Critico cinematografico: Percorso di studi e figure storiche del giornalismo italiano

Diventare un critico cinematografico è il sogno di molti appassionati di cinema che desiderano trasformare la propria passione in una professione. Questo mestiere, che unisce amore per il cinema e capacità di analisi critica, richiede un percorso di formazione specifico e un costante impegno nella pratica. Di seguito, esploreremo i passi fondamentali per intraprendere questa carriera, i percorsi scolastici e universitari più indicati e faremo un excursus sui critici cinematografici che hanno lasciato un segno nella storia del giornalismo italiano.

Il percorso formativo: dalla scuola superiore all’università

Scuola Superiore

Per iniziare il cammino verso la carriera di critico cinematografico, è consigliabile scegliere un indirizzo di studi superiori che sviluppi competenze umanistiche e capacità di analisi critica. Tra i percorsi più indicati troviamo:

  1. Liceo Classico: Offre una solida base culturale, con un forte accento sulla letteratura, la filosofia e la storia, discipline che sono essenziali per formare un pensiero critico e approfondito.
  2. Liceo Scientifico: Sebbene orientato alle scienze, il liceo scientifico può essere una buona scelta per coloro che vogliono mantenere un approccio logico e rigoroso, ma senza tralasciare l’importanza delle materie umanistiche.
  3. Liceo delle Scienze Umane: Questo indirizzo, con focus su psicologia, sociologia e pedagogia, aiuta a comprendere i meccanismi sociali e culturali che influenzano il cinema, rendendolo un’opzione valida per chi aspira a diventare critico cinematografico.

Università

Dopo il diploma, è necessario proseguire gli studi universitari per acquisire competenze specifiche nel campo della critica cinematografica:

  1. Laurea in Lettere o in Filosofia: Questi corsi di laurea offrono un approfondimento della cultura, della storia e della teoria critica, essenziali per un critico cinematografico.
  2. Laurea in Scienze della Comunicazione: Focalizzata sui media e sulla comunicazione, questa laurea fornisce strumenti pratici per analizzare e scrivere di cinema.
  3. Laurea in DAMS (Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo): Questo percorso è forse il più direttamente collegato al mondo del cinema. Gli studenti possono studiare storia del cinema, teoria del cinema, regia e sceneggiatura, acquisendo una conoscenza completa dell’industria cinematografica.
  4. Master in Critica Cinematografica: Dopo la laurea triennale o magistrale, un master specializzato in critica cinematografica o in studi cinematografici può affinare ulteriormente le competenze, offrendo opportunità di stage e contatti con professionisti del settore.

Fare pratica: collaborare con un giornale

Mentre si prosegue con gli studi, è fondamentale iniziare a fare pratica. Collaborare con un giornale, un sito web o un blog specializzato è il modo migliore per acquisire esperienza sul campo. Scrivere recensioni, partecipare a festival cinematografici e confrontarsi con altri critici aiuta a sviluppare uno stile personale e a farsi notare nel settore.

Molti critici cinematografici hanno iniziato la loro carriera con collaborazioni freelance, scrivendo per piccole testate o siti web indipendenti. Questo permette non solo di costruire un portfolio di recensioni e articoli, ma anche di sviluppare un network di contatti nel mondo del giornalismo e del cinema.

I grandi critici cinematografici del giornalismo italiano

La storia del giornalismo italiano è ricca di figure di spicco nel campo della critica cinematografica, professionisti che hanno lasciato un segno indelebile grazie alla loro visione, stile e capacità di analisi.

  1. Gianni Rondolino: Storico del cinema e critico, Rondolino è stato una figura fondamentale per la critica cinematografica italiana, autore di numerosi saggi e manuali sul cinema.
  2. Morando Morandini: Considerato uno dei pilastri della critica cinematografica in Italia, Morandini è noto per il suo celebre “Dizionario dei Film”, un’opera di riferimento per generazioni di appassionati e critici.
  3. Tullio Kezich: Critico cinematografico e sceneggiatore, Kezich è stato una delle voci più influenti della critica italiana. Ha lavorato per “Il Corriere della Sera” e ha scritto biografie e saggi su registi come Federico Fellini.
  4. Enrico Ghezzi: Creatore di programmi come “Blob” e “Fuori Orario”, Ghezzi è un critico visionario, capace di offrire interpretazioni originali e profonde sul cinema contemporaneo.
  5. Goffredo Fofi: Critico e saggista, Fofi ha sempre unito alla critica cinematografica un impegno sociale e politico, offrendo riflessioni acute sui film in rapporto alla società.
  6. Lietta Tornabuoni: Giornalista e critica cinematografica per “La Stampa”, Tornabuoni è stata una delle penne più raffinate del giornalismo italiano, con un approccio critico sempre elegante e incisivo.

Intraprendere la carriera di critico cinematografico richiede passione, dedizione e una solida formazione. Dalla scelta del percorso scolastico e universitario alla pratica sul campo, ogni passo è fondamentale per costruire una carriera in questo settore affascinante. Guardando ai grandi critici che hanno segnato la storia del giornalismo italiano, si può trarre ispirazione e comprendere l’importanza di sviluppare una voce critica unica, capace di arricchire il dibattito culturale sul cinema.




L’obesità in Italia: tra cambiamenti e tradizionalismi

In Italia, negli ultimi decenni, il numero di persone in sovrappeso è cresciuto a scapito di un benessere fisico regolare. Spesso si è pensato che tale fenomeno sia aumentato a seguito dell’evoluzione del digitale.

Ma, in che senso l’obesità e il digitale hanno una connessione tra loro?
Il mondo virtuale (es. playstation, video giochi) sembra aver rappresentato, soprattutto negli ultimi vent’anni, sia per i bambini che per gli adulti, un momento di svago in cui la voglia di giocare si connette al desiderio di mangiare o stuzzicare qualcosa (es. caramelle, patatine … il cosiddetto cibo spazzatura).

