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Festa del Cinema di Roma, edizione 2023: la partecipazione finldandese
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Le “BUONE PRASSI” per la gestione di chi è bullo e di chi è vittima
Oggi il bullismo e il cyberbullismo sono due fenomeni piuttosto frequenti nelle comunità educative, poiché è proprio all’interno delle istituzioni scolastiche che, solitamente, nascono le amicizie di gruppo.
Le ultime ricerche mostrano che è proprio il gruppo di amici il “luogo” dove possono instaurarsi sia relazioni benevole che devianti.
Come affermato nell’articolo precedente, i bulli/cyberbulli sono spesso degli adolescenti, momento di vita in cui i ragazzi/e possono ritrovarsi a dover superare vissuti poco armoniosi, derivanti dall’indole caratteriale (es. sensazioni di depressione, attacchi di panico etc …) oppure dai trascorsi familiari (es. separazioni o divorzi genitoriali, lutti, incomprensioni etc …).
È così che per riscattarsi, questi giovani tendono, in gruppo o da soli, ad innescare atteggiamenti di “cattivo gusto” verso vittime innocenti.
Il mondo della scuola come quello della famiglia si sentono assorbiti da queste vicissitudini per cui è opportuno definire alcune buone pratiche, sia per prevenire, sia per gestire che per contrastare tali fenomeni.
In “veste” di pedagogista porrei in evidenza alcune “Buone Prassi”, sia generiche che specifiche per fornire sostegno ai soggetti coinvolti.
In termini generici sarebbe utile:
- attivare punti di ascolto gratuiti costituiti da professionisti del settore (es.
psicologi, pedagogisti, mediatori familiari etc …); - attivare indirizzi e-mail e siti web per ricevere informazioni o fare segnalazioni
all’interno dei punti di ascolto; - gli adulti devono monitorare costantemente, sia a casa che a scuola, i
comportamenti dei loro figli/alunni, con particolare riguardo alle relazioni con il
web e con l’uso dei dispositivi tecnologici (es. il pc, il telefono cellulare etc …); - occorre avere uno sguardo a 360° per “captare” il bullo/i e la vittima/e;
- è necessario organizzare eventi pubblici (es. seminari, dibattiti etc …) per dare
informazioni ai cittadini su questi argomenti; - è appropriato predisporre lezioni alternative dove si parla di bullismo e
cyberbullismo con i ragazzi/e, instaurando un dialogo privo di giudizio; - è importante incoraggiare i ragazzi/e a parlare con un adulto (insegnante,
professionista, genitore etc …) nel caso avvertissero malessere, paura,
ingiustizia, negatività etc …
In qualità di professionista, sarebbe opportuno stilare delle “Buone Prassi” anche
per contrastare il bullismo e il cyberbullismo e per sostenere le vittime.
Le “Buone Prassi” da seguire per ostacolare il bullo o il gruppo di bulli, a scuola
e/o a casa potrebbe essere il seguente: - se l’episodio accade a scuola il docente deve avvisare immediatamente il
Dirigente Scolastico (o chi per lui) che a sua volta informerà il Presidente del
Comitato Genitori sugli avvenimenti accaduti; - se la vicenda avviene tra le mura domestiche il genitore può rivolgersi presso lo
sportello d’ascolto del suo distretto e segnalare eventuali atteggiamenti sospetti
o certi di bullismo e/o cyberbullismo, osservati nel proprio figlio/a o nel gruppo
di amici che frequenta; - a scuola, prima di parlare di sospensione del ragazzo/a, è utile indire un Consiglio
di Classe immediato; - la scuola deve convocare i genitori dei figli designati come “carnefici” per
sostenerli a trovare delle soluzioni; - gli insegnanti, all’unanimità con i professionisti, potrebbero suggerire ai genitori
incontri per studiare insieme strategie che frenino tali atteggiamenti; - a casa i genitori possono chiamare i professionisti del consultorio per organizzare
degli incontri (se fosse possibile in presenza anche con il ragazzo/a); - dare al ragazzo/a la possibilità di esprimersi, favorendo la sua versione dei fatti;
- non creare discussioni e fraintendimenti;
- i professionisti potrebbero decidere di attivare colloqui individuali con il bullo
oppure con il gruppo di bulli; - si devono applicare misure correttive e rieducative mediante progettazioni;
- si deve informare il bullo/i della gravità della situazione e delle possibili sanzioni;
Per quanto riguarda le vittime dei bulli/cyberbulli si possono proporre le seguenti
“Buone Prassi”: - sostenere empaticamente, con l’intervento dei professionisti, le vittime;
- ove è necessario attivare dei percorsi psicologici o di consulenza;
- approfondire con la vittima quello che è avvenuto durante gli episodi subiti;
- far parlare la vittima/e senza giudicarla;
- monitorare la vittima/e congiuntamente al suo stato di salute psico-fisico.
