World of Warcraft, da videogame a gioco da tavolo

Mostrato in anteprima alla BlizzCon 2019, Small World of Warcraft è il gioco da tavolo ambientato nel fantastico mondo di Azeroth, dove le razze di Orda e Alleanza, tra cui Orchi, Nani, Troll e Worgen, si affrontano in un conflitto che logora il mondo. In Small World of Warcraft, i giocatori scelgono combinazioni di poteri speciali e razze dell’universo di Warcraft, come Maghi del Portale Pandaren o Erbalisti Goblin, contendendosi il controllo di Azeroth. Per raggiungere il dominio, i giocatori occuperanno terreni leggendari e cercheranno di prendere il controllo di potenti manufatti. Tuttavia, prima o poi ogni impero deve cadere: i giocatori dovranno essere pronti a fare entrare in Declino una razza ormai sul viale del tramonto e a guidarne una nuova alla conquista di Azeroth. Days of Wonder ha lavorato a stretto contatto con Blizzard per creare un gioco che riunisce perfettamente entrambi gli universi. Small World of Warcraft presenta una varietà di illustrazioni nuove ed esclusive che catturano l’atmosfera del colorato e vibrante universo di Warcraft, con razze e poteri speciali progettati per essere familiari ai milioni di giocatori di WoW® in tutto il mondo che hanno esplorato i confini più remoti di Azeroth. Small World of Warcraft è un gioco standalone progettato per 2-5 giocatori, con partite della durata media di 40-80 minuti. Include 6 tabelloni a due facce, 16 vessilli Razza Warcraft, 182 segnalini Razza e 15 segnalini Murloc, 20 tessere Potere Speciale, 5 schede riassuntive dei giocatori, 12 segnalini Manufatti e Luogo Leggendario, 10 Montagne, 9 Mura di Fuochi Fatui, 4 segnalini Armonia, 12 Bombe, 1 Campione, 10 Guarnigione, 2 Obiettivi Militari, 5 Bestie, 6 Torri di Guardia, 110 Monete Vittoria, 1 Dado dei Rinforzi, 1 percorso Round di Gioco, 1 segnalino Round di Gioco, 1 regolamento e 1 Regolamento Variante a Squadre. La pubblicazione è prevista per l’estate 2020 in Nord America ed Europa, a un prezzo suggerito di 59,99 $/59,99 €, e sarà disponibile nelle seguenti lingue: inglese, francese, tedesco, spagnolo, italiano, polacco, portoghese brasiliano, ceco, slovacco, cinese semplificato e cinese tradizionale.

F.P.L.




Italia Viva salva capra e cavoli: il ministro Bonafede resta in poltrona

Dopo tre giorni di minacce Italia Viva non vota la mozione di sfiducia al ministro Alfonso Bonafede.

L’Aula del Senato ha bocciato entrambe le mozioni di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Per quanto riguarda il documento presentato dal centrodestra i voti a favore sono stati 131, 160 i contrari, un astenuto. Mentre per quanto riguarda la mozione presentata da +Europa i contrati sono stati 158 no, i sì 124 sì, 19 astenuti

Emma Bonino di +Europa attacca: ‘E’ il ministro del sospetto, non giova all’Italia’. E da Twitter Matteo Orfini: ‘No alla sfiducia ma la gestione è pessima’. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi sottolinea: ‘E’ l’intervento tra i più difficili della mia vita’.

Il segretario della lega Matteo Salvini: ‘Voteremo anche la mozione Bonino’. Bonafede nel suo intervento: ‘Sulla vicenda Di Matteo sgomberati gli pseudo dubbi’. Matteo Renzi: ‘Votiamo no, rifiutare cultura del sospetto’.

Nutrita la presenza del governo nell’Aula del Senato. Accanto al Guardasigilli ai banchi del governo ci sono Roberto Speranza, Luigi Di Maio, Dario Franceschini, Federico D’Incà, Vito Crimi, Riccardo Fraccaro e Teresa Bellanova. Anche in Aula ci sono numerosi senatori.

La vicenda che riguarda Nino Di Matteo “è stata ormai a dir poco sviscerata in ogni sua parte”. E “sono stati ampiamente sgomberati tutti gli pseudo-dubbi”. Lo ha detto al Senato il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, ribadendo che la scelta del capo del Dap fu discrezionale. Sulla scelta del capo del Dap che portò il ministro della Giustizia a scegliere Francesco Basentini invece di Nino Di Matteo non ci fu “nessun condizionamento. Non sono più disposto a tollerare alcuna allusione o ridicola illazione”. “E’ totalmente falsa l’immagine di un governo che avrebbe spalancato le porte delle carceri addirittura per i detenuti più pericolosi”, ha sottolineato Bonafede. I giudici che hanno scarcerato i detenuti in questi ultimi mesi lo hanno fatto in base a leggi “in vigore da 50 anni e che nessuno aveva mai cambiato”.

