Volley Club Frascati (serie C femm.), Rizzardini fiduciosa: “Questa squadra ha tutto per vincere”

Frascati (Rm) – Altri tre punti per la serie C femminile del Volley Club Frascati. Le ragazze di coach Stefano Morini, finora, hanno fatto percorso netto ottenendo otto vittorie su otto e condividendo (al momento) la vetta della classifica con la Gio’ Volley Aprilia. Nell’ultimo turno le frascatane si sono imposte con un netto 3-0 sul campo della Pro Volley: “Non sapevamo cosa aspettarci sul valore delle avversarie che avevano ottenuto risultati altalenanti – dice l’opposto classe 2002 Beatrice Rizzardini – L’inizio della nostra gara non è stato brillante, poi c’è stata una svolta con quattro punti consecutivi in battuta quando eravamo sul 19-19. Una volta conquistato il primo set è stato un crescendo, si è visto il miglioramento quando ci siamo compattate e dall’altra parte si sono “sciolte”. C’è stato spazio per tutte nel corso della gara: io ho giocato solo pochissimi spezzoni visto che ero un po’ influenzata, ma dalla panchina ho visto lo spirito di squadra giusto”. Che la serie C femminile del Volley Club Frascati fosse una squadra competitiva si sapeva, ma non tutti avrebbero immaginato questa partenza: “Il gruppo non era completo a pochi giorni dall’avvio del campionato – ricorda Rizzardini – C’era comunque grande fiducia, personalmente conoscevo altre ex Mentana (la stessa squadra da cui è arrivata anche lei, ndr) e al nostro “nucleo” si sono aggiunte altre ragazze giovani e molto valide. Personalmente non ero nemmeno convinta di continuare a giocare, invece il progetto del Volley Club Frascati mi è piaciuto e cambiare ambiente è stato stimolante. Inoltre sono legata emotivamente al palazzetto di Vermicino dove giocai una finale Under 16 Eccellenza contro il fortissimo Volleyro’ quando ero al Volleyfriend, perdendo solo al tie-break”. Nel prossimo turno c’è il match interno con lo Sporteam12: “Le prossime avversarie hanno battuto la Dea Colleferro nell’ultimo turno, ma come sempre dovremo scoprirne il valore sul campo. Molto dipenderà dal nostro atteggiamento, d’altronde questa squadra ha tutte le potenzialità per poter vincere in questa categoria”.





Palombara Sabina: scoperto magazzino dello spaccio

A Palombara Sabina i Carabinieri della Compagnia di Monterotondo (RM) hanno arrestato un 40enne italiano gravemente indiziato di detenzione illecita di sostanze stupefacenti.

I fatti risalgono alla mattina del 23 novembre quando, i militari, insospettiti dagli strani movimenti nei terreni circostanti l’abitazione dell’uomo, già noto alle forze dell’ordine, ed hanno eseguito una perquisizione domiciliare. Ed è stato così che i Carabinieri hanno scoperto un magazzino adibito ad essiccatoio dove la marijuana era stipata per la successiva fase di imballaggio e smercio; 19 kg della stessa sostanza, invece, era già pronta per essere immessa sul mercato illegale, che avrebbe fruttato un introito di oltre 90.000 euro.

La droga ed il materiale per il confezionamento sono stati sequestrati, mentre l’uomo è stato accompagnato presso le aule del Tribunale di Tivoli che ha convalidato l’arresto ed ha disposto per lui la misura dell’obbligo di firma in caserma.

L’attività di contrasto agli stupefacenti condotta dai militari del Comando Compagnia di Monterotondo continua incessante, con particolare attenzione al fenomeno della detenzione e produzione di sostanze stupefacenti.




Zagarolo e Monte Compatri: sgominata rete di spaccio. Un boss sinti nel giro della coca