Sovente è capitato di vedere bambini e/o adulti che, seduti comodamente su un divano o su un letto, giocavano con il cellulare e nello stesso tempo mangiavano a dismisura.
Tuttavia, la connessione tra lo stare seduti per giocare e mangiare, ha sempre più sviluppato una vita sedentaria sia per i giovani che per gli adulti. Questo fenomeno ha incrementato la percentuale di obesi in Italia.

Tale aspetto sociale si è anche diffuso per altre ragioni: mancata regolarità alimentare sia negli orari che nella qualità del cibo. Si tende a mangiare spesso fuori orario, saltando i pasti principali oppure, per sbrigarsi prima, si prediligono pasti confezionati o preriscaldati. In entrambi i casi è venuta a mancare sia la ritualità del sedersi a tavola che la consistenza del cibo.

Oltre a questi fenomeni, in Italia, si è andata diffondendosi anche la cultura del biologico e del km0. Queste tendenze sono apparse, nella maggior parte dei casi, come “modaiole” e non come forme per riequilibrare il proprio benessere fisico.

Alcune persone invece hanno cercato di evitare la sedentarietà iscrivendosi in qualche centro sportivo che, spiacevolmente, dopo poco hanno interrotto.

Ci sono persone che invece hanno deciso di intraprendere una dieta che, a volte, è andata a buon fine e altre no, ricadendo ciclicamente nell’oblio del mangiare male.
Come possiamo notare, in un contesto come quello odierno dove, esiste una variegata tipologia di cibo, le persone sembrano essere attirate dal bel piatto piuttosto che dal gusto. Pertanto, anche in tal caso prevale il concetto di apparenza, spesso e volentieri deludente. Come recita un famoso proverbio “spesso si mangia con la vista e non con la bocca” cioè, frequentemente ci si lascia “ingannare” dall’apparire e non dalla sostanza.

Inoltre, oggi, è diminuita la motivazione per seguire una giusta nutrizione. Al contrario si pensa al benessere estetico in modo ossessivo: per essere accettati bisogna avere un bel viso, togliere le rughe, essere alla moda, utilizzare creme o pillole per dimagrimenti tutt’altro che miracolosi. In un tempo in cui ci si distacca dal tradizionale per agire in termini di cambiamento non bisogna lasciarsi convincere che la vita è bella solo se seguiamo canoni estetici perfetti, ma anche imperfetti o meglio adatti ad ognuno di noi.




Le istituzioni educative: perché si parla di crisi?

Tutte le istituzioni educative (famiglia, scuola, servizi alla persona), oggi, stanno decadendo di fronte alla necessità di fare dei nostri ragazzi delle persone responsabili e determinate. Quello che nella società odierna sta venendo meno è il concetto di autorevolezza: dire NO quando è necessario.
I ragazzi mancano di passioni e non sanno nemmeno come e dove cercarle. Dinanzi a tali aspetti la generazione odierna dichiara che le uniche passioni sono fumare, bere alcolici, chattare con gli amici e “sballarsi” durante la notte.
Queste affermazioni molto frequenti hanno da sempre colpito l’essenza di noi adulti che, ripensando alla nostra epoca, dove i ragazzi/e avevano altre passioni come lo sport, la lettura, rimangono estraniati da quanto oggi accade.
A distanza di una ventina d’anni dai ragazzi di oggi, molti colleghi si sentono di dire che il cambiamento generazionale è avvenuto non solo nei giovani, ma anche nei genitori e nell’intera società.
Un clima quello attuale molto volubile e superficiale nei confronti di valori e passioni che si sono offuscate dallo scarso se non nullo potenziale delle nuove generazioni. Il potenziale dei giovani d’oggi è assopito, nascosto; sarebbe necessario “tirarlo fuori” e farlo germogliare.
I giovani necessitano di figure di sostegno che sappiano “scavare” in loro le parti significative per il loro sviluppo psicosociale ed emotivo. I primi, a muoversi in tal senso, dovrebbero essere le figure genitoriali e a seguire tutte le altre agenzie educative tra cui, educatori, insegnanti, amici, docenti etc …
Bisognerebbe costruire, come affermava lo studioso Bruner, una sorta di impalcatura che sorregga l’educazione e la formazione dei nostri ragazzi: il nostro domani.
Un domani che non è visto in modo roseo date le circostanze e i ruoli che molti “esperti” dell’educazione stanno adottando: scarsa autorevolezza, pochi progetti educativi volti alla comprensione dei giovani, mediocrità nel discernere ciò che è bene da ciò che è male e poca attenzione ai bisogni fisici, ma anche psicologici dei nostri ragazzi.
Una società dell’educazione abbastanza carente di idee per supportare le novità del mondo d’oggi: la globalizzazione, l’inclusione, il benessere psico-fisico di ciascun soggetto, la scarsa emancipazione culturale e l’apparenza come primo obiettivo da raggiungere.
Sarebbe opportuno un cambio di marcia per “costruire” una società migliore che dovrebbe ospitare bambini e giovani che diventeranno gli uomini e le donne del futuro.




Beatrice Mazzoni incoronata Miss Roma 2024

Una raggiante Patrizia Mirigliani, patron del concorso Miss Italia, insieme ad un commosso ma felice Nicola Franco, presidente del VI Municipio Roma Le Torri, incoronano la nuova Miss Roma 2024, Beatrice Mazzoni.

la gremitissima arena all’aperto del Teatro di Tor Bella Monaca

In una gremitissima arena del Teatro di Tor Bella Monaca Beatrice Mazzoni, ventenne romana studentessa di Comunicazione pubblica e d’Impresa conquista l’ambitissima corona di Miss Roma 2024 accedendo così direttamente alle prefinali dell’85° concorso di Miss Italia 2024.