“La Lega voterà anche la mozione di sfiducia di Più Europa. Serve un ministro della giustizia che sia in grado di gestire le carceri, che assicuri che i boss non escano di galera, che ci sia certezza della pena”: così il segretario della Lega Matteo Salvini.

“Una mozione di sfiducia va letta nel merito, credo che sia giusto respingerla proprio perché non ci sono gli elementi di merito. Accanto a questo ovviamente c’è una discussione sul lavoro importante che il ministro Bonafede dovrà fare nei prossimi mesi, sulla riforma di differenti ambiti del mondo della giustizia e credo che la coalizione, pur nelle differenze che ci sono su questi temi, possa lavorare insieme in maniera coesa”: lo ha detto a ‘Start’, su Sky TG24, il ministro per gli Affari europei Vincenzo Amendola parlando della mozione di sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in discussione oggi al Senato.

“Non c’è alternativa a respingere la sfiducia a Bonafede. Ma non è obbligatorio farlo fingendo di condividerne le idee. Le politiche per la giustizia di questo governo sono pessime e devono cambiare radicalmente. E spetta al Pd chiederlo. Anzi esigerlo”: lo scrive su twitter Matteo Orfini, parlamentare del Partito Democratico.

“Ascolteremo il ministro della giustizia. Il ministro sa bene, che ci sono temi sensibili sul giustizialismo, noi continuiamo a pensarla in modo diverso come sulla prescrizione. Allora aspettiamo che il ministro dia segnali importanti in questa direzione. Sulla base di questo si esprimerà il nostro voto in Senato”. Cosi la ministra delle Politiche agricole,Teresa Bellanova, ospite della trasmissione ‘Circo Massimo’ su Radio Capital in merito alle mozione di sfiducia contro il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

“Sulla mozione della Bonino, ci sono degli elementi che non condivido, né utilizzerò i voti di FdI per far alzare la posta a Renzi. Noi votiamo alla seconda chiama, vediamo prima se l’ha votata Renzi”. Così Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ad Agorà Rai Tre, sulla mozione Bonino di sfiducia a Bonafede.

“Caro Matteo Renzi oggi hai la possibilità di essere coerente. Vota la mozione Azione-Più Europa di sfiducia a Bonafede. Non si può andare avanti a giravolte e penultimatum mentre l’Italia affonda. L’ora delle chiacchiere è finita. Coraggio”. Lo scrive su twitter Carlo Calenda, leader di Azione.




Coronavirus, fase 2: raddoppiano i contagiati in 24 ore. Se trend continua a salire rischio ritorno a fase 1

Tornano a salire i contagi con l’incremento dei casi totali che è quasi raddoppiato, passando dai 451 di lunedì – il numero più basso dall’inizio del lockdown – agli 813 di martedì.

Un dato su cui pesa sicuramente il maggior numero di tamponi effettuati rispetto al giorno precedente e che rappresenta comunque un monito, tanto che il ministro per le autonomie Francesco Boccia è tornato a ribadire che, in caso la curva riprendesse a salire, si dovrà necessariamente provvedere a nuove chiusure localizzate.

Il bollettino quotidiano della Protezione Civile dice che 16 giorni dopo l’avvio della Fase due i casi totali sono saliti a 226.699.

Ma quel che conta è l’incremento, doppio rispetto a ieri

Un dato su cui pesano i numeri della Lombardia: su 813 casi, 462 sono nella Regione più colpita, che rispetto a ieri fa segnare anche una risalita delle vittime – 54 nelle ultime 24 ore, mentre lunedì l’incremento era stato di 24 – e degli attualmente positivi: sono 27.291, 218 più di ieri mentre lunedì c’era stato un calo rispetto al giorno precedente di 357 malati.

Tutte le regioni restano dunque al momento a rischio ‘basso’, mentre è ‘moderato’ in Lombardia, Molise e Umbria. I dati dei prossimi giorni, che terranno conto anche delle nuove riaperture, diranno se il trend rimarrà quello attuale o se è destinato a risalire. In questo caso, ha ripetuto ancora il governo, si dovranno necessariamente richiudere aree del paese.

E mentre il premier Conte mostra cauto ottimismo dicendo che il sacrificio degli italiani ha dato i suoi frutti, si conclude la prima fase di sperimentazione del Vaccino Oxford: stanno bene i 510 volontari.

