Marino Pallavolo (serie C femm.), capitan Amici: “Debutto positivo, superiore alle aspettative”

Marino (Rm) – Inizio col botto nel massimo campionato regionale per la serie C femminile del Marino Pallavolo. La formazione allenata da coach Marco Di Lucca ha battuto l’All Volley G. Castello con un secco 3-0 (25-22, 25-20 e 25-13). “Sono molto contenta non solo per la vittoria, ma anche per la prestazione autoritaria della squadra – dice il martello e capitano classe 1999 Alessia Amici – Onestamente non ci aspettavamo questo esordio in serie C, soprattutto per l’approccio. Poi quando siamo andate sotto, in special modo nel primo set, non abbiamo mai mollato. Siamo state sempre molto compatte e unite in campo quando la sfida è stata punto a punto. Vincere il primo set è stata la chiave, visto che siamo state quasi sempre a rincorrere. Da lì in avanti il match è stato più semplice. In palestra c’era un bel numero di persone a sostenerci e questo ci ha fatto piacere”. Il Marino Pallavolo è neopromosso in serie C femminile, ma sembra non aver tremato con il salto di categoria: “La squadra non è cambiata, tante di noi giocano insieme da molto tempo e questo è un punto di forza. Ci troviamo bene e c’è una bella atmosfera tra di noi, come anche col coach”. La Amici rimane prudente sul tipo di campionato che attende il Marino Pallavolo: “In questo momento è difficile dirlo: negli ultimi anni abbiamo giocato sempre in D e sapevamo sia il nostro valore che il livello della categoria. La nostra mentalità attuale è quella di affrontare partita dopo partita e poi vediamo dove saremo tra un po’ di tempo”. Nel prossimo turno la formazione castellana sarà di scena a Cerveteri contro una squadra già incrociata in passato: “Le prossime avversarie hanno subito una sconfitta per 3-0 nella prima giornata. Non sappiamo molto di loro, anche se le incontrammo due anni fa nei gironi di play off e furono partite molto impegnative, soprattutto sul loro campo. Ma noi vogliamo andare lì e cercare di fare il massimo” conclude la Amici.





Sussidi europei e indagini per frode sistematica tra Nemi e l’Olanda: sequestrato un primo immobile a Chan Alan Barry

Per coincidenza, Chan aveva appena messo in vendita l’appartamento in Olanda oltre a diversi appartamenti in Italia situati nel piccolo borgo di Nemi ai Castelli Romani

Sequestrato l’appartamento olandese, situato all’AIA, del legale rappresentante della società, ormai in liquidazione, Percuros B.V. di Chan Alan Barry.  

A confiscare l’immobile il Centro Medico Universitario di Leiden (LUMC) dopo che il Tribunale dell’AIA, agli inizi di settembre, aveva intimato con una sentenza alla società PERCUROS B.V. e al suo rappresentante Chan di riconsegnare i documenti e i dischi rigidi, riferiti alla gestione di alcuni progetti finanziati dall’Unione Europea, alla LUMC stabilendo una pena di 50mila euro per ogni giorno di mancata consegna fino ad un massimo di 250mila euro per l’azienda Percuros e 250mila euro per Chan.  

Chan Alan Barry sembrerebbe infatti essere la punta di un iceberg di un caso di frode sistematica sui sussidi europei, di cui il Centro Medico Universitario di Leiden (LUMC) è rimasto vittima.

Per coincidenza, Chan aveva appena messo in vendita l’appartamento in Olanda oltre a diversi appartamenti in Italia situati nel piccolo borgo di Nemi ai Castelli Romani. Questi ultimi in comproprietà con Katja Bierau sua socia in affari.

L’appartamento a Eerbeeklaan dell’Aia è stato acquistato da Chan nel 2020 per 164.500 euro ed è stato messo in vendita per 249.000 euro. Il Centro Medico Universitario, subito dopo la sentenza del Tribunale dell’Aia, ha richiesto a Chan il pagamento della penale di 500mila euro senza avere nessun tipo di riscontro. A questo punto è stato sequestrato l’appartamento olandese.