Margherita Praticò con don Antonio Coluccia

Un vero “parterre de rois” composto oltre che da Patrizia Mirigliani, Nicola Franco e Andrea la Fortuna, giovanissimo vicepresidente del Municipio VI Roma Le Torri, “arricchito” dalla presenza, accolta tra gli applausi, di don Antonio Coluccia, “il prete coraggio” impegnato da 25 anni contro la criminalità organizzata e lo spaccio di droga.
“Amati per poterti amare ed ama il tuo territorio
È racchiuso qui il messaggio di don Antonio Coluccia che ringrazia, tra gli scroscianti applausi del pubblico, Miss Roma e gli organizzatori di avere riportato al centro del Municipio “il dono della vita” contro quella “cultura della morte” che divide troppo spesso le strade dove ognuno di noi vive i suoi giorni.

L’intervento di don antonio coluccia

“Bisogna ricordare, dice concludendo il suo intervento, il rispetto della vita, dei giovani e delle donne perché la vita è il più grande dono che Dio ci ha donato e che dobbiamo custodire”.
Perché il “leit motiv” di questa serata è, come dicono le parole dell’emozionatissimo Nicola Franco, “la voglia di mostrare le bellezze ed il cuore di questo Municipio che ho l’onore è l’onere di guidare ma che troppo spesso viene visto solo come una periferia abbandonata”.

Nicola Franco, presidente del VI Municipio Roma Le Torri, Patrizia Mirigliani, Andrea la Fortuna, vicepresidente del VI Municipio Le Torri, e don Antonio Coluccia

Ed allora la presenza di Zeudi di Palma, già Miss Italia 2021, napoletana di Scampia, diventa il ponte che unisce queste due realtà vive ma che troppe volte ingiustamente vengono viste solo come luoghi di cronaca nera.
Una serata che ha voluto lanciare, come dicono gli organizzatori della Delta Events, un messaggio di rinascita e di recupero di questa parte della città di Roma ricca di Storia, di cultura e di bellezza.

nella foto, da sx, Andrea la Fortuna, Nicola Franco, Patrizia Mirigliani, la neo Miss Roma 2024 Beatrice Mazzoni, Martina Sambucini e Zeudi di Palma

A decretare la graduatoria finale una giuria di qualità composta da Zeudi Di Palma, Miss Italia 2021 (nonché Miss Napoli 2021), Martina Sambucini, Miss Italia 2020 (nonché Miss Roma 2020).
Con loro anche Maria Maiani, fondatrice della Maiani Accademia Moda che ha vestito le 21 concorrenti con delle creazioni da sogno; ed ancora, Valeria Mangani già Vice Presidente di Alta Roma ed oggi Presidente di Sustainable Fashion Innovation Society organizzazione no-profit impegnata nella transizione ecologica dell’industria della moda e del design attraverso l’innovazione tecnologica, i produttori cinematografici Luigi De Filippis e Luca Mastrangelo, lo chef personaggio televisivo Bruno Brunori, i fotografi di moda Pino Leone e Piero Consoli, il preparatore atletico Tommaso Capezzone che hanno assegnato il 2° ed il 3° posto, rispettivamente, a Arianna Ciamei, 18 anni romana, studentessa di ingegneria, e a Greta Caretta, 25 anni romana, laureata in danza e canto negli U.S.A.

Margherità Praticò insieme a Maria Maiani, fondatrice della MAM

L’evento è stato condotto con la sua solita bravura e brio da Margherita Praticò e diretto dal regista Mario Gori, entrambi anima pulsante del concorso nel Lazio, protagonisti dei recenti successi della nostra regione con i titoli nazionali vinti da Alice Sabatini, Martina Sambucini e Lavinia Abate.

la patron del concorso Miss Italia, Patrizia Mirigliani, con Margherita Praticò, agente del concorso Miss Italia per il Lazio

Lazio, la bellezza del talento

Miss Roma 2024, settima tappa del tour Miss Italia Lazio dedicato alla finali regionali ed ai titoli speciali, è parte integrante della seconda edizione di “Lazio, la bellezza del Talento”, l’iniziativa della Regione Lazio nata con l’obiettivo di valorizzare delle bellezze paesaggistiche del Lazio e i giovani che hanno scelto di intraprendere un percorso formativo in diversi settori artistici, come ad esempio nella musica, nella moda, nel teatro e nel cinema. Quella di ieri sera è la prima tappa della kermesse, promossa da Lazio Innova, che ha visto protagoniste sul palco dell’Arena del Teatro di Tor Bella Monaca alcune delle più prestigiose scuole di alta formazione tecnologica della Regione Lazio: Maiani Accademia Moda, Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volontè, ITS Academy Lazio Digital, ITS Turismo Academy Roma.

Giulia Covitto, Jungle Julia, durante la sua esibizione

Da applausi l’esibizione di due dei tanti talento dell’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini che si sono esibiti ieri sera: dapprima Giulia Covitto, in arte Jungle Julia, toscana talentuosa classe, che ha portato in scena la sua attitudine blues e rock attraverso uno stile scarno e genuino, nato dalla collaborazione con Daniele Fiaschi eseguendo sul palco lo storico brano di Mogol e Battisti “Insieme a te sto bene”.