Il quadro regione per regione

Nel dettaglio – secondo i dati diffusi dalla Protezione Civile -, gli attualmente positivi sono 27.291 in Lombardia (+218), 9.635 in Piemonte (-239), 5.330 in Emilia-Romagna (-195), 3.754 in Veneto (-250), 2.323 in Toscana (-250), 2.264 in Liguria (-75), 3.786 nel Lazio (-40), 2.178 nelle Marche (-137), 1.518 in Campania (-155), 204 nella Provincia autonoma di Trento (-44), 1.941 in Puglia (-54), 1.524 in Sicilia (-15), 600 in Friuli Venezia Giulia (-21), 1.389 in Abruzzo (-24), 308 nella Provincia autonoma di Bolzano (-1), 66 in Umbria (-11), 341 in Sardegna (-39), 49 in Valle d’Aosta (-11), 382 in Calabria (-19), 84 in Basilicata (-9), 212 in Molise (-5). Quanto alle vittime, sono in Lombardia 15.597 (+54), Piemonte 3.679 (+47), Emilia-Romagna 3.997 (+11), Veneto 1.820 (+17), Toscana 992 (+3), Liguria 1.376 (+9), Lazio 640 (+12), Marche 986 (+2), Campania 399 (+0), Provincia autonoma di Trento 455 (+2), Puglia 473 (+2), Sicilia 268 (+1), Friuli Venezia Giulia 320 (+0), Abruzzo 389 (+1), Provincia autonoma di Bolzano 291 (+0), Umbria 74 (+1), Sardegna 126 (+0), Valle d’Aosta 143 (+0), Calabria 95 (+0), Basilicata 27 (+0), Molise 22 (+0). I tamponi effettuati sono 3.104.524, con un incremento di 63.158 rispetto a ieri. Le persone sottoposte a tampone sono 1.999.599.

“Col coronavirus bisognerà convivere e se ci dovessero essere problemi in una singola regione, quest’ultima dovrà chiudere perché non possiamo fermare le altre” dice Boccia ricordando che il primo check – salvo dati particolarmente critici – ci sarà il 3 giugno. Ripartirà, afferma il ministro, la mobilità tra le regioni” ma per quelle “che hanno rischio medio o basso”. Per chi, invece, avesse un “rischio alto, questo non sarà ritenuto opportuno”. Per quella data dovrebbe però finalmente essere pronta anche ‘Immuni’, la App per il contact tracing. E’ tornato a parlarne in commissione Giustizia al Senato il commissario Domenico Arcuri spiegando che l’applicazione è in fase di test e “verrà messa a sistema e fruibile per i cittadini a cavallo della fine di maggio”




Marino, cacciata democratica di Marco Rapo: “Caro Astorre, calma e gesso. Mi dimetto da solo”

Una uscita dal Partito democratico. Questa la lettera di dimissioni “spintanee” di Marco Rapo dal Pd:

“Sono stato deferito alla commissione di garanzia provinciale del PD per – così recita l’iniziativa – alcune mie posizioni espresse nell’ultimo consiglio comunale.Il provvedimento a firma dei Segretari regionale e provinciale del Partito si compone di quattro parti meritevoli di puntuale riflessione.Nella prima, si legge: “Le posizioni espresse dal consigliere comunale di Marino Marco Rapo non sono compatibili con i valori del Partito Democratico. (…) la sua contrarietà alla richiesta del gruppo consiliare … di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini e a concederla alla senatrice Liliana Segrè.”.È la parte della mistificazione ad hoc, quella che attiene al merito della vicenda per la quale parla la mia storia fino alle ultime mie dichiarazioni che il Partito ha potuto solo decontestualizzare per ribaltarne il senso e, strumentalizzandole, creare il presupposto per la mia espulsione. Un’operazione che si giudica da sola sulla base della semplice contrapposizione del significato delle mie parole, rispetto allo stravolgimento che ne ha fatto il regionale che si è posto in termini di potenza e prepotenza, con tutto quanto ne segue sulla riconducibilità ideologica ad un siffatto uso della forza e sul carattere dei soggetti che la personificano.La seconda parte è quella che introduce la fase procedurale interna: “…abbiamo deciso di deferire il consigliere alla commissione di garanzia provinciale del partito che, siamo certi, interverrà con la massima celerità e, speriamo durezza.”. Intanto, non sarà sfuggito a nessuno che cronologicamente l’iniziativa non è affatto conseguente al Consiglio comunale ma ad un mio successivo post nel quale evidenzio la figura barbina fatta dai miei Colleghi PD firmatari del comunicato sul Mamilio.it di domenica scorsa.

Più nel merito, è evidente a tutti che se la richiesta di condanna giunge dalla più alta carica regionale, con sottolineata celerità e durezza del provvedimento invocato, non c’è Commissione che possa tenere alla quale, comunque, non mi sottoporrò sia per evitare l’imbarazzo di chi in coscienza dovesse trovarsi d’accordo con la mia posizione, sia perché la sentenza è stata già scritta.La terza parte è quella dove, infatti, l’estensore della sentenza, il Senatore Bruno Astorre in persona, da un lato non riesce a contenere tutto il suo malanimo, dall’altro smentisce la democrazia di Partito di cui, invero, sul territorio abbiamo già avuto più di una dimostrazione ma che, anche per brevità, rinvio all’occorrenza: “È nostro auspicio che l’avvocato Rapo possa trovare quanto prima formazioni politiche più vicine ai suoi valori.”.La quarta ed ultima parte, è dove il senatore esagera e questo il mia pur modesta persona non lo permette neanche a lui: “L’arco costituzionale ci offre purtroppo una certa gamma di formazioni politiche che fanno del revisionismo storico quando non addirittura dell’antisemitismo, un proprio tratto identitario.”.