I Carabinieri del Gruppo di Frascati hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 13 persone (di cui 9 in carcere e 4 agli arresti domiciliari), gravemente indiziate dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, spaccio di sostanze stupefacenti ed autoriciclaggio, nel territorio di Zagarolo, nella località Valle Martella e Montecompatri, a sud est della Capitale.
Le indagini, condotte da settembre a dicembre 2021 dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Frascati e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, traggono origine da una serie di singoli arresti, effettuati a Valle Martella, per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti che hanno spinto gli inquirenti ad approfondire la provenienza e la gestione dello stupefacente nell’area.
I successivi approfondimenti investigativi, svolti tramite pedinamenti, servizi di osservazione e attività tecniche, hanno consentito di raccogliere elementi indiziari  in ordine all’esistenza di un’associazione diretta e gestita, quale capo promotore, da un ragazzo di origine sinti di 21 anni, dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina. Il ragazzo si avvaleva della stretta collaborazione della cognata, anche lei di origine sinti di 33 anni, nonché di altri soggetti per la cessione a terzi. L’attività di spaccio veniva svolta dalla tarda mattinata fino a tarda notte.
Le indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Frascati, rese difficoltose dal contesto territoriale e dall’impiego di “vedette” che con il “passa parola” informavano della presenza di forze dell’ordine in zona, hanno consentito di documentare l’organizzazione in turni dello spaccio da parte dei sodali, a cui oltre allo “stipendio” era garantito il pagamento delle spese legali in caso di arresto.
L’attività di spaccio, pur avvenendo in diverse zone, si concentrava soprattutto in due piazze di spaccio di Valle Martella e Zagarolo.
I due soggetti a capo dell’associazione, inoltre, avevano reinvestito parte dei proventi derivanti dall’attività illecita in una pizzeria, anch’essa sequestrata preventivamente dai Carabinieri.
Si precisa che il procedimento penale versa nella fase delle indagini preliminari per cui gli indagati devono ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.




MW3, Call of Duty non è mai stato così grande

MW3 è il nuovo capitolo dello shooter per eccellenza, Call of Duty, disponibile per Pc, PlayStation e Xbox. Questo episodio è il reboot del terzo episodio della saga Modern Warfare, iniziato nel 2019 (qui la nostra recensione) e proseguito l’anno scorso con MW2 (qui la nostra recensione). Prima di esplorare tutto quello che il videogame di Activision ha da offrire, ci sembra più che giusto sottolineare che questo reboot di MW3 è senza dubbio l’episodio più simile al suo predecessore del franchise. Ciò significa anche che a livello grafico non è cambiato molto rispetto al gioco dell’anno scorso: in apparenza, il motore grafico del gioco non ha ricevuto alcun aggiornamento significativo, con solo lievi aggiustamenti ai controlli, al bilanciamento generale delle armi e così via. Ciò significa anche che molte funzionalità di Modern Warfare 2 sono tornate. Framerate fino a 120 fps, gioco incrociato tra tutte le piattaforme, supporto per tastiera e mouse, cursore FOV, tantissime opzioni di accessibilità, schermo diviso, configurazione audio personalizzabile e possibilità di utilizzo delle skin, delle armi e dei pacchetti estetici acquistati in MW2, compreso quello che dà la possibilità di inserire le musiche di MW2 del 2009 scritte da Hans Zimmer (Cosa a nostro parere veramente esaltante). Questo MW3 edizione 2023 offre tre principali aree di gioco: la campagna single Player, il Multigiocatore PVP e la modalità zombi. Parlando della campagna, essa riprende la storia di Modern Warfare 2 dell’anno scorso e bisogna ancora una volta impersonare gli agenti della Task Force 141, con lo scopo di fermare una catastrofe globale. I fan della vecchia scuola saranno felici di sapere che il cattivo questa volta non è altro che Makarov, l’inafferrabile quanto diabolico terrorista russo dell’edizione del 2009, che finalmente trova la sua strada in questa trilogia reinventata. Questo nuovo MW3 ha un taglio ancora più hollywoodiano dei suoi predecessori è un susseguirsi di azione senza sosta, sia essa in modalità stealth che ad armi spianate. Mentre la trilogia originale di Modern Warfare e, in misura molto minore, i due capitoli precedenti di questa serie reboot volevano approfondire alcuni aspetti della guerra come la tortura, il colonialismo, l’invasione, questo nuovo gioco si accontenta di offrire praticamente solo spettacolo e divertimento allo stato puro. Quindi è bene prepararsi ad affrontare una campagna coinvolgente, lunga il giusto (se la si gioca a difficoltà massima come noi abbiamo fatto), e che lascia anche porte aperte per il futuro. La campagna questa volta, a differenza del solito, non è un’esperienza lineare, infatti quasi la metà della storia è giocata attraverso le nuovissime missioni di “combattimento aperto”. In queste missioni il giocatore viene paracadutato in un’area di gioco aperta ma con dei confini, dove può esplorare liberamente le aree e gli edifici circostanti, saccheggiare a piacimento, uccidere gruppi di nemici e completare sotto-obiettivi per avere un quadro più completo della trama. Il completamento delle 15 missioni garantisce diversi sblocchi anche per il multiplayer come: biglietti da visita, XP bonus, nuovi operatori e altro ancora. Nelle missioni aperte possono essere anche trovati specifici nascondigli di armi segrete che garantiscono anche armi sbloccabili per la modalità multiplayer: un incentivo piuttosto ingegnoso per i fan dell’esperienza competitiva a cimentarsi in questa campagna, per quanto banale possa essere. In definitiva, possiamo definire la campagna di questo MW3 un’esperienza differente dal normale, ma comunque appagante.

