparire. Gli uomini vittime di violenza e spesso di stalking sono ancora più restii a denunciare in quanto già la voce popolare li porta ad essere disprezzati, passami il termine, in quanto è inimmaginabile che un uomo possa trovarsi in queste condizioni. Ed invece vedo spesso ed assai volentieri uomini vessati da donne senza scrupoli che poi arrivano a spogliare di qualsiasi bene, fisico ed economico, i loro ex mariti, compagni, fidanzati generando poi situazioni drammatiche e conflitti ancora più gravi.
Quindi i casi di molti uomini che vivono in auto perché la moglie, la compagna o la convivente l’ha buttato fuori di casa ed ora vive ai limiti delle possibilità è vera e tangibile?
Certo che si ed anche in questi casi non esiste nessun paracadute capace di attutire il colpo ed evitare a questi uomini di sprofondare in un vero e proprio incubo.
Quindi quello a cui assistiamo alle tante immagini che compaiono sui mezzi di informazione è solo una punta di un iceberg e copre sia il mondo maschile che quello femminile.
Ma non solo. Oggi la violenza è violenza senza alcuna distinzione di sesso. Le violenze di genere sono ormai all’ordine del giorno e si assiste sempre di più ad una incapacità di gestirle al meglio.

Vorrei ritornare su un discorso iniziale: tu dicevi che a tuo avviso la prima azione da fare è allontanare il più possibile l’autore della violenza e non sottoporre l’aggredito ad una ulteriore limitazione della propria vita.
SI! Perché se io ho la possibilità di allontanare l’autore delle violenze posso, magari, con più facilità sollecitare la rete famigliare delle vittime ad assisterle e quindi quello che un tempo era il “confino” per determinate situazioni di reato potrebbe essere una delle soluzioni. Un domicilio coatto per gli aggressori perché poi, lasciamelo dire, prova ad immaginare anche i minori che vivono questa situazione “sballottati” in ambiti diversi e lontani dalla loro normalità consolidata magari dell’amichetto o della amichetta di scuola. Si distrugge davvero la rete di supporto sociale ed il “colpevole” o “presunto colpevole” invece vive ed opera, il più delle volte, indisturbato.

Vedo che torni sempre a parlare di un discorso di “rete” di supporto. So di farti una domanda che può presupporre una risposta scontata: è la rete di supporto post denuncia l’arma in più per questo codice rosso?
Certo! Ma deve essere concreta ed immediata. Un supporto economico, fisico, psicologico. Perché la percezione di chi è vittima di violenza e di trovarsi di fronte ad un salto nel vuoto senza alcuna aspettativa di futuro. Prima, nel bene e, soprattutto nel male, le vittime hanno una aspettativa, spesso tragica, ma l’hanno. Qui dopo la denuncia è una battaglia per sentirsi sicuri ed fuori dal pericolo di ripercussioni che di sicuri saranno peggiori delle condizioni vissute prima della denuncia.

Voi nel Centro disponete di una rete?
Certo abbiamo un team di avvocati, psicologi, psicoterapeuti, medici, telefoni attiva h24 che di fronte a richieste di pericoli agiscono immediatamente. Abbiamo la possibilità, come ti dicevo prima, di strutture fuori dai Castelli Romani ma non è così che “proteggiamo” le vittime. Le allontaniamo ancora di più e le rendiamo ancora più vulnerabili e di sicuro meno propense a denunciare i loro aguzzini. E te lo ripeto: tutto questo servizio è gratuito.

Ma i Comuni vi danno una mano, vi aiutano in questa situazione?
Questo è un tasto dolente. Frascati come molti altri comuni ha uno sportello che poi veicola al centro antiviolenza. Basterebbe una maggiore sinergia e di certo questo potrebbe essere un valore aggiunto perché poi alla fine le vittime si sentono “sballottate” da una parte all’altra come un “problema” a cui in pochi vogliono dare soluzione. Nulla di personale contro le amministrazioni, basterebbe un maggiore gioco di squadra fuori da logiche politiche con il solo scopo di fare del bene e fornire una attenzione alle vittime di violenza.
Beh una posizione molto attenta quella che ci stai esponendo e che di sicuro mostra la validità del vostro progetto.

Mi dicevi che un grazie speciale lo dovete a don Franz Vicentini, parroco di Cocciano, che vi ha permesso di avere una stanza nei locali della Parrocchia?
Don Franz è stato subito attento a quando abbiamo proposto questa possibilità perché ha compreso la necessità di fare rete, di dare risposte, di impegnarsi, passami il termine “sporcarsi le mani” su una questione che provoca dolore e, purtroppo, anche morte.

Stai scoperchiando davvero un vaso di Pandora in questa nostra chiacchierata. Ma si legge spesso di “segnali” che precedono i casi di violenza, specie nelle coppie. Quali sono?
Tanti. Dal semplice “quella tua amica non mi piace non ci devi uscire più”, al “dove vai, se esci devi farlo solo con me”. Quello che troppe volte è il primo motivo che scatena le violenze è il senso che si ha di proprietà, o di pensiero di proprietà, delle proprie vittime. Spesso è figlio di problematiche narcisistiche e non solo, di emulazioni che sono generate da una soprastrutture culturale – non ti nascondo che i casi di violenza tra donne magari italiane e uomini non italiani sono tra le maggiori – ma questo non vuole essere, voglio chiarire, una regola, sono di sicuro i casi maggiori e più eclatanti.