Intanto, il segretario regionale dimostra un disprezzo totale delle regole e degli organismi del Partito che dirige, perché – democrazia, libertà e quindi Astorre permettendo – nessuno poteva escludere che la Commissione avrebbe potuto esprimersi diversamente dai suoi desideri se non lui stesso indicando con tanto livore una strada che difficilmente sarebbe ormai smentibile; ma soprattutto non tiene conto di ciò che il Partito Democratico, e non il Consigliere Rapo, hanno fatto di quell’arco costituzionale sia nei territori sia nei vari Governi fino all’ultimo con il M5S rispetto al quale il PD e il Senatore si erano originariamente dichiarati contrari con un netto: “Mai… senza se e senza ma”. Ed anche questa è storia che non si presta a revisioni e manipolazioni.Purtroppo, il Partito non ha colto nell’unico modo possibile la mia richiesta di battere un colpo, vale a dire quella di porsi in ascolto di ciò che da anni accade a Marino ed in generale in quasi tutti i territori che puntualmente si sono persi e ripersi. Eppure, ho fatto riferimento alle distorsioni locali di una sezione che fa comunicati non condivisi; che non opera il necessario raccordo del gruppo consiliare, solo perché la maggioranza del Partito è in dissenso con la mia posizione.

Tutte situazioni che a parità di considerazione dei consiglieri avrebbero necessitato l’intervento del Partito e forse della Commissione ma con destinatari diversi. Tutti fatti non smentibili, se non con la macchina del fango che prontamente si è messa in moto.

Invece è intervenuto a chiamata papà Bruno ma con entrata scomposta e non degna nemmeno del suo ecumenismo per il quale se ti deve fare fuori – politicamente si intende – lo fa soft, con democristiana maniera, anziché col machete. Ma, soprattutto, la domanda è: perché cacciare Marco Rapo anziché ammonire una Sezione che notoriamente non funziona?Infine, davvero senza polemica ma per tornare all’unico elemento di pregio della vicenda, ossia quello concettuale storico e politico, merita un passaggio l’Anpi di Marino la quale è la richiedente della ormai famosa mozione abbasso Mussolini e viva Segre, al punto tale che i consiglieri nel loro comunicato ne hanno quasi negato la paternità nonostante la sottoscrizione. Intendiamoci, niente di male nel fatto che l’Anpi possa avere trovato il proprio interlocutore per una iniziativa in Consiglio comunale; solo che se adesso, come ha fatto, trascrivendo integralmente il comunicato con il quale il PD provinciale avvia il procedimento nei miei confronti, compie, sì, un’azione partigiana ma di un parteggiare che stride gravemente con gli incidenti di percorso del Partito Democratico. Lo dico davvero a loro tutela, non avendo motivo per essere in contrapposizione, affinché si premurino che con lo stesso metodo piddino anche l’Anpi regionale o nazionale non abbia a processarli. Anzi gli propongo di rimuoverlo perché i partigiani di adesso non sono quelli impavidi di allora.Giunto a questo punto del mio percorso in un Partito che ha smesso da tempo di rappresentare l’unica speranza di una politica riformista, è con decisione affatto difficile e sofferta che rassegno le dimissioni da iscritto.

La mia distanza dal PD è divenuta incolmabile. Figuriamoci se un domani, dopo il Governo con i 5S, dovesse tornare utile o necessaria un’altra oscillazione verso destra anche a Marino. No, troppo disinvolto revisionismo per essere quello di un Partito sedicente di sinistra; non mi appartiene.

Marino, 18 maggio 2020 Marco RapoConsigliere Comunale di Marino”




Mozione sfiducia su Bonafede: Governo a rischio di crisi

Governo alla prova, questa mattina alle 9,30 in Senato, sulla mozione di sfiducia del centrodestra al Guardasigilli Bonafede.

Pd e M5s avvertono Italia Viva: se voterà la mozione si aprirà la crisi

In quel caso – ha insistito ieri sera il presidente della Camera Roberto Fico – “si apre un problema politico e una crisi di governo, quindi penso che non avverrà”. Ieri pomeriggio la capogruppo Iv a Montecitorio Elena Boschi per due ore a Palazzo Chigi. Questa mattina, prima del dibattito parlamentare, l’assemblea dei senatori di Italia Viva.