Un’ottima pratica, se entrambi sono d’accordo, è che bullo e vittima si incontrino
per consentire al bullo di esprimere un suo possibile pentimento e alla vittima di farsi
ascoltare. In ogni caso, sarebbe consigliato sostenere sia le vittime che il “carnefice”,
coinvolgere le famiglie per instaurare dialoghi e alleanze costruttive.
Tuttavia, è rilevante non giudicare, contrastando la volontà d’ espressione.
Sostenere, dialogare, ascoltare, aiutare, progettare, ripristinare e rieducare
potrebbero essere gli “ingredienti” idonei per dire “STOP” ad atti di bullismo e di
cyberbullismo.
Coldiretti Lazio, siglato protocollo d’intesa con Rete Nazionale Istituti Agrari
A sottoscrivere l’accorso la dirigente dell’Istituto Tecnico Agrario Emilio Sereni, Patrizia Marini, che è anche la presidente della Rete Nazionale Istituti Agrari ed Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti, alla presenza del suo vice alla guida della federazione del Lazio, David Granieri.
Un rete, quella della Renisa, che conta 190 istituti in tutta Italia. “Attraverso questo protocollo d’intesa – spiega la presidente Marini – si avvieranno dei progetti formativi per gli studenti presso le aziende agricole di Coldiretti. Verrà creata una rete di informazione e formazione. Insieme attiveremo una serie di iniziative a carattere locale e nazionale. Non ci occuperemo solo della formazione, ma andremo anche a creare le competenze trasversali così importanti in un’agricoltura che si innova continuamente”. La presidente Marini ha poi rivolto un appello ai Giovani di Coldiretti. “Vi chiedo di metterci il cuore – prosegue – e di fare in modo che i nostri ragazzi si avvicinino sempre di più alla vostra professione”.
L’accento è stato posto poi sull’importanza dell’orientamento scolastico. “Riteniamo che la formazione sia di fondamentale importanza – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri -. Per troppi anni abbiamo pensato che iniziasse dal periodo universitario, trascurando invece gli istituti tecnici, il liceo o le scuole medie. La formazione è importante perché abbiamo bisogno di avere delle professionalità all’interno delle nostre imprese, che sappiano utilizzare quelli che sono gli strumenti che saranno sempre di più all’avanguardia, non solo per quanto riguarda l’agricoltura di precisione, ma anche nell’utilizzo dei dati che ci consentono di dare delle informazioni ai cittadini e ai consumatori sui nostri prodotti”. Il riferimento è all’utilizzo del Qr Code, della blockchain che consente attraverso il cellulare di comunicare i vari passaggi della filiera che hanno portato alla realizzazione del prodotto.
“Comunicare correttamente – conclude il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – rappresenta una prima forma di lotta all’Italian sounding, perché tramite quelli che sono gli strumenti, anche di tipo tecnologico che avremo a disposizione, potremo dare le corrette informazioni. Ecco perché abbiamo bisogno di giovani che siano formati e grazie a questo protocollo, daremo delle possibilità a chi vorrà intraprendere questo percorso. L’agroalimentare italiano rappresenta una grandissima opportunità”.
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Nepi, rintracciato e denunciato truffatore 70enne
Rintracciato e denunciato dai Carabinieri il truffatore 70enne che aveva avvicinato una donna anziana, con il solito inganno del nipote che aveva contratto un importante debito: uno schema sempre identico con l’epilogo, purtroppo, il più delle volte anche.
La 74enne residente a Nepi aveva risposto alla telefonata attraverso cui i malfattori, presentandosi come sedicente direttore dell’ufficio postale, la informavano del debito da saldare e poi, simulando la voce del nipote, l’avevano fatta convincere dal ragazzo del fatto che la madre – ossia sua figlia – fosse stata portata via dai carabinieri.