Ed in questi casi cosa bisogna fare?
Ovvio denunciare sempre perché il rischio che si corre è quello che poi la situazione possa sfuggire di mano e … meglio neanche pensare alle conseguenze.

Voi al Centro evidenziate alle donne queste difficoltà che possono arrivare in seguito ad una denuncia?
Certo che si. È un obbligo non solo di legge ma anche morale perché comprendiamo bene che potrebbero trovarsi doppiamente isolate e quindi debbono essere ben coscienti che l’azione che vanno a compiere diventa una scelta che porta poi conseguenze in caso di dietrofront. Cosa triste da dire ma bisogna avere il coraggio di dirla.

Rosy, davvero, io non posso che ringraziarti della tua disponibilità e della lucidità con la quale hai messo a nudo, passami il termine, una realtà che sembra lontana dalle nostre vite e poi di fronte alle troppe immagini che ci appaiono sui mezzi di informazione genera in noi lacrime e rabbia. Restiamo sempre disponibili per una “ulteriore chiacchierata” e se me mi permetti possiamo lasciare i contatti del Centro Antiviolenza Margherita, sezione Castelli Romani, di Frascati?
Si: la pagina web è https://centroantiviolenzamargherita.com/, numero di telefono attivo h24 è 3791015359, la nostra email centromargherita2023@gmail.com e ci trovate in via Giuseppe Romita, 1 a Frascati, località Cocciano.
Grazie davvero di cuore e non esitare a contattarci per qualsiasi situazione che vuoi farci conoscere in questo ambito.

È stata davvero un’ora piena di pathos e di groppo in gola. Il nostro “mestiere” ci porta ad affrontare tante situazioni e di certo questa non può e non deve passare inosservata.Il nostro impegno resta quello di essere voce a 360° per tutti coloro che hanno necessità di fare ascoltare la propria voce. Grazie ancora a Rosy Andreacchio ed al Centro Antiviolenza Margherita, sezione Castelli Romani, di Cocciano ed un grazie a don Franz Vicentini ed alla parrocchia di Cocciano.




Lapponia, pubblicato rapporto della Commissione per la verità e la riconciliazione sugli effetti dei cambiamenti climatici sulla cultura Sámi

Lo scorso 16 settembre è stato pubblicato un rapporto sugli effetti del cambiamento climatico sulla cultura dei Sámi di Finlandia. con connessioni remote. L’indagine è stata preparata dai ricercatori Klemetti Näkkäläjärvi, Jouni JK Jaakkola e Suvi Juntunen nell’ambito del lavoro della Commissione Sámi per la verità e la riconciliazione nominata a suo tempo dal governo finlandese.
 
Pirita Näkkäläjärvi, presidente delle assemblee Sámi, ha svolto un intervento di commento alla pubblicazione del rapporto, in cui ha sottolineato l’importanza di costruire una base di conoscenze per le misure di adattamento ai cambiamenti climatici in tutti i mezzi di sussistenza tradizionali Sámi. La presidente Näkkäläjärvi ritiene che il rapporto della commissione per la verità e la riconciliazione sia innovativo, ma che rappresenti solo una piccola parte della necessaria base di conoscenze.
 
“È estremamente importante raccogliere dati di ricerca e informazioni tradizionali sugli effetti del cambiamento climatico sul popolo Sámi, su tutti i suoi mezzi di sussistenza tradizionali e sulla regione natale dei Sámi. Queste informazioni sono ancora troppo poche.  Mi preoccupa il fatto che qui al Nord soffriamo enormemente per la crescente incertezza causata dal cambiamento climatico, ma siamo in gran parte ai margini, ad esempio, dei progetti di ricerca relativi alla transizione verde, dei finanziamenti alla ricerca e di varie attività”.
Näkkäläjärvi ha affermato, nel suo discorso, che il cambiamento climatico e la perdita di beni naturali rappresentano una minaccia esistenziale per tutti i mezzi di sussistenza tradizionali dei Sámi, che includono la caccia, la pesca, la coltivazione, l’artigianato Sámi, o duodji , e l’allevamento delle renne. “A causa dei cambiamenti climatici, le condizioni meteorologiche estreme sono aumentate nel nord. Dopo inverni difficili, abbiamo appena vissuto un’estate molto secca e calda. L’incertezza e la mancanza di prevedibilità sono la nuova normalità. Il cambiamento climatico e l’adattamento ad esso sono una questione fondamentale e di diritti umani per i Sámi”.
 