Matteo Renzi tiene fino all’ultimo alta la tensione

Non scioglie la riserva sulle mozioni di sfiducia ad Alfonso Bonafede, nonostante un incontro a Palazzo Chigi di Maria Elena Boschi con Giuseppe Conte. Il premier intende concedere a Italia viva il “riconoscimento politico” chiesto, non per paura di una crisi ma per poter andare avanti fino al 2023 – dicono dal governo – senza frizioni. Rimpasto è l’ipotesi che più circola in queste ore. Sarebbe stata respinta, secondo fonti renziane, la proposta di un posto di sottosegretario alla giustizia per Lucia Annibali o Gennaro Migliore. Mentre circola il nome di Maria Elena Boschi per un ministero. Ma dopo l’incontro con Boschi i renziani ribadiscono di attendere ancora un “segnale” sui temi della giustizia. “Aspettiamo di ascoltare Bonafede e poi parla Renzi”, è la linea della vigilia. M5s fa scudo al ministro, così come il Pd che però gli chiede un cambio di passo. Sia Vito Crimi che Graziano Delrio, come il ministro Francesco Boccia, dicono che se passerà la sfiducia, si apre la crisi di governo. In pochi credono che Renzi arriverà fino a questo punto. Ma i numeri risicati della maggioranza e il rischio di un incidente contribuiscono ad agitare la vigilia.

Boschi entra a Palazzo Chigi due volte nella stessa giornata

Prima incontra il capo di gabinetto del premier, Alessandro Goracci, per consegnargli le proposte di Iv, poi viene ricevuta da Conte. E, secondo fonti renziane, registra “passi in avanti” sul piano shock per le infrastrutture (un tema su cui la maggioranza concorda ma che gli alleati non vogliono ‘lasciare’ a Renzi in un decreto ad hoc) e sul Family act. Ma sulla Giustizia, aggiungono, si attende ancora “un segnale”. Il che vuol dire, secondo diverse fonti di maggioranza: rimpasto.
Boschi al posto di Bonetti? E’ una delle ipotesi in circolazione. Un ministero ad hoc, sarebbe la richiesta dei renziani. In maggioranza c’è chi è contrario a concedere tanto.

E nel M5s è opinione diffusa che, qualsiasi cosa si conceda, Renzi non smetterà la sua guerriglia per logorare il governo e farlo cadere. A riprova viene presa la quarta di copertina del suo nuovo libro in uscita, “la Mossa del cavallo”, in cui si torna a parlare di “riscrivere insieme le regole del gioco” e di una nuova sfida politica. Ma Conte intende sminare un percorso già di per sé irto di insidie e far proseguire la legislatura, di qui la concessione di un riconoscimento politico. Intanto però, mentre Bonafede scrive il suo intervento e registra “attestati di stima”, non si smina la vigilia del voto.

Iv si riunirà in assemblea per decidere, solcata da due tendenze, una governista e una barricadera: “Saremo compatti”, assicurano. Tra le ipotesi c’è anche l’uscita dall’Aula. Ma i numeri sono talmente “corti”, che l’incidente è dietro l’angolo.
 

Gli ultimi conteggi accreditano tra i 150 e i 151 voti per la maggioranza senza Iv e 144 per la mozione presentata da Emma Bonino per +Europa con Azione e Fi. E’ questo il voto che impensierisce, più di quello sulla mozione unitaria del centrodestra. Perché potrebbe attrarre, oltre ai 17 senatori di Iv (ma nel gruppo ci sono opinioni diverse), anche 5 o 6 senatori del Misto considerati incerti, tra cui ex M5s come Ciampolillo e Giarrusso, e poi nomi come Pier Ferdinando Casini e Tommaso Cerno. I socialisti, rappresentati al Senato da Riccardo Nencini (in quota Iv), chiedono le dimissioni del ministro pena il voto di sfiducia. Secondo il renziano Roberto Giachetti, anche alcuni senatori Dem e Leu sarebbero “nervosi”, in dissenso sulla linea di Bonafede sulla giustizia. In serata Andrea Marcucci riunisce i senatori Pd ed emerge in effetti malcontento per come lavorano, senza consultare gli alleati, sia Bonafede che la titolare della scuola Lucia Azzollina. “Il metodo di Bonafede non ci piace”, dice Marcucci. Ma da qui a votare la sfiducia ce ne passa. “Non ci sono motivi né di merito né di metodo, ma superata questa fase – dicono dal Pd – serve un cambio di passo con riforme di giustizia penale, civile, del Csm e dell’ordinamento penitenziario”. M5s intanto fa quadrato. Se si apre la crisi, si va a votare, dicono dal Pd. Ma “la mozione sarà largamente respinta”, dice il ministro M5s Federico D’Incà. E Luigi Di Maio si spinge a parlare di “maggioranza compatta”.