Stefano de Santis, durante il suo monologo “La paura” di Giorgio Gaber

A seguire Stefano de Santis, romano classe 1990, ricalcando dapprima la grande storia teatrale romana, compie la sua totale maturazione artistica scoprendo il genio dell’arte messa in scena dal grande Giorgio Gaber di cui divora ogni tipo di materiale in breve tempo e lo ha dimostrato in pieno ieri sera portando in scena il monologo “La paura”, un microtempo ed un microspazio che mette in luce l’alienazione che si prova a contatto con una persona diversa che, in fin dei conti, diversa non è.

Altro momento dedicato al talento è andato in scena quando sul palcoscenico è salito Francesco Stazi che insieme a tre colleghi di uno dei corsi della ITS LAZIO DIGITAL, scuola di Alta Formazione della Regione Lazio, nata per assicurare l’acquisizione di alte competenze tecnologiche e digitali per rispondere alle sempre più massicce richieste delle imprese di tecnici e professionisti dell’hi tech promuovendo la cultura scientifica e la ricerca in ambito tecnologico per lo sviluppo sostenibile, all’insegna delle pari opportunità e dell’inclusività, ha vinto il contest LET’S CYBER GAME indetto dal Ministero del Made in Italy, Invitalia e Cyber 4,0 a riprova di come le scuole di alta formazione della Regione Lazio siano fucina di “talenti” e “risorse” per il rilancio del nostro Paese. Un video che ha riscosso il forte applauso dei tanti intervenuti seguito poi da due ulteriori proiezioni realizzate dai ragazzi e dalle ragazze della Scuola d’arte Cinematografica Gianmaria Volontè, un centro di formazione professionale della Regione Lazio che offre un percorso formativo gratuito di durata triennale dedicato alle principali aree tecnico-artistiche che concorrono alla realizzazione di un film e della ITS Turismo Academy Roma, scuola di alta specializzazione tecnologica, nata per rispondere alla domanda delle imprese di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche con l’obiettivo di formare tecnici superiori nelle aree tecnologiche strategiche per lo sviluppo economico e la competitività caratterizzata da un nuovo modello didattico/formativo di tipo laboratoriale, integrato da stage e tirocini

Beatrice Mazzoni con gli abiti della Maiani Accademia Moda

le foto sono state realizzate da Roberto Antonelli




Lvpa Frascati (calcio, Under 14 reg.), Bifolchi: “Non vedevo l’ora di tornare a lavorare qui”

Frascati (Rm) – A lui la Lvpa Frascati ha affidato l’Under 14 regionale, ovvero il gruppo che rappresenta il delicato momento di “passaggio” dalla Scuola calcio all’agonistica. Ma Francesco Bifolchi conosce bene questa categoria (in cui ha lavorato anche nella seconda parte della scorsa stagione a Velletri dopo aver iniziato con l’Under 15 Elite della Lepanto Marino) ed è carico di entusiasmo per questa nuova avventura. “Non vedevo l’ora di ritornare a lavorare a Frascati dopo l’esperienza vissuta tra il 2017 e il 2019: questa è la miglior piazza dove sono stato in carriera. Farlo con un responsabile del settore agonistico come Leonardo Orlandi con cui c’è una stima incondizionata e con cui lavorammo assieme proprio nel mio precedente periodo a Frascati, è ancora più entusiasmante”. Bifolchi ha già osservato da vicino il gruppo di ragazzi che andrà ad allenare tramite qualche raduno. “La base è sicuramente buona. Questi ragazzi erano guidati l’anno scorso da Andrea Borsa che gli ha trasmesso delle conoscenze calcistiche importanti. È chiaro che il salto nell’agonistica rappresenta una incognita per tutti i ragazzi che affrontano l’Under 14, ma le qualità ci sono e l’obiettivo è quello di fare il meglio possibile, stando in una posizione medio-alta di classifica e cercando di far crescere questo gruppo”. La rosa conterà su diversi giocatori provenienti dalla Scuola calcio e anche su una decina di nuovi innesti: “Dobbiamo far crescere ogni singolo ragazzo all’interno del gruppo squadra. Il livello è molto omogeneo e questo può essere uno stimolo per loro durante il lavoro settimanale perché favorirà la crescita della competizione interna. Abbiamo integrato il gruppo proveniente dalla Scuola calcio e qualcosina manca ancora, ma a livello numerico c’è abbondanza”. La Lvpa Frascati ha deciso di organizzare anche una seconda squadra Under 14 che sarà affidata a un tecnico di esperienza come Davide D’Auria: “Anche lui ha a disposizione un gruppo numeroso. Ci saranno confronto e collaborazione costante tra noi per far funzionare al meglio le due squadre”. L’Under 14 regionale del club tuscolano partirà il 2 settembre con doppie sedute giornaliere per la prima settimana, poi ci sarà un’amichevole interna con l’Under 15. Dalla settimana successiva i ragazzi di Bifolchi si alleneranno (come da programma annuale) tre volte a settimana, poi il 6 ottobre dovrebbe iniziare il campionato anche se il comitato deve ufficializzare la data.





Frascati Scherma, dalle prove a squadre di fioretto una doppia medaglia d’argento dalle Olimpiadi