Chan è il fondatore della società Percuros BV che ha organizzato sussidi europei per tutti i tipi di progetti scientifici. Ha lavorato con molte rinomate università europee, tra cui Erasmus MC, TU Delft e Leiden University Medical Center.

Al LUMC, la frode è venuta alla luce dopo un controllo effettuato da parte dell’Autorità Europea che ora sta proseguendo le indagini anche riguardo altri soggetti legati a questo giro di sussidi europei.

Intanto anche l’University Medical Center di Utrecht (UMCU) sembra essere stata vittima di quella che è stata definita come frode sistematica sui sussidi europei da parte della società Percuros BV rappresentata da Chan Alan Barry. E chissà che presto non arrivi qualche ordine di sequestro immobiliare anche per gli appartamenti di Nemi.




Strage pullman di Mestre: indagate 3 persone

Tre persone sono indagate nell’inchiesta della Procura di Venezia sulla strage del bus di turisti precipitato a Mestre, costata la vita a 21 persone.

Secondo quanto scrive ‘Il Gazzettino’, si tratta dell’amministratore delegato della società ‘La Linea’, proprietaria del mezzo, e di due funzionari del Comune di Venezia: il dirigente del settore Viabilità e mobilità per la terraferma e quello del settore Manutenzione viabilità stradale.

Nei loro confronti il pm Laura Cameli ipotizza i reati di omicidio stradale, omicidio colposo plurimo, lesioni personali stradali gravi o gravissime e lesioni personali colpose.




Roma, blitz dei Carabinieri al Quarticciolo: arrestate 6 persone

Ai vertici del gruppo un boss della ‘ndrangheta di Lamezia Terme attualmente detenuto nel carcere di Parma
 
ROMA – Blitz dei Carabinieri alle prime luci dell’alba di oggi nel quartiere capitolino del Quarticciolo. I militari della Compagnia di Roma Casilina su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma hanno arrestato 6 persone italiane, 4 uomini e 2 donne, di cui 3 destinatarie di custodia cautelare in carcere e 3 agli arresti domiciliari.
 
I sei sono gravemente indiziati, a vario titolo, di “Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope” e “Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope”.
 
L’indagine, anche con l’ausilio di attività tecniche, ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine all’esistenza di un’associazione criminale strutturata, composta da persone italiane che gestivano la vendita al dettaglio di cocaina, crack e hashish nel quartiere Quarticciolo, dove si trova una delle piazze di spaccio principali della Capitale.
 
Al vertice del gruppo si collocava un uomo di origini calabresi, odierno destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere, già condannato in via definitiva per associazione di tipo mafioso, attualmente detenuto nel carcere di Parma, ed appartenente con ruoli di rilievo in una cosca ‘ndranghetista di Lamezia Terme.
 
Nel corso dell’indagine, i Carabinieri della Compagnia di Roma Casilina, coordinati dalla DDA capitolina, hanno stimato un giro d’affari che si aggira intorno ai 500.000 euro su base annua. Inoltre, per garantirsi la lealtà degli appartenenti, i proventi dell’illecita attività venivano utilizzati dall’organizzazione anche per garantire il sostentamento delle famiglie degli indagati quando questi ultimi erano detenuti e per il pagamento delle spese legali, creando di fatto un “ammortizzatore sociale”.
 

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Citizen Academy (calcio, Eccellenza), Dell’Aquila: “A Pomezia una prestazione incoraggiante”