Artena e Colleferro: chiude il negozio e lo trasforma in una serra

COLLEFERRO E ARTENA (RM) – Proseguono senza sosta i controlli antidroga dei Carabinieri della Compagnia di Colleferro nei Comuni di Colleferro e Artena.

Ad Artena, i Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile hanno infatti tratto in arresto un 48enne del luogo, con precedenti di polizia, per coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. I militari del NORM della Compagnia di Colleferro dopo aver controllato il 48enne nel centro cittadino trovandolo in possesso di modica quantità di hashish, hanno proseguito l’attività nel suo domicilio dove, nella propria stanza da letto, hanno recuperato un vasetto con all’interno quaranta grammi di marijuana e due bilancini di precisione. I Carabinieri dell’aliquota radiomobile hanno proseguito il controllo nelle pertinenze dell’abitazione e, in un negozio ormai dismesso, hanno rinvenuto una vera e propria serra artigianale, idroponica, con all’interno cinquantadue piante di marijuana con altezza dagli ottanta centimetri al metro. Nella stesso negozio tutto il materiale per la coltivazione indoor: termometri, lampade, fertilizzanti per poter garantire la crescita delle piante senza terreno. Nello stesso locale i Carabinieri hanno rinvenuto una busta in cellophane con all’interno un chilo di marijuana pronta per essere venduta.

Il malfattore è stato tratto in arresto e tradotto presso il carcere di Velletri dove è rimasto a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

Altra attività antidroga è stata condotta in Colleferro dai Carabinieri della locale Stazione unitamente ai colleghi di Gavignano che hanno tratto in arresto un 42enne del luogo, con pregiudizi specifici, per spaccio di sostanze stupefacenti. I Carabinieri della Stazione di Colleferro e Gavignano, nei quotidiani servizi, hanno notato il pusher mentre cedeva una dose di cocaina ad un acquirente del luogo. Bloccato, i militari di Colleferro hanno proseguito il controllo nel suo domicilio dove hanno rinvenuto ulteriori cinque grammi di marijuana e hashish, un bilancino di precisione ed 1700 euro in piccoli tagli.

L’uomo è stato arrestato e, all’esito del rito di convalida innanzi al Tribunale di Velletri, in attesa di giudizio definitivo, è stato sottoposto all’obbligo di dimora nel Comune con permanenza notturna nel proprio domicilio.




Anguillara Sabazia, il Parco da l’ok per le “grandi pulizie” agli arenili e il Commissario prefettizio assicura sostegno: soddisfazione da parte dei balneari

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – L’Ente Parco di Bracciano e Martignano ha dato l’ok per la pulizia delle spiagge di Anguillara Sabazia. I gestori possono quindi sistemare gli arenili osservando le prescrizioni dell’Ente sovracomunale.

Ieri mattina il commissario prefettizio di Anguillara Sabazia dr. Gerardo Caroli ha ricevuto i rappresentanti delle attività di ristorazione e balneari per ascoltare le esigenze e per cercare di fornire un supporto: “Siamo contenti – ha detto il presidente dell’associazione balneari di Vigna di Valle Carlo Franco – per la disponibilità manifestata dal commissario nel venire incontro, per quanto possibile, alle nostre richieste”.

Con tutta probabilità nei prossimi giorni verranno effettuati interventi di ordinaria manutenzione come il taglio delle siepi e la pulizia degli spazi attigui agli arenili.

Tra le proposte avanzate al Caroli c’è anche quella condivisa da diversi membri dell’associazione commercianti di Anguillara Sabazia di ottenere più suolo pubblico senza aggravio di tasse per poter disporre i tavolini all’aperto rispettando le giuste distanze.

Stessa richiesta per i gestori balneari i quali hanno proposto di valutare l’ipotesi di avere un 25 per cento in più di arenile per ciascuna concessione. Infine il nodo parcheggi blu sul lungolago per cui si chiede di istituire le soste libere al fine di agevolare la permanenza dei visitatori. Anche sotto il profilo dell’illuminazione pubblica c’è l’idea dei gestori di mettere a proprie spese una illuminazione con pannelli solari ma su questo dovrà pronunciarsi il Parco.




Roma, nuovo look per le baracche di via del Mandrione

Nel cuore del quartiere Mandrione, spazio a inclusione e integrazione, in supporto delle fasce sociali più colpite dall’emergenza Covid

ROMA – Roma riparte dal sociale. Quando l’emergenza covid non è più sostanzialmente solo sanitaria, ma si trasforma in urgenza sociale, alla ricerca di soluzioni per ricominciare da chi ne ha più bisogno e dai soggetti fragili maggiormente colpiti, nel cuore di Roma apre Snodo Mandrione: un luogo fisico, innanzitutto, ma anche una rete di sinergie sociali che va a intervenire in un territorio dalla difficile storia e dalle grandi sfumature in un periodo che vede più che mai esposte le fasce sociali più a rischio.