Frascati (Rm) – Due medaglie d’argento a squadre. Il “bottino olimpico” degli atleti del Frascati Scherma non è imponente come capitato nelle ultime edizioni dei Giochi, ma è comunque di tutto rispetto. Le medaglie, arrivate sotto gli occhi del presidente Paolo Molinari e dei consiglieri Marco Nobiloni, Stefano Salvatore e Pietro Mancini presenti a Parigi, le riportano a casa le ragazze dell’Ital-Frascati, quelle del Dream Team del fioretto femminile, e Guillaume Bianchi coi suoi compagni del fioretto maschile. L’Ital-Frascati, composta da Arianna Errigo, Alice Volpi e Francesca Palumbo (assieme alla padovana Martina Favaretto, l’unica azzurra del Dream Team che non si allena alla “Simoncelli”), partiva ovviamente coi favori del pronostico, avendo conquistato l’oro sia agli europei che ai mondiali. Ma dopo aver battuto nettamente l’Egitto e superato in semifinale le giapponesi in un assalto comunque sempre condotto, le azzurre si sono dovute arrendere alla tenacia delle statunitensi che si sono imposte per 45-39 al termine di una prova condotta sempre in vantaggio. Le parole della capitana (e portabandiera dell’Italia olimpica) Arianna Errigo e delle sue compagne hanno comunque mostrato la grande (e giustissima) soddisfazione per la conquista della medaglia d’argento che pone una volta di più le fiorettiste azzurre tra le protagoniste assolute del panorama mondiale. Da sottolineare anche il personalissimo record della Palumbo, prima medaglia olimpica di una sportiva lucana: l’atleta che ormai da tempo è di stanza a Frascati, partita come riserva, è subentrata alla Favaretto durante l’assalto della finale e così ha “guadagnato” la medaglia che altrimenti non le sarebbe aspettata per un “curioso” regolamento olimpico. Davvero beffarda la prova individuale delle ragazze con la Errigo eliminata ai quarti di finale e la Volpi arrivata a un passo dal bronzo, poi perso per mano della canadese Harvey. L’altro argento è arrivato sempre dal fioretto e sempre dalla prova a squadra, ma stavolta maschile. La prestazione di Guillaume Bianchi (praticamente sempre “in positivo” in tutti gli assalti) ha dato un contributo importante per il secondo posto dell’Italia, arresasi solo all’ultimo atto contro la forte squadra nipponica nell’ultima giornata di gare di scherma dell’Olimpiade di Parigi 2024. Lo stesso fiorettista, cresciuto nel vivaio del Frascati Scherma, è arrivato fino ai quarti della prova individuale (non senza qualche polemica arbitrale) e allo stesso turno si è fermata anche la squadra femminile della sciabola dove c’erano Chiara Mormile (alla sua prima Olimpiade) e Irene Vecchi. Ora un po’ di meritato riposo per tutti e poi da settembre si riparte con la stessa determinazione e “fame” di sempre. 





Usa, Biden: “Pronti a difendere Israele”

“Poco fa io e la vicepresidente siamo stati informati nella Situation Room sugli sviluppi in Medio Oriente. Abbiamo ricevuto aggiornamenti sulle minacce poste dall’Iran e dai suoi alleati, sugli sforzi diplomatici per ridurre le tensioni regionali e sui preparativi per supportare Israele qualora venisse nuovamente attaccato”: lo scrive su X Joe Biden, postando una foto del team della sicurezza nazionale.

“Abbiamo anche discusso i passi che stiamo intraprendendo per difendere le nostre forze e rispondere a qualsiasi attacco contro il nostro personale nel modo e nel luogo che preferiamo”, ha aggiunto. 
   

Pezeshkian: ‘Israele riceverà una risposta per la sua insolenza’

‘L’Iran non vuole espandere la guerra e la crisi nella regione, ma il regime sionista riceverà sicuramente una risposta per i suoi crimini e la sua insolenza’. Lo ha detto il presidente iraniano, Massoud Pezeshkian, in un incontro ieri sera con il segretario del Consiglio di Sicurezza russo Sergei Shoigu, a Teheran.

 ‘Le azioni criminali di Israele a Gaza e l’assassinio del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh sono la chiara indicazione della violazione di tutte le leggi internazionali’, ha proseguito.

 Pezeshkian ha poi affermato che le relazioni con la Russia sono una priorità per l’Iran, in quanto ‘Mosca è stata un partner strategico e un amico dei tempi difficili per Teheran’. ‘Il tempo dell’unilateralismo di alcune potenze come gli Stati Uniti è passato’, ha aggiunto.

Shoigu, scrive l’agenzia Irna, ha definito Teheran un alleato strategico della Russia nella regione e ha sottolineato i tentativi dei due Paesi di risolvere la sicurezza e di formare un mondo multipolare. Il dirigente russo ha anche incontrato il capo di stato
maggiore delle forze armate iraniane nella tarda serata di lunedì.

Durante l’incontro, Mohamamd Bagheri ha affermato che gli Stati Uniti sanno bene che il mondo non è più bipolare. ‘L’Iran
e’ favorevole alla cooperazione trilaterale con Russia e Cina’, ha aggiunto. 

Bagheri, ‘Dobbiamo resistere e prendere misure reciproche’

 “L’Iran deve resistere e prendere misure reciproche, in conformità con il diritto internazionale, per affrontare le azioni malvagie del regime sionista, che è la causa dell’instabilità nella regione”. Lo ha detto il ministro degli Esteri ad interim Ali Bagheri in una conversazione telefonica avuta ieri sera con il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó, il cui Paese è presidente di turno dell’Ue.

 “L’Iran attribuisce importanza al mantenimento della stabilità regionale, ma allo stesso tempo considera il suo legittimo diritto di difendere la sicurezza, la sovranità nazionale e l’integrità territoriale del Paese”, ha sottolineato Bagheri, citato dall’agenzia Irna.

Szijjártó, da parte sua, ha affermato che la comunità internazionale dovrebbe adottare tutte le misure possibili per prevenire l’escalation della tensione e della crisi. Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha detto ieri di aver ricevuto da Bagheri, tramite il ministro degli Esteri ungherese, il messaggio che l’Iran ha deciso di attaccare Israele.




Miss Roma 2024, ecco le concorrenti in gara

Oggi sarà eletta la nuova reginetta della bellezza capitolina che accederà alle prefinali nazionali di Miss Italia

Presentate ieri pomeriggio a Roma, presso l’aula consiliare del VI Municipio Roma delle Torri, le 21 ragazze che martedì 6 agosto concorreranno per il titolo di nuova reginetta della bellezza capitolina e per l’accesso alle prefinali nazionali dell’85° concorso Miss Italia.