Parlando della modalità multigiocatore online, MW3 offre davvero moltissimo. E’ bene sottolineare che il PvP è anche il contenuto sul quale gli appassionati trascorreranno la stragrande maggioranza del tempo, alternandolo alla futura versione di Warzone in uscita a dicembre, quindi ci aspettavamo grandi cose da questo. E che dire, siamo rimasti piacevolmente colpiti. Nonostante le 16 mappe presenti siano le stesse di MW2 del 2009, questo per gli appassionati di vecchia data è davvero un vero e proprio sogno che diventa realtà. Alcuni si sono lamentati che questo “porting” mettesse in evidenza una certa pigrizia nello sviluppare nuovi contenuti, ma vi possiamo dire che quelle arene di gioco ancora oggi funzionano davvero bene e sono senza dubbio molto più appaganti di tante nuove mappe inserite negli anni passati. Insomma, al netto della discutibilità dell’operazione, è sufficiente guardarsi intorno per rendersi conto di quanto entusiasmo ci sia da parte dei giocatori al solo pensiero di ritornare a giocare su Terminal, Rust, Highrise, Scrapyard e in tutti gli altri luoghi che hanno fatto la storia della serie. Dal punto di vista strutturale, le 16 mappe sono fedelissime alle originali e le modifiche apportate dagli sviluppatori sono davvero impercettibili. Lo studio ha prevalentemente lavorato alla veste grafica e artistica, che in questo caso si concede qualche piccola libertà al fine di colmare lo scarso quantitativo di dettagli che c’era nelle ambientazioni del 2009. Proprio a causa della conformità alle mappe originali, avviare un match di MW3 è come fare un tuffo nel passato e ci si sente sin dal primo istante a casa. Se poi si prende in considerazione il fatto che col supporto post-lancio arriveranno anche scenari come Shipment, Shoot House e le altre mappe iconiche della serie, è chiaro che questa modalità sia destinata a diventare sempre più interessante. Se giocare in queste arene è un gran piacere, non possiamo dire lo stesso dei grossi scenari di guerra pensati per le due modalità su vasta scala, ossia Guerra Terrestre e Invasione che rappresentano il vero tallone d’Achille della produzione Activision. Per quanto non ci siano dispiaciute le porzioni dell’Urzikstan che sono state utilizzate come mappe per questa componente del multiplayer, continuiamo a trovare poco adatto il gameplay di Call of Duty a modalità le cui regole si addicono molto di più ad un gameplay in stile Battlefield. Tra veicoli, serie di uccisioni e cecchini, questi match tendono a essere piuttosto caotici e poco appaganti. Discorso diverso vale per la modalità Guerra, grande ritorno dal passato della serie. Questa modalità a obiettivi che prevede che un team svolga il ruolo di attaccante mentre l’altro quello di difensore, è strutturata in tre fasi: prima si procede con la contesa di un paio di punti di controllo, poi si scorta un carro e infine, una volta scesi in un bunker, ci si scontra per conquistare una stazione di lancio missilistica. Pur essendo divertente da giocare, questa modalità offre al momento una sola arena e dopo un paio di partite inizia a risultare assai ripetitiva. Ad utilizzare invece le mappe classiche è Tagliagole, basata sul vecchio Scontro, visto per la prima volta nel capitolo del 2019. Dal momento che non vi sono poi grosse modifiche rispetto alla modalità originale, chi apprezza questo tipo di match competitivi si divertirà anche in duelli 3vs3vs3 senza respawn. L’unico elemento che ci ha fatto storcere il naso riguarda la presenza dei loadout personalizzati, visto che in Scontro le classi venivano generate casualmente, così da garantire un certo equilibrio. Insomma, le mappe di Call of Duty MW3 saranno anche le stesse del 2009, ma sul piano ludico è stato svolto un lavoro notevole da parte di Sledgehammer Games, che garantisce un’esperienza di gioco quanto più vicina possibile a quella dei primissimi Modern Warfare e che sistema alcuni passi falsi compiuti da Infinity Ward con il precedente capitolo.