Da sempre laboratorio a cielo aperto di integrazione e inclusione, culla del “metodo Zammataro”, il Mandrione conferma la sua vocazione di “fabbrica” sociale e di recupero grazie a Snodo Mandrione, il nuovo centro Polifunzionale, APS e Circolo Arci, nato all’interno di quella che era un’antica legnameria romana. Tipico spaccio capitolino, sito in quell’area urbana che costeggia per gran parte l’Acquedotto Felice, lo snodo cadde in disuso negli anni Ottanta, trasformandosi in uno scheletro di archeologia industriale che raccontava ancora la storia di una Roma ormai scomparsa.

Dopo anni di degrado, le baracche di Via del Mandrione vengono restituite a nuova vita e si trasformano in Snodo Mandrione

Crescita culturale, socialità, mutualismo, partecipazione e senso della comunità: sono queste le parole chiave del Circolo Arci Snodo Mandrione, attraverso le quali il centro e l’associazione declinano le diverse attività che in questo luogo vanno a incontrarsi e confluire.

In attesa di potersi aprire, come da progetto, a eventi culturali, l’associazione di promozione sociale Snodo Mandrione riparte in fase 2 da attività di sostegno sociale e azioni di solidarietà, insieme alla gestione di laboratori formativi permanenti e progetti di inclusione sociale. Un insieme di buone pratiche, nell’ottica della promozione del territorio, della sua valorizzazione e dell’apertura alla cittadinanza, come spazio inclusivo, mettendo insieme e facendo incontrare privato sociale e istituzioni.

Aps Snodo Mandrione propone alla città iniziative destinate al reinserimento sociale, ma anche all’integrazione e alla crescita sociale e culturale: tutto per uno snodo che diventi, come da antica vocazione di quartiere, laboratorio di integrazione e inclusione, luogo di incontro e confronto tra identità, culture e comunità per crearne una sola, diversa, altra, multiforme, aperta… e solidale in questo periodo di emergenza.

Nella fase 2, i progetti di inclusione e creazione di reti sono le attività principali di Snodo Mandrione che ha attivato tre progetti iniziali: il progetto inclusione, che prevede il reinserimento sociale dei soggetti fragili; lo sportello sociale di orientamento al lavoro; il polo d’ascolto territoriale in collaborazione con gli uffici UEPE, destinato a utenti in detenzione domiciliare.




Frascati, a giugno la sostituzione della rete idrica in zona Vanvitelli

FRASCATI (RM) – Partono a giugno gli interventi sulle condotte idriche della zona di via di Salè, Grotte Maria, Via Vanvitelli e Villaggio Vanvitelli, un quadrante cittadino che da più di venti anni, d’estate, soffre di carenze idriche che mettono a dura prova la pazienza dei residenti. I problemi idrici che periodicamente interessano questa zona sono dovuti a una sfavorevole conformazione della rete e alla presenza di vecchie condotte, non adeguate a sopportare le richieste d’acqua e l’attuale peso insediativo, accentuate negli ultimi giorni dalla maggiore presenza nelle abitazioni, dovuta all’emergenza sanitaria Covid19.

«La nostra Amministrazione, sin da quando si è insediata, ha avviato una proficua collaborazione con Acea Ato 2, il Gestore del Servizio Idrico, che ci ha permesso di avviare una serie di lavori importanti, attesi da molti anni dai tanti residenti delle periferie di Frascati e mai prima iniziati – dichiara il Sindaco di Frascati Roberto Mastrosanti -. A giugno, finalmente, si metterà mano ad un sistema idrico vecchio e ormai inadeguato per provare a risolvere una volta per tutte i problemi e i disagi di un quadrante cittadino che a noi sta molto a cuore. Ringrazio per questo i vertici di Acea Ato 2 per la disponibilità e l’attenzione che dal 2017 stanno dimostrando alla nostra città».

«Il lavoro ha sempre pagato e alle critiche di parte noi rispondiamo con i fatti – dichiara l’Assessore ai Lavori Pubblici Gelindo Forlini -. Dopo due anni di impegno si riesce a dare una risposta al disagio dei cittadini che vivono che vivono in questo settore della Città, ai quali siamo vicini. Il lavoro sarà ancora lungo, ci saranno ancora problemi, ma con la collaborazione di tutti e un po’ di pazienza porteremo a termine la ristrutturazione dell’intera rete idrica. Mi fa particolare piacere l’estensione della rete fino a Prato della Corte, una piccola comunità ancora senza acqua. A breve partiranno anche gli interventi per la sostituzione e l’ampliamento dei due serbatoi principali della città: quello di Vigna Ferri e il Bunker. Ringrazio per il prezioso e fondamentale apporto gli uffici comunali e i tecnici Acea Ato 2, che hanno stilato un programma di 11.055mt di bonifiche e che sono sempre pronti a intervenire in casi di guasti».