Sono intervenuti il presidente ed il vicepresidente del VI Municipio Roma delle Torri Nicola Franco e Andrea La Fortuna, la fondatrice della Maiani Accademia Moda Maria Maiani, gli organizzatori Mario Gori e Margherita Praticò, il direttore del Teatro di Tor Bella Monaca Filippo D’Alessio

Saranno 21 le concorrenti che martedì 6 agosto alle ore 21.30, a Roma, si contenderanno il titolo Miss Roma 2024, importante tappa delle finali regionali dell’85° concorso nazionale Miss Italia, organizzata dalla Delta Events, agenzia esclusivista per il Lazio da oltre un decennio, con il patrocinio del Municipio VI Roma delle Torri .

Le 21 concorrenti che prenderanno parte a Miss Roma 2024 sono le seguenti: Alessia Perazzo, Alisea Sdrubolini, Anna Capparelli, Arianna Ciamei, Aurora Filitti, Beatrice Mazzoni, Beatrice Scintu, Caterina Raffio, Cristina Josan, Costanza Cardamore, Dafne Catena, Delia Valentini, Elena Di Palma, Emma Terzi, Giorgia Casadei, Greta Caretta, Lavinia Abeloos, Linda Ferraro, Lavinia Puggioni, Nicole Boccanera, Sara Bumbaca.

Miss Roma 2024 è parte integrante della seconda edizione di “Lazio, la bellezza del Talento”, l’iniziativa della Regione Lazio il cui obiettivo è la valorizzazione delle bellezze paesaggistiche del Lazio, ma anche dei giovani che hanno scelto di intraprendere un percorso formativo in diversi settori artistici, come ad esempio nella musica, nella moda, nel teatro e nel cinema. “Lazio, la Bellezza del Talento” è una kermesse promossa da Lazio Innova e realizzata in collaborazione con il Concorso Nazionale Miss Italia Regione Lazio e con alcune delle più prestigiose scuole di alta formazione tecnologica della Regione Lazio che in ognuno delle 4 serate in programma saranno protagoniste sul palcoscenico : Maini Accademia Moda, Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volontè, ITS Academy Lazio Digital, ITS Turismo Academy Roma.

A fare da cornice all’evento di martedì sera sarà l’Arena del Teatro di Tor Bella Monaca, aperto dal 9 dicembre 2005 grazie al sostegno e alla collaborazione di Roma Capitale – Assessorato alle Politiche Culturali e Assessorato alle Politiche per le Periferie – dell’ ETI Ente Teatrale Italiano, della Regione Lazio e dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, una vera e propria scommessa culturale, per valorizzare un territorio ricco di potenzialità, l’attuale Municipio VI, uno dei municipi più popolosi di Roma.

Il Teatro Tor Bella Monaca si propone come un riferimento sociale e culturale per la città, aperto e fruibile, un luogo vissuto, capace di incuriosire, aggregare, stimolare e garantire l’accessibilità della creazione artistica a tutta la comunità territoriale e alla città intera, favorendo la relazione tra produzione culturale locale e scena nazionale. L’edificio, situato all’interno del grande complesso della sede del Municipio, è stato progettato come un sistema flessibile di spazi: comprende due sale teatrali (la sala grande da 282 posti e la sala piccola da 98), una sala prove e ulteriori spazi in cui realizzare incontri, mostre, laboratori, momenti formativi; in estate poi spazio all’Arena all’aperto come sede delle rappresentazioni.

Qui le 21 concorrenti si esibiranno in diverse coreografie moda, con gli abiti che richiamano il tricolore e con i capi di alta moda degli stilisti della Maiani Accademia Accademia . Non ci sarà la tradizionale uscita in body da gara, sostituita da calzoncino corto e camicetta bianca. Le ragazze avranno un minuto a disposizione per presentarsi alla giuria, che sarà prettamente tecnica e composta da varie professionalità della moda, dello spettacolo, del make-up.

La scelta della Delta Events – agenzia esclusivista del Concorso per la regione Lazio- di effettuare a Tor Bella Monaca uno dei propri eventi di maggior importanza nasce dalla volontà di dare un contributo per valorizzare un territorio ricco di potenzialità, uno dei municipi più popolosi di Roma: il VI Municipio Roma le Torri.
Lo spettacolo, sarà presentato da Margherita Praticò, agente e organizzatrice del concorso per il Lazio insieme al regista Mario Gori.

Ospiti d’onore della serata ben 2 Miss Italia Zeudi Di Palma (2021), Martina Sambucini (2020) e la patron del concorso Patrizia Mirigliani. Sarà inoltre presente la Miss Roma eletta lo scorso anno: Marta Antonucci.

La vincitrice del titolo di Miss Roma 2024 accederà alle prefinali nazionali, dove giungeranno circa 200 ragazze da tutta Italia. Tra le novità delle fasi nazionali 2024 del concorso di bellezza, che avrà come teatro le Marche, spicca fra tutte l’Accademyche vedrà le giovani concorrenti affiancate da coach d’eccellenza. “Quest’anno – dichiara la patron Patrizia Mirigliani- si svolgerà nella sua prima parte legata quindi a prefinali e, novità assoluta, Accademy, sul Conero nella Riviera del Conero a Numana, in un resort bellissimo. Io sono felicissima di essere in una regione che racconta bellezza. Ci sarà anche la possibilità di acquisire esperienze di donne che nel loro settore si sono veramente distinte, realizzate, e queste donne portatrici di esperienze saranno le loro coach”. Tra le coach ci saranno Valeria Sechi, modella pro-age, Flaminia Bolzan, psicologa, Chiara Franchi, fashion marketing brand advisor, Ilenia Cisale, medico esperta in farmaco genetica e nutrigenetica, Annamaria Sambuco, casting director cinema, Eugenia Sepe, Patrizia Peroni della Polizia di Stato“che verranno a parlare con le ragazze sulla violenza di genere”. “È importante – osserva Patrizia Mirigliani – che ci sia una dottoressa che spieghi alle ragazze come ci si alimenta nella maniera giusta perché i messaggi che arrivano da fuori sono messaggi a volte che creano confusione in queste ragazze che vivono perennemente a dieta e poi entrano nei problemi psicologici che sono abbastanza frequenti nel mondo giovanile”.