Per quanto riguarda la giocabilità, gli sviluppatori hanno rimosso il tanto criticato sblocco progressivo dei perk nel corso dei match, hanno introdotto un Time To Kill più elevato che fornisce qualche istante in più per reagire al nemico e hanno infine modificato in maniera importante il movimento. Tutte le possibilità, incluso lo slide cancel, sono tornate e funzionano perfettamente. A migliorare il gameplay non è solo la reintroduzione di queste meccaniche, ma anche una serie di modifiche meno esplicite che però hanno reso ogni singolo aspetto più fluido: mirare, sparare, scivolare, arrampicarsi e muoversi sono tutte azioni che risultano più gradevoli rispetto al passato. A beneficiare di tutte queste migliorie è anche il ritmo di gioco, che in Modern Warfare 3 è più sostenuto e sembra quasi che le azioni a schermo accadano più velocemente. A sposarsi perfettamente con il rinnovato gameplay del titolo Sledgehammer è la Posizione Tattica, una meccanica inedita che permette al giocatore di alternare con la pressione di un tasto la modalità di mira. Attivando la posizione tattica, l’operatore inclina l’arma in maniera simile a quanto accadeva con alcuni mirini laser nelle campagne dei vecchi capitoli: in questo modo, è possibile far fuoco con una certa precisione quando il bersaglio è a corta/media distanza e consente al tempo stesso di muovere la telecamera con un’agilità assai superiore rispetto alla tradizionale modalità mirino. A nostro giudizio quindi l’esperienza multiplayer di questo Call of Duty MW3 è la migliore tra quelle viste negli ultimi anni, senza ombra di dubbio. Se proprio dovessimo cercare una pecca, a nostro avviso andrebbe introdotto un migliore sistema di composizione dei match in base all’abilità dei player. Molto spesso infatti ci si trova in stanze con giocatori estremamente bravi o estremamente scarsi e questo sbilancia alcuni match. Inoltre segnaliamo su Xbox (piattaforma su cui abbiamo testato il gioco) l’impossibilità di disattivare il cross-platform con il pc e con i giocatori dotati di mouse e tastiera che letteralmente rovinano le partite. Purtroppo anche impostando dalle impostazioni console il blocco del cross-platform, il gioco obbliga i giocatori a riattivarlo o a non poter giocare online. Una vera pecca per chi vuole godersi qualche partita senza frustrazione. A non averci convinto totalmente è il sistema di progressione e di sblocco. Nei vecchi giochi della serie, tutto si basava sull’accumulo di esperienza: coi gradi si sbloccavano armi, perk ed equipaggiamento, e con i livelli arma i vari accessori. In questo caso, però, solo alcuni degli oggetti citati sopra fanno parte delle ricompense che si ottengono livellando, mentre buona parte dell’arsenale si ottiene attraverso il completamento di missioni settimanali o delle cosiddette Sfide dell’Armeria. Nel primo caso si tratta dei classici obiettivi proposti settimanalmente che garantiscono l’accesso a versioni alternative delle bocche da fuoco. Le Sfide dell’Armeria sono invece più intricate, poiché ruotano tutte intorno al completamento degli incarichi giornalieri. In poche parole, stiamo parlando di una schermata in cui il giocatore può liberamente selezionare il pezzo d’equipaggiamento da sbloccare: dopo aver portato a compimento il numero di sfide quotidiane richieste, questo verrà permanentemente aggiunto alla collezione. Fortunatamente però, grazie alla modalità Zombi, livellare le armi e bloccare i componenti è più semplice che in PvP, quindi il procedimento resta comunque lungo ma meno frustrante