Ciampino (Rm) – La Citizen Academy è tornata senza punti dalla difficile trasferta col Pomezia capoclasse, ma le indicazioni positive non sono mancate. “Sicuramente abbiamo fatto una prestazione importante – dice l’esterno sinistro difensivo classe 2000 Marco Dell’Aquila – Abbiamo giocato contro una formazione che ha militato per anni in D e che annovera calciatori di grande livello e con tanta esperienza. Durante la settimana ci eravamo parlati e sapevamo che sarebbe stata tosta, ma alla fine è uscito un match combattuto. Volevamo portare punti a casa, ma c’è stata comunque un’ottima prestazione. Qualche episodio ci ha condannato, in parte siamo stati anche sfortunati. Loro sono andati in vantaggio dopo un quarto d’ora, ma noi abbiamo immediatamente pareggiato con Proietti, poi abbiamo avuto una ghiotta opportunità per il 2-1 e l’arbitro ci ha annullato una rete per un fuorigioco molto dubbio. Nella ripresa siamo rientrati in campo con convinzione e coraggio e siamo riusciti ad andare avanti col gol di Martinelli, ma pochi minuti dopo è arrivato il rigore del 2-2 e due minuti più tardi anche il 3-2 dei padroni di casa. Nel finale ci abbiamo provato, ma non siamo riusciti a pareggiare”. La Citizen Academy è rimasta a quota cinque punti in classifica: “Il calendario delle prime partite è stato tosto, il valore della nostra squadra è superiore a quello che dice la classifica attualmente. Siamo un gruppo giovane che lavora bene e in modo compatto”. Nel prossimo turno c’è la sfida casalinga con la Luiss: “Per il nostro campionato queste sono partite molto importanti – dice Dell’Aquila – Vogliamo cercare di guadagnare la salvezza il prima possibile e poi si vedrà se dovesse arrivare qualcosa in più. Sicuramente abbiamo bisogno di tornare alla vittoria dopo quella all’esordio col Valmontone”. La chiusura di Dell’Aquila è sui motivi che lo hanno spinto alla Citizen Academy: “L’anno scorso ero fermo per questioni personali, prima ancora stavo all’Atletico Lodigiani. In estate dovevo andare alla Viterbese, poi per alcune vicissitudini sono rimasto senza squadra. Ma quando è uscita l’opportunità della Citizen Academy l’ho colta volentieri: avevo tanta voglia di tornare a giocare, a prescindere dalla categoria”.





Colleferro (calcio, Eccellenza), Renelli: “Tre punti fondamentali con l’Ardea, ora testa al Nettuno”

Colleferro (Rm) – Quarto successo stagionale per il Colleferro che acciuffa in extremis i tre punti nel primo match stagionale al “Caslini”, rimesso a nuovo nel suo manto di gioco. Contro il Racing Ardea i rossoneri si sono imposti per 2-1 al termine di una sfida molto complicata come ammette anche il difensore classe 1991 Edoardo Renelli: “Nel primo tempo abbiamo fatto una buona prestazione andando in vantaggio con Teti, ma sciupando qualche altra occasione per aumentare il margine. Nel secondo siamo rientrati con un atteggiamento non consono e loro hanno trovato subito l’1-1. A quel punto abbiamo cercato una scossa per riportarci avanti, ma gli avversari si sono chiusi e non ci hanno concesso grandi spazi. Poi all’ultimo siamo riusciti a spuntarla grazie a un calcio di rigore realizzato da Oduamadi. Sono tre punti fondamentali per non staccarci dalle altre concorrenti, ma in Eccellenza non c’è mai una partita semplice. Tornare al “Caslini” è stato bello, ci mancava giocare in casa”. Renelli (ritratto nella foto di Leonardo Pera) non nasconde che l’avvio del Colleferro è stato difficoltoso: “Stiamo lavorando tanto per trovare la quadra e per dare soddisfazioni all’ambiente a cui chiediamo di starci vicini. Il bilancio attuale parla di quattro vittorie e due sconfitte, entrambe fuori casa. In quei match tra l’altro avevamo qualche assenza, ma questo non dev’essere un alibi. Dobbiamo crescere dal punto di vista caratteriale e noi grandi dobbiamo far capire ai ragazzi cosa significa giocare per vincere”. Il Colleferro è costretto a inseguire: “Davanti ci sono squadre forti, almeno quattro di queste sono costruite per vincere, ma quest’anno non ci sarà un ammazza-campionato come è stato il Sora nella passata stagione. Sento di promettere che scenderemo in campo per provare a vincere sempre, poi il verdetto lo daranno le partite. Sono fiducioso perché questo è un gruppo sano guidato da uno staff preparato, sostenuto da una società ambiziosa e organizzata”. Nel prossimo turno si replica al “Caslini”: “Ospiteremo il Nettuno e sarà un’altra gara insidiosa, ma se scendiamo in campo con la giusta possiamo farla nostra. E’ troppo importante dare continuità e conquistare altri tre punti” conclude Renelli.