Il corpo umano è un oggetto da guardare? Consideriamo alcuni aspetti pedagogici e filosofici

Guardare è un termine sempre molto generico e superficiale che “classifica il corpo al pari di un oggetto”. Il corpo umano in sé per sé è oggi sempre più di ieri guardato e non osservato; ciò vuol dire che la nostra attenzione è superficiale, nel senso che si limita allo stato epidermico di un corpo senza scendere nella sua profondità.

In senso pedagogico, il corpo umano non è un oggetto, ma un soggetto strettamente connesso al concetto di essere umano in carne ed ossa. Inoltre, stando nel panorama pedagogico, il corpo umano possiede un’anima che deve essere riconosciuta ancora prima di voler comunicare. Tuttavia, non limitandoci al corpo come involucro, dobbiamo saper osservare un corpo umano nella sua accezione più profonda. Il corpo umano non è un oggetto da guardare, ma un soggetto da osservare.

Nella società odierna, dove tutto si riconduce all’apparenza, è facile confondersi e limitarsi a guardare esteriormente un corpo; difatti oggi ci incontriamo con molti corpi differenti tra loro e con altrettante anime diverse, che però non sappiamo riconoscere. Pertanto, lo scopo di ognuno di noi sarebbe quello di osservare, di conoscere il soggetto di quel corpo, per poter-ci parlare, conoscere e interscambiare relazioni.

La filosofia ci conferma, già dai tempi di Cartesio, che il corpo non è distaccato dalla mente umana, ma c’è una grande affinità tra i due “elementi”: la mente non esiste senza il corpo e viceversa. Da qui i meravigliosi studi del filosofo Antonio Damasio, neurologo, neuroscienziato e psicologo portoghese che parla dell’errore cartesiano come concezione che non trova affinità con gli studi successivi tra mente-corpo. Damasio afferma, che corpo e mente non sono separati, anzi le emozioni, i sentimenti sono collegati ai movimenti del nostro corpo. Questo riferimento è per ricalcare l’importanza della connessione mente-corpo e della congiunzione dell’osservare un corpo.

Di concerto, quando noi guardiamo un corpo, in realtà lo dovremo osservare per capire, attraverso le nostre dotazioni mentali, quali sono le sensazioni che quella persona/corpo prova. È con questi riferimenti che si vorrebbe aspirare ad un mondo che non dà importanza solo all’ “oggetto” corpo, ma all’intero involucro comprensivo di anima, di sentimenti e di emotività, nonché la capacità di sviluppare la nostra intelligenza emotiva per consentir-ci con tutti i nostri sensi di connetterci all’altro.




L’intelligenza artificiale: verso un mondo sempre più complesso

Oggi il mondo intero utilizza a gran misura l’intelligenza artificiale sostituendola quasi all’intelligenza umana. Diversi studi hanno messo a confronto le due intelligenze, ponendo in evidenza le differenze fondamentali.

In primis, si è riflettuto sulla velocità e sull’efficienza: le macchine (es. pc) possono elaborare informazioni a velocità superiore rispetto agli esseri umani e possono eseguire compiti ripetitivi con una precisione molto elevata. Uno sguardo è stato dato anche alla creatività e all’intuizione: l’intelligenza umana eccelle in compiti di creatività, intuizione e comprensione contestuale, aspetti in cui l’intelligenza artificiale è ancora limitata.

La terza riflessione è sul concetto di apprendimento: l’uomo apprende mediante esperienze dirette e indirette, mentre l’intelligenza artificiale si serve di una certa quantità di dati.
Il fatto che l’intelligenza artificiale sta andando verso un mondo sempre più complesso è perché si è riscontrato un potenziale di rivoluzionare settori come la medicina, l’educazione, i trasporti e il lavoro, migliorando l’efficacia e creando nuove opportunità.
In ambito pedagogico ed educativo l’intelligenza artificiale sta portando ad un apprendimento adattivo e personalizzato.

Le cosiddette TIC (Tecnologie dell’informazione e della Comunicazione) stanno rivoluzionando il modo della didattica scolastica ed educativa, apportando notevoli modifiche anche nelle progettazioni per i bambini con deficit, oppure DSA e BES.
Le TIC prevedono un utilizzo scolastico molto frequente che apporta benefici rispetto alla didattica frontale. Siamo nell’era dove la tecnologia si sta sempre più espandendo non solo a scuola, ma anche nei contesti lavorativi. È continua la comparsa di terminali, di dispositivi digitali e multimediali.

Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono risultate essere una risorsa essenziale delle organizzazioni. Per tale motivo le TIC sono strategie utili nel mettere a disposizione dati e informazioni migliori e possono aiutare le organizzazioni a ridefinire i rapporti con gli studenti, con i clienti e con i fornitori.