Per quanto riguarda la terza tipologia di gioco offerta da MW3, ossia quella zombi, essa di chiama MWZ ed è un misto fra Dmz e la classica modalità dedicata ai non morti. Per chi non lo sapesse, Zombies è un’esperienza per giocatore singolo e cooperativa immensamente popolare, originariamente immaginata da Treyarch e diventata un punto fermo del franchise per molti capitoli, specialmente nella serie Black Ops di Call of Duty. Giochi. Queste mappe, nel corso degli anni, sono state un mix geniale e avvincente di design di livelli ingegnosi ed espansivi, cacce contorte alle uova di Pasqua e alcuni dei poteri più soddisfacenti mai visti in qualsiasi videogioco tramite potenziamenti e armi aggiornabili, il tutto circondato da ciò che inizialmente potrebbe apparire come uno sparatutto infinito di orde di zombi standard. Gli Zombies di quest’anno però difficilmente possono essere affrontati come in passato. La struttura stessa del gioco infatti è totalmente differente rispetto a quanto visto in precedenza. Nel bene o nel male MWZ è DMZ con i morti viventi. A conti fatti, vi è una vera e propria fusione fra il gameplay in loop tipico della modalità PvPvE e quello di Zombies, visto che ritroviamo tutti quelli che sono gli elementi cardine di entrambe le esperienze ad eccezione della componente competitiva, qui del tutto assente. In giro per l’Urzikstan, la futura mappa di Warzone, bisogna farsi largo tra infetti, cani demoniaci e boss provenienti dalle passate iterazioni della modalità al fine di completare contratti e accumulare tutte quelle risorse utili a potenziare le bocche da fuoco e l’operatore stesso. Come accennato poco fa, i capisaldi di Zombies ci sono tutti e ancora una volta sarà possibile acquisire abilità uniche ingurgitando bevande speciali e conferire poteri alle armi grazie al Pack-A-Punch. Ad affiancare tutte queste meccaniche c’è il medesimo gameplay di DMZ, il cui sistema di looting è invariato: l’unica piccola differenza risiede nell’interfaccia, poiché gli sviluppatori hanno deciso di modificare lo sfondo di armi e oggetti e renderlo colorato, così che la comprensione della rarità del bottino sia immediata. Dopotutto i non morti spuntano di continuo e restare fermi di fronte ad un forziere per decine di secondi sarebbe assai rischioso. Ovviamente anche il meta è quello già visto e, attraverso menu che sono pressoché identici a quelli di DMZ, si possono gestire le risorse ottenute in precedenza e avviare così una nuova partita con un piccolo vantaggio, che si tratti di armi potenziate o di bevande che forniscono power-up. Sebbene il riciclo sia sotto gli occhi di tutti, dobbiamo sottolineare che questa inaspettata fusione funziona piuttosto bene. Per com’è impostata questa Zombies open world di MW3, i giocatori possono sia scendere in pista e darsi al massacro di non morti senza stare troppo a pensare agli obiettivi, sia dedicarsi alle missioni della storia (identiche ai contratti di DMZ, sebbene se ne possa attivare solo una alla volta) o al completamento dei vari easter egg. Esiste anche una sorta di progressione interna della partita, visto che più ci si addentra nel cuore dell’Urzikstan e maggiore è la resistenza dei nemici, i quali diventano estremamente pericolosi nell’area più interna, colorata di rosso sulla mappa. È chiaro, i puristi della modalità Zombies a round potrebbero storcere il naso di fronte ad una simile impostazione, ma è indubbio che fra tutte le sperimentazioni avvenute negli ultimi anni sulla modalità creata da Treyarch, questa sia la più riuscita. Per chi si stesse chiedendo: “Ma esiste una storia in questo MWZ? La risposta è si. Compiendo determinate missioni infatti si proseguirà lungo una trama suddivisa in tre atti che fa luce su come mai è esplosa l’epidemia e che porterà i giocatori a fare di tutto per fermare la piaga. Tirando le somme, oltre a quanto detto fino ad ora, MW3 offre il solito bellissimo doppiaggio in lingua italiana, musiche memorabili, un gameplay solido e rodato, ma anche una fruibilità senza pari. Insomma, Call of Duty da sempre fa parlare di se, c’è chi lo ama, chi lo odia, chi lo critica e chi lo idolatra, ma c’è sicuramente da dire una cosa: MW3 è un altro splendido capitolo del franchise che è destinato a far parlare di se e a rimanere nella storia.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9,5

Gameplay: 9

Longevità: 9,5

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise




Alexa festeggia i 5 anni in Italia con 28 miliardi di interazioni

Alexa festeggia cinque anni dal suo arrivo in Italia con 28 miliardi di interazioni dal 2018 ad oggi, di cui 11 miliardi solo negli ultimi 12 mesi. L’assistente vocale di Amazon, che fornisce news, musica, intrattenimento, Smart home e funzionalità personalizzate, come riferisce il gruppo in occasione della ricorrenza, è stato utilizzato quotidianamente in tutti i modi che il dispositivo consente e il suo successo è la riprova di quanto sia apprezzato dagli utenti. Solo quest’anno, infatti, sono state oltre 45 milioni, è stato sottolineato, le interazioni generate da parte degli utenti per tenersi aggiornati sulle ultime notizie e oltre 192 milioni quelle per conoscere il meteo. Nello specifico, il 23% delle interazioni sono state generate con i supporti Echo Show dotati di schermo e con Fire TV, per un totale di 300 milioni in Italia per vedere film, serie TV e video. Le funzionalità che riguardano la “casa intelligente”, come la possibilità di gestire e controllare telecamere, luci o termostato, è stato spiegato durante il “compleanno” di Alexa “sono particolarmente amate dagli utenti in Italia, che solo negli ultimi 12 mesi hanno generato ben 2.5 miliardi di interazioni di questo tipo. Sono poi circa 15 milioni le ricette che gli utenti hanno chiesto ad Alexa quest’anno: dalle preparazioni locali, simbolo dell’italianità nel mondo, come gli spaghetti alla carbonara e il risotto allo zafferano, ai piatti tipici di culture lontane, tra cui il riso alla cantonese o le tortillas di farina. Tra le più richieste dagli utenti quest’anno anche la pasta alla sorrentina, il pollo alle mandorle e l’intramontabile tiramisù”. Le ore di musica in streaming riprodotte tramite Alexa nell’arco di questi 5 anni ammontano a oltre 1.3 miliardi. Un altro modo in cui Alexa viene in aiuto nella vita di tutti i giorni è impostare timer, gestire sveglie e promemoria: quest’anno gli utenti ne hanno impostati oltre 1.4 miliardi. Infine, ammontano a 24 milioni le interazioni relative alle chiamate nell’ultimo anno e per 8 milioni di volte è stato detti dagli utenti “Alexa, ti voglio bene”. Insomma, l’assistente vocale di Amazon è a tutti gli effetti un componente delle famiglie italiane che aiuta a vivere meglio e aiuta le persone. Tanti auguri Alexa.