Il programma di lavori di bonifica nel mese di giugno riguardano: 1) Via luigi Vanvitelli, primo tratto, da via Tuscolana Vecchia a via di Colle Papa: potenziamento di circa 800,00 ml della condotta esistente dn50 a dn100 con relativi portatori. 2) Via Luigi Vanvitelli, secondo tratto da Via Colle di Papa a Vicolo di Grotte Maria: potenziamento di circa 680,00 ml della condotta esistente dn50 a dn100 con relativi portatori.

Sempre nella stessa area sono in fase di progettazione le seguenti bonifiche:

Via di Grotte Maria primo tratto, da Via Tuscolana a Via Fontanile del Piscaro: potenziamento di circa 650,00 ml della condotta esistente dn65 a dn100 con relativi portatori;

Via di Grotte Maria secondo tratto, da Via Fontanile del Piscaro a Via Villa Senni: potenziamento di circa 740,00 ml della condotta esistente dn65 a dn100 con relativi portatori;
Via Prato della Corte: bonifica ed estensione della rete idrica di circa 700,00 ml con una condotta dn 80 con relativi portatori;

Vicolo di Grotte Maria tratto, da Via Grotte Maria a Via L. Vanvitelli: potenziamento di circa 225,00 ml della condotta esistente dn50 a dn100 con relativi portatori;
Via di Salè, primo tratto da Via Grotte Maria al civico 40 di Via di Salè: potenziamento di circa 630,00 ml della condotta esistente dn50 a dn100 con relativi portatori;

Via di Salè, secondo tratto dal civico 40 di Via di Salè: potenziamento di circa 500,00 ml della condotta esistente dn50 a dn100 con relativi portatori.




Paliano, bonifica ex-Ilmes: partiti i sopralluoghi della Regione

PALIANO (FR) – Questa mattina, alla presenza del consigliere con delega all’Ambiente, Ugo Germanò, e del responsabile comunale del settore Ecologia e Ambiente, si è svolto il sopralluogo dei tecnici della Regione Lazio per la gestione della bonifica dei rifiuti stoccati all’interno del capannone industriale dell’ex-Ilmes.

Il sopralluogo, organizzato già a inizio anno ma riprogrammato al primo giorno utile di maggio a causa dell’emergenza sanitaria legata al contagio da Covid-19, ufficializza l’attuazione sul territorio palianese degli interventi di risanamento del SIN del fiume Sacco che nei prossimi mesi produrranno – a totale carico della Regione Lazio – lo smaltimento dei rifiuti, la bonifica del capannone e la successiva caratterizzazione dell’intero ex sito industriale di Ponti della Selva.

«Grazie al lavoro congiunto tra amministrazione, tecnici comunali e Regione Lazio – ha dichiarato il sindaco Domenico Alfieri – è finalmente iniziato nei fatti quel percorso che ci porterà a chiudere in maniera definitiva una minaccia ambientale che da troppo tempo grava sulla nostra città. Lo stop imposto dall’emergenza Covid-19 non ci ha reso meno determinati a portare a termine un intervento fondamentale per la salute di tutti i cittadini palianesi».

«La bonifica del capannone dell’ex-Ilmes – è stato il commento del consigliere Ugo Germanò – rappresenta il miglior modo che abbiamo per lasciarci gradualmente alla spalle l’esperienza del Covid-19 e tornare con maggior forza a lavorare in quei settori che riteniamo imprescindibili per il benessere della cittadinanza. Il sopralluogo odierno ha permesso ai tecnici regionali di raccogliere dati e rilievi su cui pianificare le attività di smaltimento che presto libereranno la totalità del sito dalla presenza dei rifiuti speciali presenti».




Vaccino anti coronavirus. Test positivi su volontari

La societa’ statunitense di biotecnologia Moderna ha annunciato che i primi risultati della sua sperimentazione sul potenziale vaccino per il coronavirus sono stati “positivi”. La ‘fase 1’ dei test clinici – si spiega – ha mostrato che le persone che si sono sottoposte alla sperimentazione hanno sviluppato anticorpi in modo del tutto simile ai pazienti di Covid-19 che sono guariti.
   
 I livelli di anticorpi rilevati nelle prime otto persone sottoposte ai test clinici con l’mRNA-1273, spiega la societa’ Moderna che ha il suo quartier generale in Massachusetts, sono uguali o superiori a quelli riscontrati nei pazienti guariti dal Covid-19. Inoltre il potenziale vaccino avrebbe finora dimostrato di essere “sicuro e ben tollerato”, non presentando gravi effetti collaterali. Moderna, che lavora con l’Istituto nazionale delle allergie delle malattie infettive guidato dal virologo Anthony Fauci, avviera’ ora la ‘fase 2’ della sperimentazione e spera di partire con la ‘fase 3’ nel mese di luglio.