Volley Club Frascati (serie C femm.), Capone: “Buon inizio, possiamo arrivare ai play off”

Frascati (Rm) – Buona la prima per la serie C femminile del Volley Club Frascati. Le ragazze di coach Stefano Morini hanno battuto Poolstars per 3-0 (25-23, 25-19 e 30-28) nel match andato in scena al palazzetto dello sport di Vermicino. Ad analizzare la sfida è libero classe 1992 Eleonora Capone. “La partita è stata tirata nonostante di fronte ci fosse una squadra giovane. All’inizio non siamo riuscite a entrare bene in partita, forse l’emozione della prima di campionato ci ha fatto giocare un po’ col freno a mano tirato. Nel secondo parziale siamo state sempre avanti e lo abbiamo chiuso a nostro favore con determinazione. Nel terzo c’è stato qualche cambio di assetto ed eravamo in netto svantaggio, ma siamo state molto brave a non mollare e recuperare”. La Capone, ex Seven Volley Roma Centro, è tornata a giocare dopo un anno di stop per la seconda maternità: “Volevo rimettermi in gioco e a coinvolgermi è stata la mia amica Camilla Chiodi in maniera casuale. Nel gruppo mi sono trovata subito bene, ci sono ragazze grandi e altre giovani. Siamo molto spensierate, c’è un bel clima durante gli allenamenti”. Positivo anche l’impatto con coach Morini: “Lo avevo incrociato spesso da avversario. All’inizio abbiamo parlato in modo molto diretto e mi sono trovata subito bene con lui. Sa gestire i vari momenti di un allenamento, alternando quelli leggeri a quelli di serio lavoro”. La Capone, che ha un importante passato in serie A con le maglie di Aprilia, Roma e Loreto (oltre ad altre stagioni di campionati nazionali), fissa l’obiettivo del gruppo tuscolano: “Questa squadra ha le qualità per centrare i play off, poi sarà il campo a dare il suo verdetto”. Nel prossimo turno c’è la sfida esterna con Priverno: “Un avversario che ha perso la prima di campionato a Colleferro per 3-1. Conosco un paio di elementi di valore e so che l’anno scorso hanno giocato i play off. E’ una squadra da vertice e quindi per noi sarà un test duro, ma allo stesso tempo molto stimolante”.





Frascati Scherma, che spettacolo: vinta la Coppa Europa a squadre. Paolucci d’argento ai mondiali

Frascati (Rm) – Un’altra strepitosa impresa. La squadra di fioretto maschile del Frascati Scherma ha vinto la Coppa Europa a squadre nella kermesse tenutasi a Cagliari. Una cavalcata fantastica conclusasi con un trionfo davvero memorabile: questo, in estrema sintesi, il traguardo ottenuto dalla squadra capitanata da Daniele Garozzo in cui hanno militato anche lo spagnolo Carlos Llavador, il brasiliano Guilherme Toldo e Federico Pistorio. La squadra frascatana, che qualche mese fa aveva conquistato uno storico titolo italiano, si è imposta anche nella Coppa Europa battendo in una tiratissima finale tutta italiana le Fiamme Oro col punteggio di 45-43. Nell’ultimo atto i protagonisti sono stati Carlos Llavador e Daniele Garozzo, con lo spagnolo capace di rimontare uno svantaggio di otto stoccate nel penultimo assalto contro Edoardo Luperi (arrivando sul 39-39) e con Garozzo che ha poi chiuso contro Filippo Macchi sul 45-43. Il Frascati Scherma aveva sconfitto in semifinale i britannici della Salle Holyrood (Alexandre Arbelet, Jaimie Cook, Nye Ulferts Kilpatrick, Thomas Walton) col netto punteggio di 45-10, poi nell’ultimo atto i ragazzi del club tuscolano hanno completato l’impresa.
Un’altra grande soddisfazione internazionale è arrivata da Terni dove si sono tenuti i campionati mondiali paralimpici. Nella squadra azzurra c’era Gianmarco Paolucci che ha disputato tre gare (due individuali e una a squadre) nella categoria B. In quella di gruppo, l’atleta frascatano ha ottenuto un bellissimo secondo posto assieme ai suoi compagni di nazionale Edoardo Giordan e Matteo Dei Rossi cedendo solo all’ultimo atto al cospetto della Cina che l’ha spuntata per 45-35. Gli azzurri, da testa di serie numero 1 del tabellone, hanno debuttato nei quarti di finale con un’autentica prova di forza contro la Polonia imponendosi in rimonta per 45-41. In semifinale l’Italia ha trovato l’India che aveva beneficiato del ritiro della Gran Bretagna per un problema fisico a un componente della squadra. Il team azzurro ha dominato la sfida, imponendosi con il punteggio di 45-11 e ottenendo così il pass per la finale contro la Cina. Meno brillanti le prove individuali di Paolucci nella sciabola (dove ha ottenuto il 13esimo posto) e nella spada (dove ha chiuso 22esimo), ma l’atleta frascatano è comunque tornato dall’esperienza iridata con una medaglia pesantissima.