F.P.L.




Cynthialbalonga (calcio, serie D), Sartor: “Col Budoni un successo autoritario, ora la Coppa Italia”

Genzano (Rm) – Continua l’ottimo percorso della Cynthialbalonga. I ragazzi di mister Marco Mariotti hanno travolto per 3-0 il Budoni al termine di una gara molto ben giocata come conferma anche l’attaccante argentino classe 1995 Marcos Luciano Sartor Camiña: “Siamo partiti forte senza dare troppo respiro al Budoni che aveva appena cambiato allenatore e poteva avere una spinta in più da questo. Abbiamo subito giusto un paio di contropiedi senza correre grandi rischi, poi la svolta alla partita l’ha data il rigore conquistato da Maccari e trasformato dal sottoscritto. Nella ripresa siamo entrati in campo di nuovo con grande determinazione e dopo il 2-0 abbiamo gestito alla grande il vantaggio”. Per Sartor è il terzo rigore stagionale dopo quello segnato in Coppa Italia col Cassino a inizio stagione e quello sbagliato sul campo dell’Atletico Uri in campionato (dove comunque decise un suo gol), poi nel match col Budoni ha pure lasciato un secondo rigore a Doratiotto: “Se lo era procurato e mi ha chiesto di poterlo calciare, mi è sembrato giusto lasciarglielo. Tutti gli attaccanti hanno bisogno del gol per avere una spinta in più e Riccardo è importantissimo per noi” dice Sartor che è già proiettato al prossimo match di mercoledì in Coppa Italia contro l’Ardea: “Giochiamo in casa e abbiamo l’opportunità di approdare ai quarti di una competizione a cui teniamo tanto. Abbiamo già incrociato l’Ardea in campionato perdendo sul nostro campo e ora possiamo avere la “rivincita”. Loro sono una squadra in salute e molto valida, sappiamo che ci sarà da battagliare”. Sartor, che ha segnato otto gol in campionato e uno in Coppa Italia, parla anche del momento della Cynthialbalonga nel girone G: “C’è stato il pareggio tra Cavese e Sarrabus, prima e seconda in classifica, ma non dobbiamo pensare agli altri. Vogliamo solo provare a vincere più partite possibili, poi a marzo o aprile vedremo come saremo messi e fisseremo l’obiettivo. Il prossimo turno sarà sul campo del Trastevere che è reduce dal successo esterno col Latte Dolce: sarà un’altra partita dura, d’altronde li abbiamo già incrociati in Coppa Italia e ne conosciamo le qualità, ma ora siamo concentrati sulla gara di mercoledì”.





United Volley Pomezia (serie B1 femm.), Liguori: “Era importante tornare alla vittoria dopo Jesi”

Pomezia (Rm) – Lo United Volley Pomezia ha ripreso a correre. La formazione del presidente Gianni Viglietti è tornata al successo nel match interno del campionato di serie B1 femminile contro le toscane dell’Ambra Cavallini battute per 3-1 (25-18, 25-27, 25-17, 25-21). Ad analizzare la sfida è la schiacciatrice classe 1989 Deborah Liguori, ritratta nella foto di Fabio Angelini. “La nostra partenza è stata molto positiva e ci ha permesso di conquistare agevolmente il primo set. Nel secondo, invece, abbiamo cominciato col piede sbagliato e abbiamo dovuto rincorrere fino ad “agganciare” i vantaggi, ma le avversarie l’hanno spuntata. A quel punto potevamo avere qualche difficoltà, invece la squadra ha recuperato la necessaria concentrazione e ha chiuso il match sul 3-1. Era importante ritornare alla vittoria dopo la sconfitta di Jesi”. Lo United Volley Pomezia naviga al terzo posto, a quattro punti dalla capolista Castel Franco: “La classifica la guardiamo poco, ma il fatto che sia corta testimonia che il girone è molto difficile e ogni partita è una battaglia. Bisogna cercare di essere costanti, quello può fare la differenza. Tra le altre avversarie quella che mi è sembrata la più attrezzata è Castel Franco, ma anche Cesena, Volleyro’, Jesi e Castel Bellino sono squadre molto valide. Noi finora siamo state un po’ altalenanti e stiamo cercando di trovare la quadratura migliore, la rosa è lunga e chi va in campo cerca di fare il massimo. La nostra squadra ha tutte le potenzialità per puntare in alto”. Ora le pometine osserveranno un turno di riposo: “Approfitteremo di questa sosta per cercare di migliorare gli equilibri di squadra, senza la gara ufficiale si può lavorare più tranquillamente” dice la Liguori che è al suo secondo anno nello United Volley Pomezia. “Cosa mi ha convinto a rimanere? Il progetto tecnico è buono, la società è organizzata e per me è una soluzione logisticamente comoda. Con coach Tarquini c’è un dialogo costante e un confronto sereno, c’è un buon rapporto tra lui e il gruppo”.