L’anziana donna, colta dalla paura e dalla confusione, aveva consegnato senza battere ciglio monili in oro e bancomat con relativo pin, credendo di salvare cosi l’inimmaginabile situazione in cui lei e i suoi cari erano inaspettatamente piombati.
In seguito constatato l’inganno di cui era rimasta vittima, la donna aveva denunciato tutto ai carabinieri, che immediatamente avevano fatto scattare le attività di indagine.
Attraverso le immagini visionate dal sistema di videosorveglianza comunale e un’analisi accurata, fotogramma dopo fotogramma, i militari erano inizialmente risaliti alla targa, che dagli accertamenti conseguenti era risultata oggetto di lungo noleggio e di una serie di sub-noleggi, tutti passaggi che, ricostruiti con pazienza, hanno portato al nome dell’ultimo della serie. Ed è cosi che è stato individuato un 70enne di Napoli che, escusso dai carabinieri, è più volte caduto in contraddizione, facendo scattare il deferimento a suo carico per truffa.
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Colleferro, movida e malamovida: controlli a tappeto dei Carabinieri: denunciate 5 persone
Nel corso dei controlli effettuati presso i locali pubblici del centro colleferrino e del centro segnino, nei luoghi maggiormente frequentati dai giovani provenienti anche dai comuni limitrofi, i militari hanno notificato un provvedimento di chiusura per 7 giorni alla titolare di un’attività dove avviene la vendita e somministrazione di bevande alcoliche, poiché in diverse attività, i Carabinieri hanno accertato la presenza di avventori già noti alle forze dell’ordine, diverse liti avvenute nei pressi del locale e per numerose segnalazioni dei residenti per schiamazzi notturni.
I Carabinieri della Stazione di Gorga e di Carpineto Romano, nel corso dei controlli lungo le principali arterie stradali di collegamento, hanno denunciato due persone, poiché trovate in possesso di un coltello ed un taglierino.
I militari dell’Aliquota Radiomobile invece, hanno denunciato tre giovani per guida in stato di ebrezza. I tre, nel corso dei controlli sono risultati con un tasso alcolemico superiore di oltre il doppio del limite consentito per loro è scattato anche il sequestro dei rispettivi veicoli oltre al ritiro della patente di guida, in attesa del provvedimento di sospensione che verrà emesso dalla Prefettura.
Infine, i Carabinieri di Colleferro a margine di un evento che si è svolto nel centro cittadino si Segni, hanno identificato e segnalato alla Prefetto, altri 5 giovani poiché trovati in possesso di modiche quantità di stupefacenti (hashish e marijuana), di cui due alla guida di un’autovettura e di un quadriciclo per i quali è scattato il ritiro del documento di guida.
Il bilancio dell’attività straordinaria di prevenzione ha consentito l’identificazione di 169 persone, controllato 106 veicoli e 9 persone sottoposte a misure detentive domiciliari, sequestrato 3 veicoli e ritirato 6 patenti di guida elevando 7 contravvenzioni ai sensi del Codice della Strada – per un importo complessivo di circa 2.000 euro.
Ostia, arrestati 2 ragazzi: trovati con 30 Kg tra hashish e marijuana
Nello specifico, in via Ceneselli, i due giovani sono stati notati da alcuni residenti di zona, mentre lasciavano la loro auto in sosta in un’area isolata ed hanno avvertito una pattuglia dei Carabinieri in transito. I militari, al termine di un servizio di osservazione hanno notato i due giovani rientrare nell’autovettura, risultata poi a noleggio, e insospettiti hanno deciso di effettuare un controllo approfondito.
La perquisizione effettuata sul posto, ha permesso di rinvenire e sequestrare nella disponibilità dei due indagati, circa 13 kg di marijuana, circa 19 kg di hashish, già suddivisi in dosi, e la somma contante di 1400 euro, occultati in due borsoni.