La presidente ha inoltre affermato che il cambiamento climatico indebolisce il diritto delle generazioni future a un ambiente pulito, alla salute, al benessere e alla propria cultura.
Nel rapporto, una delle misure evidenziate è la predisposizione di un programma di adattamento al cambiamento climatico per il popolo Sámi: un programma che ne coinvolga tutti i mezzi di sussistenza tradizionali è una delle priorità del Parlamento Sámi* per il mandato in corso. “Stiamo preparando il programma insieme a numerosi partner; esso deve basarsi sulla conoscenza esplorata e sulla conoscenza tradizionale del popolo Sámi. La questione è urgente, perché l’adattamento al cambiamento climatico è già un’esigenza comune in tutti i mezzi di sussistenza tradizionali dei Sámi”, ha sottolineato Näkkäläjärvi nel suo discorso.
 
Lo scopo della fresca indagine è quello di fornire informazioni sugli effetti del cambiamento climatico sulla cultura Sámi nella loro regione natale in Finlandia. I dati del rapporto sono costituiti da interviste condotte in precedenti progetti di ricerca, seminari e documentazioni da di ricerche. Il rapporto esamina gli effetti del cambiamento climatico sull’economia tradizionale dei Sámi i e sulle relative tradizioni, sulle questioni di giustizia, salute e benessere dal punto di vista di questa popolazione. L’indagine evidenzia che i cambiamenti stanno verificandosi  in molte aree diverse e che la cultura Sámi è molto vulnerabile ai cambiamenti climatici. L’ambiente di vita e il clima della regione sono stati modificati in modo significativo dagli anni ’90. Il rapporto propone misure concrete che potrebbero garantire la preservazione della cultura Sámi a fronte del mutamento climatico. Tali misure riguardano la legislazione interessante i Sami, la ricerca, l’insegnamento, l’amministrazione, la registrazione delle conoscenze tradizionali, nonché i servizi nella regione di origine.
 
* L’Assemblea Sámi è l’organo di autogoverno rappresentativo del popolo Sami in Finlandia. Istituita con legge (L974/1995), l’Assemblea Nazionale Sámi garantisce attraverso le sue attività la conservazione e lo sviluppo della cultura indigena Sámi. L’Assemblea Sámi pianifica e attua l’autogoverno linguistico e culturale del popolo Sámi e supervisiona e promuove i diritti e le condizioni di vita del popolo Sámi; è utile ricordare che il Sámi è l’unica popolazione riconosciuta come autoctona in Europa.
 

Privo di virus.www.avast.com




Tragedia ad Ariccia: operaio della raccolta rifiuti perde la vita

Grave incidente sul lavoro: dinamiche ancora da chiarire, indagini in corso

Morto l’operatore ecologico di 32 anni travolto ad Ariccia dall’autocarro per la raccolta differenziata della carta, mentre lavorava alla raccolta dei rifiuti. Il mezzo si è improvvisamente sfrenato, travolgendo l’uomo e schiacciandolo contro un muro.

L’incidente ha anche causato la rottura di una tubatura del gas, ma un tecnico presente ha immediatamente disattivato l’erogazione, evitando una tragedia. Sul posto sono intervenuti i soccorsi e la polizia locale, che ha avviato le indagini per chiarire la dinamica.

La nota dell’Organizzazione Sindacale Cobas Igiene Ambientale: “È un massacro senza fine quello che è in atto nel settore della Igiene Urbana”

Durissima la reazione con una nota da parte dell’Organizzazione Sindacale Cobas Igiene Ambientale. Da tempo Cobas Igiene Ambientale denuncia senza sosta i moltissimi casi in cui sono coinvolti i lavoratori del settore. “L’incidente ai danni di un nostro collega netturbino che ha poi ha portato alla sua morte, prosegue il comunicato, è l’ennesima controprova che nella Igiene Urbana le attività lavorative, per ciò che concerne la salute e la sicurezza, sono ad alto rischio e che le misure in materia di prevenzione degli infortuni sono assai carenti”.

Abbiamo, dalle pagine del nostro giornale, evidenziato tante volte tali situazioni che presentano, purtroppo, un leitmotiv, un filo rosso, collegato alla poca sicurezza che, stando a quanto dicono le organizzazioni sindacali, parrebbe non attuata dai gestori di tale servizio e il compito delle amministrazioni comunali, gli enti appaltanti appunto, dovrebbe essere, sempre a quanto dicono i sindacati, indirizzato ad un maggiore controllo, ad una maggiore presenza al fianco dei lavoratori.

Situazione questa che viene puntualizzata con enfasi dal testo del comunicato: “La responsabilità diretta di tutto ciò non può non essere delle aziende in appalto, che pur di trarre maggiori profitti abbattono i costi della sicurezza col sostegno legislativo dei peggiori governi nazionali ma anche delle peggiori politiche europee in tema di lavoro e appalti. La responsabilità, tuttavia, è anche degli Enti appaltanti perché hanno il dovere di controllare la regolarità delle attività lavorative in concessione, mentre nella maggior parte dei casi questi controlli non vengono effettuati. Ci adopereremo in ogni sede per fare luce su questa tragica notizie che ci sconvolge come lavoratori e come sindacato al fine di tutelare tutte le persone che lavorano in questo comparto“.

Un tragico epilogo che mette per l’ennesima volta in luce le troppe lacune nel sistema sicurezza nel mondo del lavoro.

“Giunga, chiude la nota stampa, alla famiglia del nostro collega scomparso la nostra vicinanza ed il nostro pensiero”