Football Club Frascati, che festa per il ritorno delle gare ufficiali allo stadio “Otto Settembre”

Frascati (Rm) – Quella di domenica 26 novembre rimarrà una data importante nella stagione 2023-24 del Football Club Frascati. Il sodalizio del presidente Claudio Laureti, infatti, è finalmente rientrato allo stadio “Otto Settembre” per le gare ufficiali. Infatti sono stati completati i lavori al manto di gioco (davvero bellissimo) e alcuni interventi agli spogliatoi e quindi è stata ottenuta l’omologazione federale che ha permesso di rivedere le squadre del Football Club Frascati esibirsi sul campo di casa. Nella giornata di ieri la società ha organizzato una bella cerimonia prima del match della Prima categoria (giocato subito dopo il successo dell’Under 15 regionale): alcuni bambini della Scuola calcio hanno accompagnato i ragazzi della prima squadra in campo, esattamente come avviene per le partite dei professionisti, poi c’è stato spettacolo anche sugli spalti con l’accensione di alcuni fumogeni e un gruppo di giovani sostenitori a testimoniare un forte senso di frascatanità e appartenenza. Prima del match della Prima categoria, inoltre, c’è stata la gradita visita della sindaca Francesca Sbardella e del consigliere delegato allo Sport Riccardo Tomei che hanno salutato il presidente del Football Club Frascati Claudio Laureti, l’allenatore della prima squadra Andrea Borsa (che continua ovviamente a ricoprire il ruolo di responsabile del settore di base) e il capitano Alessandro Criscuolo. “Siamo davvero felici ed orgogliosi di essere tornati nella nostra casa, è stata una grande emozione – dice Laureti – Ringraziamo di cuore la sindaca Sbardella e il consigliere delegato Tomei per essere venuti a celebrare anche formalmente questo importante momento. Essere gli unici a rappresentare la città di Frascati è un onore per la nostra squadra e giocare in questo splendido impianto è un valore aggiunto. Ora dobbiamo provare a crescere con la nostra Prima categoria, continuando a lavorare con le nostre squadre giovanili dell’agonistica e crescendo sempre di più con la nostra Scuola calcio che ha raggiunto numeri esaltanti”.





Bvb Rsr Castelli Romani (calcio a 8), serie B pronta al big match. Gatta: “Col Boca ce la giochiamo”

Nella grande famiglia sportiva della Bvb Rsr Castelli Romani, che comprende una squadra di serie A e una di A2, c’è anche una serie B che si sta facendo rispettare. Il gruppo è allenato dal giovane allenatore-giocatore (attaccante di ruolo) Stefano Gatta che commenta l’inizio di stagione della squadra: “Abbiamo collezionato tre vittorie, un pareggio e una sconfitta col Real Centocelle. Non mi aspettavo quello scivolone, per il resto siamo in linea con le potenzialità di questa rosa che può ancora crescere tanto. Dobbiamo trovare una maggiore intesa perché questa squadra ha tutto per fare quantomeno i play off e per farli da prima del girone”. Nell’ultimo turno (giocato venerdì) la Bvb Rsr Castelli Romani ha battuto per 1-0 l’Asd Ndv con un gol di Alessio Silva, ma la testa del gruppo è già proiettata alla sfida di domani contro la capolista Boca Roma. “E’ una squadra giovane come la nostra e ben organizzata, oltre che di buona qualità tecnica. Andiamo lì per fare la nostra partita, sarà un grosso stimolo sfidare uno dei migliori avversari della categoria. Un match importante per capire il nostro reale spessore”. Gatta conosceva già una parte dei ragazzi della serie B della Bvb Rsr Castelli Romani: “Con alcuni di loro facevamo già altri tornei, ma ora siamo felici di poter fare un’attività federale. Il gruppo è composto da elementi giovani e altri più esperti e anche quelli che non giocavano già assieme a noi si sono inseriti molto rapidamente”. Anche lui ha avuto un recente passato calcistico prima di dedicarsi al calcio a 8: “L’ultima esperienza l’ho fatta in Seconda categoria col Rocca di Papa Rdp prima del Covid. Tempo fa ho conosciuto il presidente della Bvb Rsr Castelli Romani Kevin Campagna (che guida la società assieme all’altro massimo dirigente Davide Amico) che è sempre vicino a tutte le categorie della famiglia sportiva di questo club. Per il nostro gruppo è certamente stimolante pensare di far parte di una società che annovera anche un team in serie A e uno in A2”.