Atletica Frascati, fantastico Di Mugno: è bronzo ai campionati italiani Cadetti tenutisi a Caorle

Frascati (Rm) – Un’altra medaglia nazionale per l’Atletica Frascati. Leonardo Di Mugno ha vinto il bronzo nel campionato italiano Cadetti che si è svolto a Caorle, in Veneto. In una gara super-qualificata, il talentuoso tesserato tuscolano (ritratto nella foto Saddi/Fidal Lazio) ha realizzato nell’ultimo lancio la misura di 55,86 piazzandosi dietro al campano Di Palma e al lombardo Villa. “Leonardo si allena con noi da due anni ed è cresciuto tantissimo non solo dal punto di vista tecnico, ma anche a livello caratteriale – dicono i suoi allenatori Fabio ed Elio Olevano – Si allena con grande dedizione e ha fatto un salto di qualità notevole nel corso del tempo. A Caorle era accreditato del secondo miglior lancio prima della gara e un pizzico di rammarico c’è per non aver conquistato la medaglia d’argento, ma ha fatto una gara costante e il terzo posto finale è più che positivo. Tra i prossimi obiettivi ci saranno i campionati italiani di lanci per Allievi e Junior che si terranno a febbraio 2024”. Molto bene anche Claudio Fanelli che sui 2000 ha centrato il quarto posto finale. “Una gara di altissimo livello tecnico, vinta dal neo primatista italiano, il toscano Santangelo – sottolinea il tecnico Giorgia Di Paola – Ma anche gli inseguitori hanno fatto registrare tempi da primi dieci posti di tutti i tempi. Purtroppo a Claudio è mancata un po’ più di convinzione nella lotta per i gradini alti del podio, ma parliamo comunque di riscontri cronometrici importanti, con un livello cresciuto tantissimo in questa stagione nel mezzofondo Under 16”. Sempre a Caorle c’erano anche Viktoria Polonska (19esima sui 2000), Alessandro Saddi (14esimo sui 1000) e Flaminia Caruso (decima sui 1000). Nella classifica per rappresentative il Lazio è quinto nella combinata maschile/femminile.
Un altro bel risultato è arrivato dalla quinta edizione della “Cecchignola di corsa” disputata domenica a Roma. Nella gara disputata su strada sulla distanza di 10 chilometri, organizzata dal Gruppo Sportivo Esercito in collaborazione con Lbm sport, Alexandro Ciumacov ha ottenuto un ottimo secondo posto Assoluto facendo segnare il nuovo personale con il tempo di 31.55.