Dalla droga sequestrata si sarebbero potute ricavare circa 300.000 dosi che avrebbero fruttato un ingente guadagno. Gli arresti sono stati convalidati ad esito del rito direttissimo ed entrambi sono stati sottoposti agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
Sicurezza nazionale, arrestati e rimpatriati due estremisti islamici
Tra i 54 espulsi di quest’anno per motivi di sicurezza nazionale due sono stati intercettati dopo essere arrivati in Italia via mare.
“Personaggi – secondo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – che non davano affidamento”, per la loro contiguità “con organizzazioni della radicalizzazione islamica nei Paesi di provenienza: sono stati arrestati e rimpatriati”.
Estremisti, dunque, come tutti i soggetti in odore di jihadismo presenti sul territorio nazionale, che sono attentamente monitorati e alcuni saranno espulsi. Il prossimo potrebbe essere il tunisino che lunedì scorso aveva dato in escandescenze vicino alla sinagoga di Torino brandendo un coltello e minacciando gli agenti: dopo l’arresto è stata infatti avviata la procedura per l’allontanamento. Oppure il pakistano 24enne portato in un Cpr in attesa di essere rimpatriato dopo aver scontato una pena nel carcere di Rossano (Cs). E’ ritenuto “socialmente pericoloso”, in considerazione dei suoi precedenti penali per istigazione o apologia a delinquere relativa a delitti di terrorismo e crimini contro l’umanità. Domani, intanto, scattano i controlli alla frontiera slovena, con i 350 rinforzi inviati dal Viminale.
Su chi arriva via mare i controlli sono più facili: negli hotspot gli operatori fotosegnalano e rilevano le impronte. I dati vengono poi incrociati con quelli contenuti nel database europeo Eurodac e c’è anche il raccordo con l’intelligence che ha i ‘suoi’ soggetti monitorati. Il dispositivo è stato rafforzato dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Chi sbarca con sulle spalle già segnalazioni da parte delle forze di polizia europee o del Paese di provenienza spesso fornisce alias per sfuggire alla cattura. L’aveva fatto il tunisino Abdesalem Lassoued, il terrorista che ha colpito pochi giorni fa a Bruxelles, sbarcato a Lampedusa nel 2011 dopo essere stato in carcere in Patria. Per prevenire il rischio di infiltrazioni jihadiste nei punti di sbarco sono presenti task force con operatori antiterrorismo. Uno dei due espulsi di quest’anno, poco più che maggiorenne, sarebbe stato individuato lo scorso aprile proprio attraverso i controlli nell’hotspot di Messina.
Meno stringenti le verifiche alle frontiere terrestri. Da qui la decisione di ripristinare i controlli da domani su un confine particolarmente a rischio,quello con la Slovenia. Lungo la rotta balcanica, infatti, ha sottolineato Piantedosi, transitano “persone da Paesi come la Bosnia che in qualche modo fa anche da fucina di ambienti e gruppi che hanno a che vedere con la radicalizzazione islamica. Se i numeri del fenomeno migratorio lì sono minori, gli alert e le preoccupazioni che ci sono pervenute dalle analisi fatte ci hanno indicato che era quello il tratto più vulnerabile”.
Oggetto di particolare attenzione, inoltre, ha rilevato da parte sua il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, “sono quei particolari ambienti nei quali possa più facilmente prendere piede la radicalizzazione, come le carceri o i circoli oltranzisti interni ad alcune comunità straniere collegate ad ambienti estremistici dei Paesi di origine”. L’obiettivo, ha aggiunto, è quello di “affinare le conoscenze degli orientamenti delle diverse realtà religiose presenti sul nostro territorio e di individuare i centri sospettati di infiltrazioni estremistiche”. Si sta aggiornando dunque la mappa dei circoli islamici attivi in Italia per verificare quelli più a rischio e potrebbero essere assunti provvedimenti contro alcune associazioni filo-Hamas, ad esempio, che sono attive anche nella raccolta fondi per la Palestina.
E vicende come quella dei due egiziani arrestati pochi giorni fa a Milano con l’accusa di appartenere all’Isis, ha rilevato Piantedosi, “non sono isolate: ci sono dei casi all’attenzione periodica e ciclica delle nostre forze di intelligence e delle forze di polizia. Diversi personaggi sono tenuti sotto la doverosa attenzione”. In primis i circa 150 foreign fighters che hanno in qualche modo legami con l’Italia. E poi anche quelli che si distinguono per attività di propaganda islamista on line.