Frascati Scherma, un week-end molto propizio a Caorle: sette podi nella prima prova Open

Frascati (Rm) – Un week-end davvero propizio per il Frascati Scherma i cui atleti hanno partecipato in massa alla prima prova Open che si è tenuta a Caorle, cittadina veneta della provincia di Venezia. Ben sette i podi ottenuti dai portacolori del club tuscolano con un clamoroso tris nella sciabola femminile dove Irene Vecchi è salita sul gradino più alto del podio, Chiara Mormile si è piazzata seconda e Manuela Spica ha ottenuto un bel terzo posto. Nella stessa prova vanno ricordati anche il 18esimo posto di Flaminia Prearo, il 19esimo di Vally Giovannelli, il 26esimo di Lucia Lucarini, il 27esimo di Valeria Fondi, il 38esimo di Francesca Burli, il 57esimo di Diletta Andaloro, il 65esimo di Francesca Porzio e il 69esimo di Eleonora Colella. Nella stessa arma, ma al maschile, va sottolineato il notevole secondo posto di Riccardo Nuccio, poi c’è l’ottavo di Lorenzo Ottaviani, il 14esimo di Leonardo Tocci, il 19esimo di Leonardo Reale, il 25esimo di Edoardo Reale, il 49esimo di Valerio Reale, il 58esimo di Andrea Roussier, il 62esimo di Gabriele Cecchinelli, il 70esimo di Alessandro Perugini e l’84esimo di Riccardo Aquili. Tanti buoni piazzamenti anche nel fioretto: tra gli uomini il migliore è stato Damiano Rosatelli che è arrivato a un passo dal trionfo e ha chiuso secondo. Alle sue spalle, al terzo posto, si è piazzato Carlos Llavador, poi Guillaume Bianchi ha concluso quinto, mentre più indietro hanno terminato Giuseppe Franzoni (12esimo), Gianmarco Gridelli (20esimo), Guilherme Toldo Amaral (21esimo), Manfredi Di Russo (26esimo), Emanuele Iaquinta (28esimo), Federico Pistorio (31esimo), Joel Ciani (38esimo), Alexander Milano (79esimo), Tommaso Scassini (82esimo), Emanuele Berardi (88esimo) e Adriano Genovese (107). Anche tra le fiorettiste c’è un’atleta del Frascati Scherma sul podio: si tratta di Camilla Mancini che si è piazzata terza, anticipando Arianna Errigo (quinta). Più indietro Elena Tangherlini (15esima), Guia Di Russo (23esima), Claudia Memoli (24esima), Ludovica Genovese (30esima), Francesca Palumbo (33esima), Nicole Capodicasa (41esima), Margherita Lorenzi (47esima), Mariavittoria Berretta (50esima), Serena Puglia (53esima), Sofia Mancini (67esima), Beatrice Orabona (82esima), Arianna Sola (94esima), Gloria Pasqualino (97esima) e Mariarosa Salvatore (100esima). Infine nella spada maschile Valerio Grasselli ha ottenuto il 78esimo posto, più indietro Andrea Meuti (177), Riccardo De Maria (242) e Davide Stella (259), mentre in quella femminile Giorgia Amati ha chiuso al 165esimo posto.





Segni, nasconde 8 panetti di droga nel cofano della macchina: arrestato un 20enne

SEGNI (RM) – I Carabinieri della Stazione di Colleferro e Carpineto Romano hanno arrestato un 20enne di Segni, gravemente indiziato del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Il giovane, a bordo di un’auto in compagnia della ragazza e di due amici, è stato fermato dai Carabinieri e sottoposto ad un controllo. Ad esito delle verifiche, il 20enne è stato trovato in possesso di circa 750 g di hashish, occultati nel cofano posteriore del veicolo, suddivisi in 8 panetti contenuti in una scatola alloggiata nel vano della ruota di scorta.
Il 20enne, al termine dell’udienza di convalida dell’arresto, è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari presso la propria abitazione, in attesa del processo.