Slot machine tradizionali contro slot online: come cambia il mondo dei casinò attraverso la digitalizzazione

Ancora prima della nascita del Web quando eravamo ancora in piena era analogica, le slot già rappresentavano un gioco all’avanguardia con una vasta gamma di grafiche e diversi design a tema, ed è stato così per circa 100 anni, anche nella versione che oggi viene definita vintage, ossia la dimensione dell’Arcade; siamo negli anni Ottanta dello scorso secolo. Qual è la morale della favola? Da sempre questo gioco è stato al passo con la tecnologia, sin dalla sua creazione.

Per approfondire la questione bisogna fare una breve analisi delle differenze principali fra le slot machine tradizionali e le slot digitali, in ogni momento della storia di questo gioco.

Dall’analogico al digitale

A cavallo fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta dello scorso secolo, vengono progettate sulla scia del successo dei videogames Arcade, le prime slot digitali, che offrono un’esperienza più intuitiva e migliorata, grazie alle numerose grafiche e alle cromature più eccentriche e dinamiche. L’era digitale consente un ampia diffusione delle slot attraverso sale giochi e bar.

Simboli tradizionali contro gamification: l’esperienza personalizzata delle slot digitali

In principio furono la frutta e le carte francesi ad attirare l’attenzione dei giocatori, quel tipo di slot tradizionale è sicuramente un’icona dell’universo ludico, ma la gamification ha consentito attraverso i miglioramenti tecnologici dei siti specializzati di personalizzare l’offerta per i giocatori, che possono scegliere il tema grafico: musica, storia, archeologia, fantasy, persino serie tv e cartoon su Netflix e Amazon.

Meccanica contro tecnologia

Per fare una puntatina sui siti virtuali è importante giocare soltanto alle slot online regolamentate presenti nell’elenco dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, perché queste consentono la massima sicurezza nei prelievi, nei pagamenti e nella gestione dei dati sensibili dei giocatori.

Le slot tradizionali presentano una vasta casistica in cui il funzionamento ha floppato, in alcuni casi le vincite che superavano il jackpot non sono state pagate, situazione che non accade con le slot digitali, in quanto il meccanismo è regolato da algoritmi precisi e viene controllato costantemente.

I cambiamenti pratici delle slot machine online rispetto ai giochi tradizionali

La digitalizzazione dei giochi di casinò ha determinato una serie di cambiamenti pratici per i giocatori, in primis il fatto di non doversi spostare fisicamente.

Accedere a un casinò e giocare online con un click, significa non dover organizzare una trasferta, oppure un viaggio, quindi risparmiare anche denaro sugli spostamenti: questa è sicuramente una delle differenze più marcate fra gioco digitale e tradizionale.

Un altro fattore che è cambiato radicalmente riguarda la possibilità di poter giocare con qualsiasi tipo di outfit, perché nella maggior parte dei casinò tradizionali vige un dress code specifico, cosa che non accade con le sale da gioco virtuali. In poche parole: è possibile giocare comodamente da casa sul divano, in bermuda o in pigiama, tanto per fare alcuni esempi.

Una differenza pratica particolarmente gradita dai giocatori riguarda il marketing digitale dei casino online che regala bonus, rimborsi e offerte personalizzate, questo non accade nei casinò tradizionali. Per esempio, le slot digitali presenti sui siti offrono free spin ai giocatori, ossia giri gratis con cui imparare le combinazioni vincenti, fare pratica e conoscere il gioco a tema che si sceglie.

Il mondo dei casinò è mutato radicalmente attraverso la digitalizzazione, l’ultima frontiera è quella del Metaverso, che sicuramente offrirà tantissime novità con idee innovative, nel frattempo, in ogni casinò online è possibile giocare in diretta live streaming con un vero croupier, segno che l’universo ludico digitale è sempre più al passo coi tempi e la tecnologia migliora costantemente grazie anche alle sperimentazioni dei giochi e videogames.




I ragazzi a scuola e in famiglia: come colmare le distanze

Oggi si parla spesso di intelligenza emotiva, ma poche persone propongono questo tipo di relazione: né a scuola, nel rapporto ragazzi-insegnanti e viceversa, né a casa, nella relazione ragazzi-genitori.

Sovente, gli insegnanti arrivano in classe dando per scontato l’idea di fare una lezione frontale quindi, quando l’attenzione dei ragazzi inizia a calare, è complicato ritornare ad una relazione di ascolto.

La medesima cosa può accadere tra le mura di casa, dove spesso i genitori, impegnati nella loro quotidianità, non riescono ad avviare un dialogo con i propri figli e viceversa.

Instaurare rapporti sani per colmare le distanze emotive-relazionali, sia a scuola che in famiglia, potrebbe essere così proposto:

Insegnante: “Bene ragazzi che ne dite se oggi facciamo una lezione insieme? Un po’
spiegate voi e un po’ io?”

Oppure,

Padre/Madre: “A. vieni qui da papà/mamma che parliamo un po’, dal momento, che
quest’anno ti diplomi. Mi racconti la tua giornata? Mi dici come stai e cosa hai fatto?”

Oppure,

Ragazzo/a: “Prof. oggi facciamo un po’ di conversazione”?
“Papà/Mamma vi posso parlare di un problema sentimentale”?

Tuttavia, dai migliori esperti di psicologia, quali Galimberti, Crepet, Morelli etc … siamo tempestati, soprattutto sui social, di continui interventi sul come educare all’intelligenza emotiva e quindi su come l’insegnante, i genitori e i ragazzi dovrebbero colmare i vuoti emotivi.

Goleman, studioso di gran pregio, anticipò nel 1996 le proprie teorie sull’intelligenza emotiva, scrivendo frasi e libri dedicati proprio a questo argomento.

Oggi, a seguito di questi interventi, mi chiedo: Ma la scuola che ruolo ha? Cosa ci aspettiamo dai docenti, dai genitori e dai ragazzi? Sarà idoneo formare docenti aditi a creare momenti di empatia? Ma l’intelligenza emotiva si insegna, si impara o nessuna delle due?

Personalmente, da pedagogista e docente, non credo che esista un modo per insegnare ad essere emotivi ma sicuramente esistono capacità innate e non, adite a stimolare l’emotività; in alcuni individui, per altro, potrebbe essere necessario incoraggiare la relazione empatica. Ci sarà chi è più propenso a questo “lavoro emotivo” e chi deve “impegnarsi” a “capire come essere emotivi”.

Per colmare questa “non empatia”, sia in famiglia, sia in casa, sia a scuola è utile “ascoltar-ci” e poi “trasmetter-ci gli uni agli altri”.

Sentire noi stessi e gli altri è un compito arduo ma è fondamentale che qualcuno dia inizio a questo “viaggio introspettivo e relazionale”, senza che rimanga una nozione astratta. Perciò la famiglia e la scuola dovrebbero impostare il dialogo, la partecipazione continua, e soprattutto una comunicazione di reciprocità. I bambini molto piccoli, ad esempio, sono i primi a “sentire” le emozioni. Molte volte, bimbi di 3/4 anni, mi hanno rivolto questa domanda: “maestra, come stai? Stai bene o sei triste?”, e qui si coglie la specialità dell’infanzia e di come noi adulti dovremmo imparare da questa fascia d’età.

I bambini piccoli hanno questo dono perché vivono il presente e non, come noi adulti, il passato o il futuro per indagare cosa è stato e cosa sarà senza mai sentir-ci nel qui ed ora.

L’ingenuità dell’essere bambino sta nel percepire il tipo di adulto che si ha di fronte e di fruirne l’emotività che quest’ultimo potrebbe non avere o avere solo in parte.
Il compito delle comunità educative (famiglia e scuola) è di osservare i bambini piccoli, cercando di “imitarli”: un gesto, uno sguardo, un atteggiamento valgono più di mille
parole dette all’interno di corsi di aggiornamento.

L’intelligenza emotiva non si insegna anzi, è spontaneità, è il creare un ambiente armonioso che ci permette di vivere e condividere le nostre emozioni con quelle altrui.

L’infante, crescendo non dovrebbe perdere questo grandissimo dono, perciò noi adulti, sia in casa che a scuola, abbiamo il compito di promuovere la pratica emotiva, diffondendo “perle” di empatia e sensazioni che possono e devono essere condivise.