Nobody Wants to Die, il videogame thriller in salsa cyberpunk

Nobody Wants to Die, titolo sviluppato da Critical Hit Games disponibile su Pc, Xbox e PlayStation, è un’avventura di stampo noir ambientata nella città di New York del 2329. Protagonista dell’avventura è il detective James Karra che si trova a dover indagare su una serie di misteriosi omicidi. Il poliziotto però non è solo, ma dovrà affrontare le indagini assieme alla giovane collega Sara Kai, suo braccio destro nonché personaggio fondamentale nel corso della storia. Fin dai primi passi mossi in questo thriller decisamente molto curato per quanto riguarda l’aspetto grafico, siamo rimasti affascinati dall’atmosfera da detective story in stile Blade Runner, dove però il focus devia totalmente dalle dinamiche di combattimento che ci si aspetterebbe. Nel corso di tutta la durata di Nobody Wants to Die, infatti, non si incontrerà alcuna sequenza di combattimento. Un vero peccato perché a nostro avviso qualche sparatoria avrebbe sicuramente messo più pepe al tutto. Come si può intuire, quindi, i cardini della produzione sono racchiusi tutti in tre elementi: storia, personaggi e ambientazione. A livello narrativo l’avventura ha inizio con il detective James Karra che torna a lavorare in polizia dopo un recente incidente in seguito al quale sembra aver avuto delle conseguenze sulla sua salute psichica. Proprio nel suo giorno di riposo viene incaricato dal suo capo di indagare sul presunto suicidio di uno degli uomini più ricchi di New York, Edward Green. L’uomo si accorgerà ben presto però che il caso affidatogli non è quel che sembra e, in compagnia della sua collega, Sarah, si troverà invischiato in un intrigo politico estremamente pericoloso e complesso.

Fra livelli che si sviluppano in verticale man mano che aumenta il tenore di vita dei cittadini, auto volanti che affollano i cieli ed enormi insegne luminose a fendere l’oscura decadenza di una metropoli in cui piove sempre o quasi, l’ambientazione di Nobody Wants to Die si ispira in maniera palese a Blade Runner ed è ovviamente un peccato che la si possa solo ammirare da lontano. Sono presenti infatti sequenze in cui il protagonista si ritrova a contemplare il profilo della sua New York e il traffico che scorre fra i palazzi, magari mentre si affaccia dallo sportello aperto della sua stessa auto volante. Tuttavia, una volta messo in moto il veicolo, l’atto di viaggiare verso una qualsiasi destinazione viene rappresentato in maniera automatica, senza la possibilità di pilotare il mezzo. Di fatto i momenti in cui viene concesso di esplorare lo scenario sono pochi e limitati, a dimostrazione di come il contorno scenografico dell’avventura sia appunto questo: un semplice sfondo, pensato per arricchire e contestualizzare un gameplay che di fatto si limita all’analisi delle scene del crimine o ai puzzle che concludono un’indagine andando a sommare i vari elementi. A livello di giocabilità, una volta giunti sulla scena del crimine si può azionare un dispositivo in grado di “riavvolgere il tempo” e rivelare elementi da approfondire e visualizzare, ricorrendo anche ad apparecchi come la fotocamera, la lampada UV e il visore a raggi X per ricostruire di volta in volta ciò che è accaduto e chi ha fatto cosa. Questa parte dell’esperienza è piacevole e molto ben coreografata, ma come detto risulta parecchio guidata. L’interfaccia del gioco, infatti, dispensa suggerimenti in continuazione, al punto che la modalità di visualizzazione teoricamente deputata a fornire dei consigli si rivela inutile. Viene detto fino a dove far scorrere il tempo, che strumento utilizzare e quando, rendendo futile persino la ruota di selezione dei dispositivi; e così anche il gameplay stesso di Nobody Wants to Die si rivela semplicemente funzionale alla narrazione e nient’altro.

L’ambientazione oscura scelta dal team polacco è di certo la componente meglio riuscita dell’intera produzione perché, al netto delle sue evidentissime ispirazioni, riesce a far emergere una discreta personalità all’interno delle suggestioni cyberpunk grazie ad un retro-futurismo datato ma efficace: l’impatto scenografico prestato da Blade Runner è qui mescolato ad un’estetica anni Quaranta, generando una dose di malinconia mista a tristezza nell’osservare auto volanti e dal design antiquato sfrecciare tra le piogge acide di una notte perenne. La colonna sonora doom jazz accompagna le elucubrazioni di un protagonista costretto a vivere per sempre nonostante la mancanza di stimoli reali, tratteggiando i confini di un universo in cui l’immortalità non è un dono, ma una condanna a vivere con i propri rimorsi. L’Unreal Engine 5 è qui utilizzato per donare un elevato grado di dettaglio ad ambientazioni contenute e ben diverse tra di loro, con un preset “Qualità” che fa sfoggio di un ray tracing corposo e di un’illuminazione efficace, mentre quello “Prestazioni” – che mantiene stabilmente i 60 fps – smorza il colpo d’occhio facendo calare la definizione e riducendo i giochi di luce. Tirando le somme possiamo dire che questo Nobody Wants to Die è nel complesso un’avventura a base narrativa caratterizzata da un’affascinante ambientazione cyberpunk, che attinge a piene mani da alcune opere piuttosto celebri, come il già citato Blade Runner, per raccontare una storia interessante e coinvolgente, costruita interamente sui due protagonisti. È vero: il gameplay si limita all’analisi delle scene del crimine e gli sviluppatori non hanno osato sconfinare, infarcendo anzi le meccaniche investigative di suggerimenti contestuali che rendono l’esperienza parecchio guidata, ma non per questo meno piacevole. Se quello che si cerca è un titolo tranquillo, con un’ambientazione molto suggestiva e che sia privo di una componente action, allora Nobody Wants to Die è il titolo che fa per voi.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5
Sonoro: 8
Gameplay: 7
Longevità: 6,5

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise